In un intervento profondo e attuale, Papa Francesco ha delineato ancora una volta l’identikit del vescovo come vero pastore, chiamato a vivere nella vicinanza e nel servizio, piuttosto che nell’isolamento e nell’autorità formale. A rilanciare il messaggio è stato padre Antonio Spadaro, con un post dedicato e arricchito da una suggestiva immagine di Papa Leone XIV, simbolo di pastori forti nella guida ma vicini nel cuore.
«Un elemento fondamentale dell'identikit del vescovo è l'essere pastore, capace di essere vicino ai membri della comunità, a cominciare dai sacerdoti per i quali il vescovo è padre e fratello», ha ricordato il Santo Padre. Il suo invito è chiaro: vivere la vicinanza a tutti, senza esclusioni.
Il Pontefice ha ribadito le quattro vicinanze che devono caratterizzare ogni vescovo: «vicinanza a Dio, ai fratelli vescovi, ai sacerdoti e a tutto il popolo di Dio». Un appello forte contro la tentazione dell’isolamento e del privilegio, che rischiano di trasformare il ministero in una forma svuotata del suo significato evangelico.
«Non bisogna cedere alla tentazione di vivere isolati, separati in un palazzo, appagati da un certo livello sociale o da un certo livello dentro la Chiesa», ha affermato Francesco. E ha ammonito contro il pericolo di rifugiarsi dietro un’idea superata di autorità: «L'autorità che abbiamo è per servire, accompagnare i sacerdoti, per essere pastori e maestri».
Infine, un monito che interpella profondamente ogni vescovo: «Spesso ci siamo preoccupati di insegnare la dottrina, il modo di vivere la nostra fede, ma rischiamo di dimenticarci che il nostro primo compito è insegnare ciò che significa conoscere Gesù Cristo e testimoniare la nostra vicinanza con il Signore».
Parole forti, che riaffermano la centralità della relazione nel ministero episcopale e rilanciano una Chiesa capace di camminare davvero insieme, come comunità viva e unita.