Il Papa ha di nuovo ricordato le "notizie drammatiche" provenienti dal Medio Oriente, "particolarmente da Gaza". Ancora una volta, il pensiero di papa Leone XIV va all'attacco dell'esercito israeliano contro la chiesa della Santa Famiglia di Nazaret a Gaza: ricorda i "tre cristiani" morti nell'attacco e "il grave ferimento di altri". Prega per le vittime. Le nomina ad uno ad uno, il pontefice. E continua: "Chiedo nuovamente che si fermi subito le barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto". Chiede alle organizzazioni internazionali di osservare "i diritti umanitari e di rispettare l'obbligo di tutela dei civili, divieto di punizione collettiva"
Sono parole pronunciate dopo la preghiera dell’Angelus recitato a Castelgandolfo, mentre in precedenza aveva celebrato la Messa nella cattedrale di Albano.
E proprio mentre rientrava dalla cattedrale alla villa pontificia Leone ha risposto alle domande dei giornalisti.
Leone XIV ai giornalisti: il mondo non sopporta più la guerra
All’uscita della Messa dalla cattedrale di Albano, il Papa ha brevemente conversato con alcuni giornalisti. Parlando del colloquio avuto con il premier israeliano Netanyahu ha ribadito la necessità di “proteggere i luoghi sacri di tutte le religioni” e di lavorare davvero per la pace
Pregare per la pace e convincere le parti a sedersi ad un tavolo per negoziare. È uno dei concetti espressi da Papa Leone, al termine della Messa ad Albano e nel corso di un breve colloquio con alcuni giornalisti che lo hanno fermato. L’invito del Pontefice è a dialogare e soprattutto a deporre le armi
.. perché il mondo non sopporta più, c'è tanto conflitto, tante guerre, bisogna lavorare davvero per la pace, pregare con fiducia in Dio ma anche lavorare
In riferimento poi alla telefonata avuta con il premier israeliano Netanyahu, dopo il raid di giovedì scorso sulla parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza, nel quale tre persone hanno perso la vita, ha ribadito la “necessità di proteggere i luoghi sacri di tutte le religioni”, lavorando insieme, nel “rispetto per le persone”, per porre fine a “tanta violenza, tanto odio, tante guerre”.
In precedenza, nel corso del colloquio telefonico all’indomani dell’azione militare su Gaza, Leone XIV aveva ribadito l’importanza di raggiungere un cessate il fuoco e la fine della guerra. Il Papa si era detto preoccupato "per la drammatica situazione umanitaria della popolazione a Gaza, il cui prezzo straziante è pagato in modo particolare da bambini, anziani e persone malate".
L’Angelus
Il pontefice - nella sua riflessione prima della recita della preghiera mariana - ritorna a parlare delle Letture, dell’ “ospitalità di Abramo e di sua moglie Sara e poi delle sorelle Marta e Maria, amiche di Gesù”.
“Ogni volta che accogliamo l’invito alla Cena del Signore e partecipiamo alla mensa eucaristica, è Dio stesso che “passa a servirci”. Eppure, il nostro Dio ha prima saputo farsi ospite, e anche oggi sta alla nostra porta e bussa”, così esordisce il pontefice. E si sofferma, poi, su una suggestione: “È suggestivo che nella lingua italiana l’ospite è sia chi ospita, sia chi viene ospitato”
“ Così, in questa domenica estiva possiamo contemplare il gioco di accoglienza reciproca, fuori dal quale la nostra vita impoverisce”. Sottolinea che “ci vuole umiltà sia a ospitare sia a farsi ospitare”. E che occorre, per fa reciò, “delicatezza, attenzione, apertura”. Si sofferma sulla figura di Marta che nel Vangelo, per il pontefice, “rischia di non entrare fino in fondo nella gioia di questo scambio. È tanto presa da ciò che le tocca fare per accogliere Gesù, che rischia di rovinare un momento indimenticabile di incontro. Marta è una persona generosa, ma Dio la chiama a qualcosa di più bello della stessa generosità. La chiama a uscire da sé”.
Ed è proprio solo l’uscire da sé che “fa fiorire la nostra vita”; solo l’uscire da sé ci apre “a qualcosa che ci distoglie da noi stessi e nello stesso tempo ci riempie. Nel momento in cui Marta si lamenta perché la sorella l’ha lasciata sola a servire, Maria ha come perso il senso del tempo, conquistata dalla parola di Gesù”. Sottolinea, inoltre papa Leone XIV, che “non è meno concreta di sua sorella e neanche meno generosa. Ha però colto l’occasione. Per questo Gesù riprende Marta: perché è rimasta esterna a un’intimità che anche a lei darebbe molta gioia”.
Parla del periodo della pausa estiva per ogni fedele, il pontefice. Una pausa “che può aiutarci a “rallentare” e a diventare più simili a Maria che a Marta. A volte non ci concediamo la parte migliore. Bisogna che viviamo un po’ di riposo, col desiderio di imparare di più l’arte dell’ospitalità”. Una critica, alla fine all’ “industria delle vacanze vuole venderci ogni genere di esperienza, ma forse non quello che cerchiamo. È gratuito, infatti, e non si può comprare ogni vero incontro: sia quello con Dio, sia quello con gli altri, sia quello con la natura. Occorre solo farsi ospiti: fare posto e anche chiederlo; accogliere e farsi accogliere”.
“Abbiamo tanto da ricevere e non solo da dare” sottolinea il papa. E si sofferma, per un istante, sulle figure di Abramo e Sara che “seppure anziani”, “si scoprirono fecondi quando accolsero con tranquillità il Signore stesso in tre viandanti. Anche per noi c’è tanta vita da accogliere ancora”.
Fonte: acistampa/red