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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 maggio 2025)
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  • Le diocesi romande si incamminato sulla via sinodale con «A votre écoute» COMMENTO

    Il Papa invita ad “ascoltare con l’orecchio del cuore”

    “Stiamo perdendo la capacità di ascoltare chi abbiamo di fronte” afferma il Papa, nel messaggio per la 56a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il 29 maggio. Il documento, diffuso dalla sala stampa della Santa Sede il 24 gennaio (come di consueto nella memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti) si presenta, come un elogio dell’ascolto, inteso come elemento centrale per “un’autentica cultura dell’incontro”, altro tema caro a Bergoglio fin dal suo primo messaggio del 2014. Lo scorso anno Francesco aveva esortato i giornalisti ad andare a vedere di persona la realtà per poterla raccontare al meglio, per incontrare le persone e fare esperienza diretta degli eventi. Quest’anno, invece, si sofferma sul verbo ascoltare, anche in linea con il percorso sinodale. Un tema non solo per gli addetti ai lavori ma per ogni uomo e donna di buona volontà. L’ascolto infatti permette di far sperimentare a chi ci cammina accanto la tenerezza di Dio, il suo abbraccio accogliente e misericordioso che non si scandalizza mai dei nostri limiti. Ma il Papa avverte: “Il rifiuto di ascoltare finisce spesso per diventare aggressività verso l’altro”, per questo dobbiamo sempre interrogarci sulla qualità del nostro ascolto per crescere nell’arte di comunicare. “Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore”, scrive il Papa citando Sant’Agostino, perché l’ascolto è una dimensione dell’amore. Lo sanno bene i genitori che di fronte alle difficoltà, ai capricci, alle incomprensioni dei figli sono chiamati pazientemente ad andare oltre, a leggere fra le righe, per accompagnarli con delicatezza e fermezza nel cammino della vita. “C’è un uso dell’udito che non è un vero ascolto, ma il suo opposto: l’origliare”, continua il Papa, una tentazione che nell'era dei social media sembra essersi acuita. La buona comunicazione, invece, cerca di cogliere la complessità della realtà in tutti i suoi fattori ed è attenta alle ragioni della persona che ci sta di fronte. Il Papa esorta a prendere esempio dallo stupore dei bambini solo così l’ascolto può diventare strumento di conoscenza e bussola per orientarsi nel caos della contemporaneità. È desolante però quando, anche nelle nostre comunità cristiane, "si formano schieramenti ideologici, l’ascolto scompare e lascia il posto a sterili contrapposizioni”, denuncia Francesco. “L’ascolto richiede sempre la virtù della pazienza, insieme alla capacità di lasciarsi sorprendere dalla verità, fosse pure solo un frammento di verità, nella persona che stiamo ascoltando”. Nella parte finale del messaggio, Francesco torna sul tema dell’ascolto come precondizione essenziale anche per la comunità ecclesiale e cita il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer: “Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare nemmeno Dio". Ed è per questo che nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”, e ribadisce Francesco: “Ascoltare, prima di parlare. Dare gratuitamente un po’ del proprio tempo per ascoltare le persone è il primo gesto di carità”. “È stato da poco avviato un processo sinodale”, ricorda il Papa: “Preghiamo perché sia una grande occasione di ascolto reciproco”. La comunione, infatti, “non è il risultato di strategie e programmi. (…) Come in un coro, l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia, ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia”. Francesco conclude il suo messaggio con l’augurio di “riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone”. di Federico Anzini

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