di Federico Anzini
Gli Atti degli Apostoli sono uno dei libri biblici forse meno conosciuti a livello generale. Questo fatto appare strano, pensando, anzitutto, alle varie domeniche in cui durante la S. Messa se ne leggono dei brani, in particolare nel tempo pasquale sino a Pentecoste. Cerchiamo di approfondire questi aspetti con Ernesto Borghi, biblista e dal 2003 coordinatore della formazione biblica nella Diocesi di Lugano e presidente dell’«Associazione Biblica della Svizzera italiana». Il prof. Borghi ha recentemente pubblicato il volume «Verso la verità della Chiesa. Leggere gli Atti degli Apostoli oggi» (ETS, Milano).
Prof. Borghi, condivide quanto abbiamo scritto all’inizio circa la scarsa conoscenza degli Atti degli Apostoli?
«Credo di sì. Le persuasioni che il quinto libro del Nuovo Testamento sia semplicemente la storia delle origini cristiane e che, tolto qualche brano celeberrimo - uno su tutti, il testo del cap. 2 sulla Pentecoste - sia assai meno significativo dei vangeli o delle Lettere di Paolo sono purtroppo abbastanza ricorrenti ancora oggi».
La realtà è diversa?
«I 28 capitoli in cui si articola questo libro neotestamentario sono una narrazione intensa ed appassionata degli effetti che l’annuncio del Vangelo ha avuto nei 50-60 anni successivi alla presenza del Nazareno sulle strade della Palestina del I secolo d.C. Si tratta di una storia teologicamente orientata, in cui chi l’ha scritta - lo stesso redattore del Vangelo secondo Luca - cerca di far comprendere quali debbano essere le caratteristiche fondamentali di chi desidera seguire il Dio di Gesù Cristo nella sua vita quotidiana, a partire dalle differenti fisionomie culturali e religiose a cui il Vangelo è proposto».
Il libro che lei ha pubblicato affronta degli aspetti particolari?
«Ho tentato di ripercorrere l’intero testo biblico, commentando alcuni brani fondamentali per gli Atti degli Apostoli stessi. E mi sono concentrato sulle caratteristiche essenziali delle comunità dei discepoli formatesi in quei decenni antichi, in rapporto anche al cristianesimo del nostro tempo e ai valori davvero imprescindibili che è chiamato a condividere chi cerchi di essere cristiano oggi. E questo sia a livello personale che comunitario».
Il titolo stesso del suo saggio ha un significato preciso…
«Ho fatto questa scelta perché in questa fase della storia ecclesiale, in particolare nel processo sinodale della Chiesa cattolica, mi è parso importantissimo provare a comprendere un dato: quale sia, nel libro degli Atti, la verità da proporre realmente da parte di un’istituzione che, nelle sue varie articolazioni confessionali, è, da oltre diciannove secoli, attiva nella vita dell’umanità. L’amore del Dio di Gesù Cristo verso ogni essere umano è la verità che la Chiesa deve cercare di testimoniare ovunque, anche nella cultura e nell’esistenza di oggi. E molti passi degli Atti degli Apostoli, se compresi con intelligenza e passione, possono essere un aiuto efficacissimo a fare chiarezza anche su questo argomento così importante e non soltanto per i credenti cristiani».