“Secondo il carisma ignaziano, la cultura è una missione di amore”. Lo ha riaffermato Papa Francesco nella “lectio magistralis” alla Pontificia Università Gregoriana, durata circa 45 minuti e lungamente applaudita. “Meno cattedre, più tavoli senza gerarchie”, ha chiesto Francesco a docenti e studenti della più prestigiosa università pontificia del mondo, invocando pensieri “disarmati”. Una dottrina “viva” e non “prigioniera dentro a un museo” e un insegnamento che sia “atto di misericordia” e mai qualcosa fatto “dall’alto in basso”, consapevole anche dei rischi dell’intelligenza artificiale.
Francesco ha proposto di approfondire alla Gregoriana una “teologia della speranza” mentre “il mondo è in fiamme” e “la follia della guerra copre dell’ombra di morte ogni speranza”. Una visione, cioè, improntata a consapevolezza, poesia, fantasia e, soprattutto, umorismo; "no" assoluto alle ideologie, all’“arido intellettualismo” o al “perverso narcisismo”. E ancor meno che "no" alla “coca-cola spirituale” e alla “coca-colizzazione della ricerca e dell’insegnamento”.
Papa Francesco si è recato alla Pontificia Università Gregoriana (PUG), l’antico Ateneo erede del Collegio Romano fondato da Ignazio di Loyola, in occasione del Dies Academicus che ha solennizzato anche la recente incorporazione del Collegium Maximum, del Pontificio Istituto Biblico e del Pontificio Istituto Orientale in un’unica università secondo la nuova configurazione prevista negli Statuti Generali in vigore dal 19 maggio scorso, frutto a sua volta di un chirografo del 2019 dello stesso Francesco.
Nell’atrio della PUG, Francesco ha pronunciato la sua lunga lectio magistralis scandita da moniti e raccomandazioni, aneddoti e neologismi, citazioni dell’Iliade, di Shakespeare e Dostojevski, di San Basilio e San Francesco Saverio, San John Henry Newman e San Tommaso Moro, ma anche padre Arrupe e padre Kolvenbach. Presente tutta la comunità accademica e tre cardinali: Gianfranco Ghirlanda, Luis Ladaria Ferrer e José Tolentino de Mendonça.
“Quanta tristezza quando si vede che si confida soprattutto nei mezzi umani e si affida ogni cosa oggi al management di turno!”, ha esclamato nella parte finale della sua lectio. E poi “Come va il vostro rapporto col Signore? Come va la tua preghiera? È meramente formale, o non c’è? Dov’è il tuo cuore”, ha chiesto Francesco ai presenti. “L’università deve essere la casa del cuore”, ha spiegato Francesco, citando San Francesco Saverio e il suo desiderio di “andare in tutte le università per scuotere coloro che hanno più senso di carità, perché si sentissero spinti a fare i missionari”. ha ricordato il Papa. “Non dimenticatevi il senso dell’umorismo”, la raccomandazione di Francesco, secondo il quale “una donna, un uomo che non ha senso dell’umorismo non è umano”. Poi la citazione della “bella preghiera” di San Tommaso Moro: “Signore, dammi una buona digestione e qualcosa per digerire”. “Da più di 40 anni io la prego tutti i giorni, e mi fa bene!”, ha confessato il Papa, che ha ripetuto l’invito a “non perdere il senso dell’umorismo” e citato Sant’Ignazio: “non è il molto sapere che appaga l’anima, ma il sentire e il gustare le cose”. Alla fine, l’invito ad aiutare gli studenti “a procedere da soli, evitando i labirinti intellettualistici e l’ accumulo nozionistico, e continuando con il gusto dell’ironia”.
Sulla strada di ritorno dalla Gregoriana, dove il 5 novembre ha incontrato la comunità accademica, la nota Fiat 500L bianca con a bordo il Papa invece di proseguire dritto per Casa Santa Marta ha deviato verso una via del centro di Roma. Francesco ha voluto infatti fare sosta a casa di Emma Bonino, la nota esponente radicale ora leader del partito +Europa, 76 anni, dimessa a fine ottobre scorso dalla struttura sanitaria in cui era ricoverata. In seguito a difficoltà respiratorie, per Bonino il 17 ottobre si era reso necessario il ricovero presso il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Santo Spirito di Roma; una settimana dopo è stata trasferita in una struttura privata della capitale e nei giorni scorsi ha fatto ritorno a casa. Da anni, papa Francesco, cura un'amicizia personale con la politica italiana.
fonte: farodiroma/red
Molti i temi evocati da Francesco: la denuncia della guerra, la situazione "ignobile" a Gaza, il terrorismo in Germania e Usa, l’antisemitismo, le persecuzioni religiose, il diritto all'aborto "inaccettabile", le insidie delle nuove tecnologie e la cancel culture.
All’udienza generale Francesco riflette “sulla piaga del lavoro minorile”, tuttora dilagante, e denuncia che in ogni parte della terra ci sono minori "sfruttati da un’economia che non rispetta la vita" e che così "brucia il più grande giacimento di speranza e di amore".
In un messaggio dal suo account X il Papa si dice vicino preghiera a chi “soffre a causa dei conflitti in atto”. Le celebrazioni nelle comunità cattoliche e ortodosse che seguono il calendario giuliano.