Il momento atteso da milioni di fedeli in tutto il mondo è finalmente arrivato. I 133 cardinali riuniti in Conclave nella Cappella Sistina hanno eletto al quarto scrutinio il 267° successore di Pietro.
Leone XIV: le prime parole, “la pace sia con tutti voi”
“La pace sia con tutti voi!”. Sono le prime parole del cardinale Robert Francis Prevost, da oggi il 267° Papa della storia della Chiesa, il primo Pontefice americano. “Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il Buon Pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio”, ha detto Papa Leone XIV, il nome scelto dal religioso agostiniano per il suo pontificato. “Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli e ogni terra segnata dalla guerra”, ha proseguito il Santo Padre: “La pace sia con voi! Questa è la pace di Cristo, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, che ci ama tutti e incondizionatamente”. “Ancora conserviamo nei nostri cuori quella voce debole, ma sempre coraggiosa, di Papa Francesco, che benediva Roma”, ha ricordato il suo predecessore: “Il Papa che benediva Roma e dava la sua benedizione al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dare seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce, l’umanità necessita di Lui come ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutiamoci anche noi, gli uni gli altri, a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo, sempre in pace”.
Abbandonarsi a Colui che guida la Chiesa
Andrea Tornielli riflette nell’editoriale su vaticannews sull’elezione del nuovo Papa, sottolineando come la rapidità del conclave sorprenda solo chi interpreta la Chiesa con categorie politiche. Ringrazia il nuovo Pontefice, che ha scelto il nome Leone, per il suo sì e per l’affidamento fiducioso a Cristo. Tornielli richiama le parole profetiche di Paolo VI nel 1968, ribadendo che la guida della Chiesa non si fonda su gesti eclatanti, ma sulla fiducia in Gesù, che non abbandona la sua Chiesa. In un mondo segnato da guerre e crisi, l’editoriale invita alla preghiera, con e per il Papa, affinché sia Cristo a operare in pienezza attraverso di lui, sostenuto dalla fede del popolo.
Habemus Papam: è Robert Prevost, si chiamerà Leone XIV
Nato il 14 settembre 1955 a Chicago (USA), Robert Francis Prevost è un religioso agostiniano e cardinale della Chiesa cattolica. Dopo l’ingresso nell’Ordine di Sant’Agostino nel 1977, ha emesso i voti solenni nel 1981 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Ha conseguito la Licenza e poi il Dottorato in Diritto Canonico all’Angelicum di Roma. Ha svolto lunga missione in Perù, in particolare a Trujillo, ricoprendo ruoli formativi e pastorali di rilievo.
Nel 1999 è stato eletto priore provinciale e successivamente, nel 2001 e 2007, priore generale dell’Ordine. Tornato a Chicago nel 2013, è stato poi nominato da Papa Francesco amministratore apostolico di Chiclayo nel 2014 e vescovo titolare di Sufar. È divenuto vescovo di Chiclayo nel 2015. Ha ricoperto incarichi nella Conferenza episcopale peruviana ed è stato anche amministratore apostolico di Callao (2020).
Dal 30 gennaio 2023 è Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Creato cardinale da Papa Francesco nel concistoro del 30 settembre 2023, è stato promosso all’Ordine dei Vescovi il 6 febbraio 2025, ricevendo il titolo della Chiesa Suburbicaria di Albano.
È membro di numerosi dicasteri, tra cui quelli per l’Evangelizzazione, la Dottrina della Fede, le Chiese Orientali, il Clero, la Vita Consacrata, la Cultura e l’Educazione, i Testi Legislativi e della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
Conclave: cosa avviene dopo l’elezione
Una volta raggiunto il quorum per l’elezione canonicamente valida del nuovo Papa, che in questo 76° conclave della storia della Chiesa è pari a 89 voti, gli viene rivolta la domanda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. E, dopo la risposta, l’altra domanda: “Con quale nome vuoi essere chiamato?”. Dopo questa breve cerimonia nella Sistina, avviene la bruciatura delle schede e la fumata, che è bianca se l’accettazione è avvenuta. Il nuovo Pontefice si reca nella cosiddetta “Stanza delle lacrime” per indossare le vesti papali e torna nella Sistina, dove si svolge un’altra piccola cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo tipicamente legato al ministero petrino e una preghiera in cui partecipano il primo dell’Ordine dei diaconi, il primo dell’Ordine dei presbiteri e il primo dell’Ordine dei vescovi. Successivamente si compie l’atto di ossequio e di obbedienza dei cardinali al nuovo Papa, sempre nella Sistina.
Il Pontefice, appena eletto, mentre esce dalla Cappella Sistina dopo l’atto di omaggio dei cardinali per andare alla Loggia, passa attraverso la Cappella Paolina e fa una breve preghiera personale e silenziosa davanti al Santissimo Sacramento, una novità introdotta nello scorso conclave. Poi riprende il cammino e, dopo l’“Habemus Papam” e l’annuncio del nome da parte del cardinale protodiacono Dominique Mamberti, si affaccia alla Loggia delle Benedizioni per dare alla folla in piazza San Pietro il suo saluto e impartire la prima benedizione “Urbi et Orbi”. In quest’occasione il protodiacono annuncia anche l’indulgenza, come si fa a Pasqua e a Natale.
fonte: agenzie/red