di Francesco Muratori*
Sono diversi anni che, per Strada Regina, siamo impegnati sul fronte degli abusi in ambito della Chiesa Cattolica. Abbiamo incontrato tantissime vittime, o meglio sopravvissuti come sono soliti desiderare essere chiamati, in giro per la Svizzera e anche all’estero. Abbiamo ascoltato e fatto domande senza sconti all’istituzione Chiesa e abbiamo sostenuto tutto quello che viene messo in campo per chiudere con questa piaga. Abbiamo riportato fedelmente separando bene i giudizi, umanamente inevitabili, e fatti di attualità.
Ma posso dire che tutta questa esperienza acquisita sul campo, negli anni, non è servita a prepararmi all’incontro con la prima vittima di abusi che in Ticino decide di parlare, senza l’anonimato. La forza dirompente del parlare la stessa lingua madre, cosa che non è avvenuta in giro per la Svizzera, la consapevolezza diavere punti di vista differenti ma un unico obiettivo e soprattutto quello che mi ha di più colpito è stata la serenità di Raffaella Raschetti che ha guarito, nel tempo, la sua ferita.
Raffaella Raschetti ha subìto violenze e abusi da parte di don Ugo Campana, lui 65 anni, lei 10, ad Osogna. Abusi prolungati nell’arco di 5 anni. Processato e condannato a 2 anni e 3 mesi il sacerdote è poi morto dopo qualche tempo.
Adesso, nello scrivere queste righe, ripercorro mentalmente il percorso che sabato vi proponiamo a Strada Regina, su La1 alle 18:35. Ci sono alcune cose che probabilmente non ascolterete così come le ho accolte io. Raffaella Raschetti è riuscita a separare la Chiesa, il bene da essa compiuto, e il male degli uomini. Sono due cose distinte che aprono lo sguardo verso una nuova vita che ogni sopravvissuto ad abusi nella Chiesa cattolica vuole avere. E soprattutto indicano una strada a tutta la comunità Chiesa: le vittime di abusi non sono solo quella ferita. La vita che desiderano è molto di più ed è un messaggio anche per chi nella Chiesa e nella politica pensa che la denuncia penale/ecclesiale e i risarcimenti siano l’unico scopo.
Bisogna ripartire dal desiderio di vita. E Raffaella Raschetti membro della nuova associazione GAVA, il Gruppo di ascolto vittime di abusi in ambito religioso nato due giorni fa in Ticino, è la più grande e la più forte sostenitrice di questa nuova vita.
* Conduttore di Strada Regina
Il porporato austriaco - insigne teologo e collaboratore dei recenti pontefici - rivisita la santità di Giovanni Paolo II a 20 anni dalla morte e ci offre una testimonianza diretta dell'amicizia e stima che legava il papa polacco e lo scomparso vescovo di Lugano.
L'operazione editoriale è firmata da don Arturo Cattaneo e mons. Graziano Borgonovo, con una nuova Prefazione di Rino Fisichella.
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