Per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra domenica 29 settembre, Papa Francesco ha pubblicato un messaggio dal titolo Dio cammina con il suo popolo. In esso sottolinea che la “dimensione sinodale permette alla Chiesa di riscoprire la propria natura itinerante, di popolo di Dio in cammino nella storia, peregrinante, diremmo “migrante” verso il Regno dei cieli”. La speranza del cristiano in questo cammino è che “Dio preceda e accompagni il cammino del suo popolo e di tutti i suoi figli, in ogni tempo e in ogni luogo”.
Anche in Svizzera si sottolinea questa giornata. Nel loro messaggio, i vescovi svizzeri invitato a lasciarsi interpellare dal tema di questa Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, che sottolinea due
realtà.
In primo luogo, ricordando che Dio cammina con il suo popolo, la nostra memoria si immerge in una lunga
storia. Così facendo, ci viene data l'opportunità di 'rileggere' le impronte dei suoi passi accanto a noi e di individuare la sua presenza nel corso di questa storia. Dio è impegnato a tessere la Sua creazione. Come nello svolgimento d'un arazzo i fili dell'ordito e della trama vanno ad intrecciarsi, così anche le nostre storie personali e comunitarie. La parte umana e la parte divina intrecciate formano un'unica storia, la nostra.
In secondo luogo, il ricordo che Dio cammina con il suo popolo risveglia e scuote la nostra coscienza. Al di là dei molti aspetti, compresi quelli politici e sociologici, della migrazione, un aspetto più teologico si frappone davanti ai nostri occhi. Dio non ha altro volto che i nostri volti umani per esprimere la Sua presenza nel mondo di oggi. I migranti e i rifugiati sono innanzitutto il volto di un Dio che ha camminato sulla terra dei viventi per ricondurre a casa l'umanità.
Circa il 40% dei fedeli cattolici in Svizzera proviene da un contesto migratorio. Tutti i membri di una Chiesa multilingue e interculturale influenzano la vita ecclesiale in modi molto diversi. Per tenere conto della diversità linguistica e culturale dei fedeli cattolici, in Svizzera ci sono circa 110 missioni linguistiche o assistenze spirituali alloglotte, che si occupano del loro accompagnamento pastorale.
La Conferenza dei vescovi svizzeri – attraverso il suo Servizio migratio e il suo vescovo responsabile per i migranti – sostiene e apprezza enormemente la ricchezza e il fervore apportati dai cattolici stranieri in Svizzera. Siamo tutti migranti su questa terra, alcuni per motivi drammatici. Con loro e con Dio al nostro fianco, il cammino di fede è più leggero, più universale, più gioioso e caratterizzato da semplicità e autenticità.
Per l'occasione, viene proposto anche un sussidio liturgico.
Inoltre, attraverso la colletta, si raccolgono fondi a sostegno di progetti in Polonia e in Svizzera. In Svizzera vengono sostenuti progetti nel settore dell'asilo e dei rifugiati, nonché la pastorale per le persone provenienti dall'Eritrea, dall'India (siro-malabari e siro-malabare) e da piccole comunità di altra lingua
Molti i temi evocati da Francesco: la denuncia della guerra, la situazione "ignobile" a Gaza, il terrorismo in Germania e Usa, l’antisemitismo, le persecuzioni religiose, il diritto all'aborto "inaccettabile", le insidie delle nuove tecnologie e la cancel culture.
All’udienza generale Francesco riflette “sulla piaga del lavoro minorile”, tuttora dilagante, e denuncia che in ogni parte della terra ci sono minori "sfruttati da un’economia che non rispetta la vita" e che così "brucia il più grande giacimento di speranza e di amore".
In un messaggio dal suo account X il Papa si dice vicino preghiera a chi “soffre a causa dei conflitti in atto”. Le celebrazioni nelle comunità cattoliche e ortodosse che seguono il calendario giuliano.