di Laura Quadri
Una comunità in ascolto grazie all’esperienza sinodale vissuta a livello di Rete pastorale. È questo l’esito più concreto delle tre assemblee sinodali svoltesi lungo l’anno a Losone e rivolte a tutti i parrocchiani della Rete «Madonna della Fontana» (Terredi Pedemonte, Centovalli, Onsernone, Losone, Arcegno, Ascona, Ronco e Brissago) una delle 24 Reti pastorali territoriali della diocesi di Lugano che sono un’esperienza sinodale in sviluppo in Ticino. Un momento di confronto, meditazione e riflessione molto concreta sulla vita delle comunità stesse, cercando di individuare nuovi percorsi e nuove proposte da sottoporre poi al Consiglio di Rete, per valutarne l’attuazione concreta.
Tra i partecipanti – una quarantina solo la prima volta – anche Daniela Monaco di Losone: «Ho avuto un’impressione subito molto positiva, a partire dal fatto che si comincia ogni incontro con una preghiera. Dopodiché ci si suddivide in piccoli gruppi, di 6-8 persone, a immagine dei “tavoli sinodali” e si iniziano i lavori secondo il metodo della “conversazione nello spirito”, metodo che ho trovato molto innovativo: dopo una prima riflessione tenuta dal cosiddetto “facilitatore” del gruppo, un membro che guida la riflessione, vengono dati rigorosamente tre minuti a testa per esprimere una prima impressione. Una cosa molto bella, che richiede negli altri del gruppo di ascoltare l’altro molto attentamente. Dopo il silenzio, invece, un secondo momento, in cui interagire con quanto udito ed esprimere un secondo parere. È stato così arricchente che già dal primo incontro ho avuto voglia di invitare amici e conoscenti. Sono momenti che è giusto che ci siano, dove il laico può partecipare e ha l’opportunità di scambiare le proprie idee le proprie impressioni sulla vita della comunità».
Quali, nel concreto, i temi discussi? «La prima volta ci siamo occupati delle figure bibliche di Marta e Maria e ho l’impressionechequellodelservizio, al cuore di questa scena biblica, sia poi stato il leitmotiv anche degli altri incontri. Di fatto, ascolto vuol dire anche mettersi al servizio e fare qualcosa per gli altri. Proprio quello che l’esperienza sinodale permette». Daniela, grazie a questa esperienza ammette «di aver colto maggiormente il senso stesso del Sinodo, anche quello che si svolgerà presto a Roma, nella sua seconda e ultima parte: non è altro che incontrarsi all’ascolto dello Spirito Santo, che permette un lavoro corale e condiviso. Il Sinodo è così un essere accompagnati in ogni senso, dai propri fratelli e sorelle con cui si condivide il cammino ma anche dalla presenza dello Spirito».
Dello stesso parere è anche un’altra partecipante losonese, Barbara Gianetti Lorenzetti: «Quando il Papa ha annunciato il Sinodo sulla sinodalità, devo dire di essermi sentita molto entusiasta; speravo nei grandi cambiamenti, per le problematiche che sono sul tavolo da tanto. Ma ora credo che il più grande cambiamento sia in realtà questa nuova modalità di affrontare gli argomenti, di confrontarsi, ritrovando delle prassi e dei modi di fare che abbiamo molto dimenticato e che permettono allo Spirito Santo di agire attraverso di noi. Soprattutto, sei benevolmente “costretto” ad aprire il cuore al parere altrui, del fratello o della sorella; questo permette di migliorare notevolmente i rapporti umani, perché ci si incontra in modo autentico. Devi saper dire cosa ti ha toccato nelle sue parole e farne tesoro. Credo sia una strada, anche terminato il Sinodo, che possa portarci lontano. Sarà dunque importante proseguire in questa direzione».
Per le prossime assemblee sinodali della Rete «Madonna della Fontana» vedi: leparrocchie.ch e retemdf.ch
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Strada Regina sabato su LA1, domenica Chiese in diretta su Rete Uno e la Santa Messa su Rete Due.
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Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.