Hanno affrontato anni di persecuzioni, condanne e campagne diffamatorie. Eppure, Paola Ugaz e Pedro Salinas non si sono arresi. Il loro coraggio ha contribuito a scoperchiare uno dei più gravi scandali nella Chiesa peruviana. Al loro fianco, due uomini: Papa Francesco e, oggi, Papa Leone XIV.
Nel 2015, la pubblicazione del libro-inchiesta Mitad monjes, mitad soldados scosse il Perù e la Chiesa locale. I giornalisti Paola Ugaz e Pedro Salinas denunciarono abusi sessuali, psicologici e finanziari all’interno del “Sodalizio di vita cristiana”, fondato negli anni ’70 da Luis Fernando Figari.
Le conseguenze furono dure. Nel 2018, Salinas venne condannato per diffamazione dopo aver criticato il vescovo José Antonio Eguren, figura di spicco del Sodalizio. “Ci volevano mettere in prigione con menzogne”, racconta Paola Ugaz.
Ma nel silenzio di molti, alcune voci si levarono. Il nunzio Nicola Girasoli, i vescovi Castillo, Barreto e soprattutto Robert Prevost – oggi Papa Leone XIV – espressero solidarietà. “Furono tra quelli che ci aiutarono a non insabbiare la verità”, afferma Ugaz.
Prevost, allora vescovo in Perù, tentò un primo incontro tra vittime e Conferenza episcopale. “Era troppo presto, ma da lì iniziò ad aiutare singolarmente le vittime”, spiega la giornalista.
Nel 2022, durante un’udienza a Roma, Paola chiese a Papa Francesco una missione d’indagine. Otto mesi dopo, fu inviata, guidata da mons. Charles Scicluna e Jordi Bertomeu. Le denunce furono confermate. Il 2 aprile 2024, Francesco destituì il vescovo Eguren.
Ma il prezzo fu alto. “Il Sodalizio iniziò una campagna contro Prevost”, racconta Ugaz. L’obiettivo: bloccare la chiusura del gruppo. Eppure, a fine 2024, Prevost si adoperò con Francesco per il passo decisivo. Il 14 aprile 2025, una settimana prima della morte del Pontefice, il Sodalizio fu ufficialmente chiuso.
Ugaz e Salinas erano a Roma durante il Conclave. Alla prima udienza con la stampa, poterono stringere la mano a Leone XIV. “Gli abbiamo regalato una sciarpa delle Ande e dei cioccolatini. Quando ha parlato dei giornalisti incarcerati, ho sentito che parlava anche a noi”, dice commossa.
“Sia Leone XIV che Francesco rispettano il giornalismo che aiuta le istituzioni a cambiare. È una buona notizia per il mondo dell’informazione”, conclude Ugaz.
Guardando al futuro, la giornalista non ha dubbi: “Questo pontificato sarà in continuità con Francesco nella lotta contro gli abusi. Leone XIV ha già dimostrato empatia e umanità. Spero possa visitare presto il Perù”.
Nel tempo dell’informazione manipolata e dei silenzi complici, la testimonianza di Paola Ugaz e Pedro Salinas, insieme al sostegno di Leone XIV, ci ricorda che il coraggio della verità è ancora possibile. E che nella Chiesa, la giustizia è una via da percorrere, non da temere.
fonte: agenziasir / catt.ch