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  • Festival della Dottrina Sociale: come «Fare spazio al tempo» in una società sempre più veloce

    Festival della Dottrina Sociale: come «Fare spazio al tempo» in una società sempre più veloce

    di Silvia Guggiari

    È in programma per giovedì e sabato prossimi la quinta edizione del Festival della Dottrina Sociale della Svizzera Italiana. «Fare spazio al tempo: la cura della comunità al tempo delle connessioni veloci» è il tema dal quale prenderanno spunto i vari momenti e che ci viene presentato dalla prof.ssa Cecilia Sanna (foto), docente di Diritto dell’unione all’Università Statale di Milano e membro del comitato della Rete Laudato Sì della Svizzera Italiana.

    Prof. ssa Sanna, perché abbiamo bisogno di «fare spazio al tempo»?

    In tutti gli ambiti della nostra vita le nuove tecnologie e la ricerca di una perfezione sempre più accentuata ci costringono ad una accelerazione: un processo che ora ci porta a chiederci in che modo riusciamo a reimpiegare il tempo che effettivamente ci resta in mano.

    Cosa ha contribuito ad aumentare in questo modo i nostri ritmi, togliendo valore al tempo?

    Quella che stiamo vivendo è la IV rivoluzione industriale, cominciata negli anni ’80, che, a differenza delle altre, ha avuto un impatto in tempi molto stretti sul nostro stile di vita. Gli effetti dell’arrivo della tecnologia nelle nostre vite si sono rivelati nel corso di pochissimo tempo. Oggi abbiamo la possibilità di essere in un posto e contemporaneamente in un altro attraverso una video conferenza: risparmiamo tempo ma per dedicarlo a cosa? La prospettiva futura è quella di un’ulteriore accelerazione dovuta a questi strumenti che ci porta però sempre più a una incapacità riflessiva di lunga durata, basta vedere il continuo sollecitamento di notizie flash alle quali siamo sottoposti tutti i giorni e che raramente riusciamo ad approfondire.

    Spazio e tempo sono legati: come ne parlerete al Festival?

    Siamo partiti dall’idea che c’è una connessione tra lo spazio e il tempo e quindi la serata introduttiva di giovedì 28 a Massagno sarà incentrata sull’idoneità degli spazi urbani oggi: gli spazi che abitiamo sono vivibili? In che modo? In quest’ottica verrà proiettato il film «Io non abito più qui» che tratta del tema del «fare spazio» nell’ambito anche delle ristrutturazioni urbane.

    Il sabato la giornata si terrà alla Masseria di Cornaredo...

    Esattamente. Un luogo molto evocativo per la società e per la comunità. Durante la giornata, si apriranno una serie di «finestre» su alcune tematiche: la prima vedrà alcuni rappresentanti locali del terzo settore che cercheranno di riflettere sul ruolo di questa realtà all’interno della società di oggi. Avremo modo di vedere che anche in questo ambito c’è una certa difficoltà a stare al passo con questa accelerazione, oltre ad esserci una crisi generalizzata del volontariato. Un paradosso se pensiamo che abbiamo più tempo ma che sempre meno persone sono disposte a donarlo prendendo degli impegni a lunga durata.

    Perché c’è meno disponibilità a donare il proprio tempo?

    Credo che questa accelerazione anziché lasciare spazio al tempo rubi del tempo. Ci sentiamo sempre come se il tempo dovesse essere riempito di qualcosa e questo crea anche uno svuotamento della nostra persona perché lo riempiamo di qualcosa che viene da fuori ma non ci rendiamo conto che dobbiamo prenderci del tempo per noi, senza riempirlo di altro.

    Si avrà modo di riflettere anche su giovani e lavoro…

    Si andrà a ragionare sugli aspetti positivi e su quelli negativi legati all’avvento dell’intelligenza artificiale e sul concetto del lavoro che ci chiama oggi ad essere sempre più produttivi, competitivi ed efficienti.

    Seguirà un momento dedicato alla politica che offrirà l’occasione perscoprireduegrandifiguredella politica italiana: De Gasperi e Moro…

    Alcide De Gasperi è stato uno statista che ha avuto una lungimiranza quasi visionaria insieme a Schuman e Adenauer nel pensare a una organizzazione internazionale che garantisse la pace. Come politico, ha sempre dato voce ai bisogni del popolo, un aspetto che oggi è diventato quasi utopistico. Ci si sente sempre più lontani dalla politica, e la disaffezione al voto ne è una dimostrazione. Aldo Moro, esponente della Democrazia Cristiana, è stato una figura solida che ha incarnato i principi cristiani nella politica, mettendosi a servizio della gente e addirittura sacrificando la propria vita. Due figure molto significative che ci interrogano sul fatto se esistano ancora dei veri leader che abbiano una visione a lungo termine su dove si vuole andare. Di fronte a questa accelerazione dovuta ai sistemi informatici e all’intelligenza artificiale la domanda è proprio questa «dove vogliamo andare?».

    Il Festival dedica uno sguardo anche al futuro delle religioni. In che senso?

    È un argomento molto complesso perché vediamo sempre più che c’è una disaffezione e anche una frammentazione della religione. Nel passato c’è sempre stata una grande identità tra comunità e Chiesa; oggi invece c’è proprio questa difficoltà nel riconoscersi comunità in una Chiesa con la quale si condividono dei principi e dei valori. Avremo dunque modo di analizzare le prospettive future.

    A chi si rivolge il Festival?

    Vorremmo arrivare a tutti coloro che vogliono fermarsi a riflettere sul valore del tempo. Non abbiamo un pubblico definito, è un invito trasversale a venire per riflettere insieme ispirandosi a figure e enti che operano sul territorio.

    A Massagno e Cornaredo

    La V edizione del Festival della Dottrina Sociale della Svizzera Italiana avrà inizio giovedì 28 novembre, presso il cinema Lux di Massagno, alle ore 18. Sabato 30, la giornata inizierà alle 8.30 e si terrà presso la Masseria di Cornaredo. Il programma su www.retelaudatosi-si.ch.

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