Un segno concreto che la Chiesa e il Papa non abbandonano mai chi è nel bisogno e nella sofferenza. Alcuni partecipanti all’Assemblea Internazionale dei Superiori e delle Superiore Maggiori dei religiosi della Chiesa greco-cattolica ucraina in corso a Roma, commentano così l’incontro speciale con Francesco, oggi a margine dell’Udienza Generale.
L’Ave Maria per il popolo martire
“Dopo la catechesi – racconta suor Teodora Shulak, Superiora Generale delle Suore Missionarie del Santissimo Redentore - il Papa si è avvicinato a noi."
"Abbiamo davvero sentito il suo sostegno spirituale. Con lui abbiamo recitato un Ave Maria, per il popolo dell’Ucraina, per i bambini, per la pace. Ci ha detto che il popolo ucraino sta vivendo il martirio. Abbiamo anche pregato per il popolo aggressore”.
Paternità e dialogo
Anche padre Ireneo Mario Mikhalik della Comunità Missionaria Sant’Andrea Apostolo, ha vissuto con grande emozione l’incontro con il Pontefice: “da lui abbiamo ricevuto una grande forza spirituale. Quando ci siamo avvicinati al Papa per la foto, ci ha voluto parlare in modo intimo e spontaneo. Ha preso in mano la nostra bandiera, esprimendo vicinanza alla sofferenza del nostro popolo. Ho sentito davvero la sua paternità: ci ha dato un esempio di come anche noi religiosi, sacerdoti e suore dobbiamo avvicinarci al nostro popolo: in modo paterno e materno, sempre pronti al dialogo come Francesco ci ha insegnato anche durante il suo recente viaggio in Bahrein”.
“Se anche non possiamo cambiare la situazione drammatica che in Ucraina stiamo vivendo”, prosegue il sacerdote, “possiamo dare la nostra testimonianza di vicinanza e prossimità, senza escludere nessuno”.