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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
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  • I commenti al Vangelo di domenica 30 giugno

    I commenti al Vangelo di domenica 30 giugno

    Calendario romano Mc 5,21-43 / XIII Domenica del Tempo ordinario

    Due al prezzo di uno, miracoli ad incastro

    di Dante Balbo*

    Due donne sono le protagoniste del vangelo della XIII domenica del Tempo Ordinario, colpite profondamente nella loro femminilità. Una è una ragazzina che si affaccia sul mondo della fertilità, ha 12 anni e la morte vuole rubarle questa possibilità. L'altra è una donna che soffre di ipermenorrea, cioè ha un flusso ininterrotto che dura da 12 anni. I numeri sono significativi nella Bibbia e il 12 è il segno di una pienezza, in un caso ad indicare la maturità femminile stroncata, nell'altro, fallita e mutilata. Come in un gioco ad incastro l'episodio della guarigione della emorroissa si svolge durante il cammino verso la casa dove abita la ragazza morta. Entrambi sono caratterizzati da un tocco. La donna fra la folla che spera di ritrovare la salute tocca il mantello di Gesù, violando le regole di purità, ma da questo suo gesto il Maestro riconosce che non si trattava di un contatto distratto, come quello della calca che lo circondava. La donna tremante racconta la sua storia, temendo di essere umiliata ancora una volta, mentre Gesù la loda e completa per lei la guarigione, facendola coincidere con la salvezza. In casa del capo della sinagoga, invece è Gesù a toccare un cadavere, prendendo la fanciulla per mano e invitandola ad alzarsi. Il Signore è vita che scorre straripante e perdona, risana, risuscita, chi si lascia toccare. Tuttavia non può farlo se non c'è un incontro, una attestazione di fede. La donna sfiancata dalle emorragie e dalle inutili e costosissime cure dei medici, si affida ad una speranza apparentemente senza senso e non chiede, non si getta ai piedi del Maestro, le basta sfiorare il suo mantello. Se lo crediamo, Gesù si lascia toccare e ci cerca in mezzo alla folla distratta. Giairo, il padre della ragazza resta accanto a lui, anche se tutti nella casa gli dicono che la figlia è morta e deridono Gesù che sostiene che dorma. Il peccato, la malattia e la morte non sono sufficienti a tenere distante Gesù, che, se lo desideriamo, ci tocca, facendoci rinascere. * Il respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e youtube

    Calendario Ambrosiano Mt 11,27-30 / Domenica VI dopo Pentecoste

    Gesù si prende cura della nostra fatica

    di don Giuseppe Grampa

    Oggi vorrei concentrarmi sulla Prima lettura (Es 3, 1-15): la rivelazione di Dio a Mosè nel roveto che brucia e non si consuma. Questa pagina suggestiva contiene infatti la rivelazione del nome di Dio, cioè di Dio stesso. Ma notiamo anzitutto: ci si avvicina a Dio togliendosi i sandali, a piedi nudi, in una condizione precaria, incerta. Ancora oggi nelle moschee si entra togliendosi le scarpe: questo gesto di rispetto per il luogo santo ci avverte della infinita distanza che ci separa da Dio. Ma questo Dio altissimo e distante si manifesta, si fa conoscere, si presenta: «Io sono il Dio di tuo Padre, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe». Dio si fa conoscere ma nascondendosi dietro i nomi dei suoi amici. Certo si manifesta a noi ma solo grazie ad altri uomini che prima di noi lo hanno ascoltato e conosciuto. Se vogliamo conoscere Dio dobbiamo passare per Abramo, Isacco e Giacobbe. Lo abbiamo ascoltato anche nell’Evangelo di oggi: «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Ma questo Figlio che è immagine dell’invisibile volto di Dio è l’uomo Gesù di Nazareth. La gente dirà di Lui: «Noi lo conosciamo bene, è il figlio del falegname Giuseppe». E noi ripiombiamo nuovamente nell’oscurità: il volto di Dio non solo si nasconde dietro Abramo, Isacco e Giacobbe ma questo volto di Dio è quello dell’uomo Gesù. Forse questo Dio ce lo aspetteremmo solenne e invece è mite, il suo cuore umile, si prende cura della nostra fatica offrendoci ristoro e un peso lieve e dolce per le nostre spalle. Lo conosciamo questo giogo dolce e questo peso leggero: «Amatevi come io vi ho amati; rispondete al male sempre e solo con la forza del bene; non abbiate paura sono con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo». Abbiamo moltiplicato i pesi, gravato le spalle con prescrizioni e divieti, minacce e castighi.
    Donaci allora Signore la gioia di portare il tuo giogo dolce, il tuo peso leggero.

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