C’è una parola chiave che, per tutta la presentazione del nuovo volume di Carlo Petrini avvenuta ieri 8 settembre a Roma, si è ripetuta nei vari interventi. Una parola che diventa anche uno dei tratti distinti del Pontificato di Papa Francesco. La parola è “dialogo” che si declina nell’incontro, nel confronto senza preconcetti, nel riconoscersi fratelli e, in questo caso, figli di una stessa terra – il Piemonte – cresciuti grazie alla saggezza contadina delle nonne. “TerraFutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale” è l’ultimo libro di Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food”, un’associazione impegnata a rispettare chi produce cibo in armonia con l’ambiente, e della rete “Terra Madre” che vanta oltre 100mila soci in tutto il mondo tra contadini, pescatori, artigiani, cuochi, ricercatori, indigeni, pastori.
I giovani hanno capito meglio la Laudato Si’
Dialogo dunque come metodo per avvicinare chi è lontano, chi ha percorso strade diverse ma comprende che solo nel confronto costruttivo nasce la possibilità di cambiare le cose. La Laudato Sì – enciclica dalla potenza straordinaria e per tutti, scrive Carlo Petrini nel libro – è il punto di partenza di un discorso iniziato nel 2018, dopo l’avvio ad Amatrice delle Comunità Laudato Si’, proseguito nel 2019 prima del Sinodo sull’Amazzonia dove Petrini partecipa come uditore e infine nel luglio scorso dopo l’esplosione della pandemia. Nel presentare il volume, Petrini ricorda la necessità di “un dialogo tra pari”, tra chi è espressione di un sapere accademico e uno più tradizionale. Sottolinea poi che “le radici della terra” hanno reso possibile un dialogo aperto e schietto con il Papa. Pur partendo da posizioni diverse, lui agnostico, ex comunista e gastronomo, ha confessato di aver parlato lo stesso linguaggio del Pontefice che, nel libro, lo ha amabilmente apostrofato come “agnostico pio” perché “ha pietà per la natura e questo è un atteggiamento nobile”.
Vatican News/red