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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (26 aprile 2025)
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  • Volontarie Vincenziane della Svizzera italiana in occasione dell’assemblea dello scorso anno

    Le Volontarie Vincenziane della Svizzera italiana, donne che davanti alla povertà rispondono ispirate dal Vangelo

    di Katia Guerra

    Servire Dio nei poveri: è ciò che fin dalle loro origini fanno le Volontarie Vincenziane, donne di ogni età, provenienza, professione, che nella Svizzera italiana sono presenti da più di 130 anni e sono riunite in un’associazione. Il prossimo martedì 30 maggio è prevista l’assemblea annuale ordinaria al Centro Spazio Aperto di Bellinzona: sarà l’occasione per ricordare il percorso fatto da quelle che un tempo erano chiamate “Dame della Carità”, ma anche per gettare uno sguardo su queste donne che si mettono all’ascolto di chi è in difficoltà e accompagnano le persone nel bisogno. Un carisma che viene da lontano, come ci spiega la presidente Frida Rossetti: «Nel 1617 il sacerdote Vincenzo de’ Paoli istituisce la prima associazione di donne laiche al servizio dei poveri e dei malati della parrocchia di Châtillon-les-Dombes, vicino a Lione». La sua opera, portata avanti dalle Dame della carità, in seguito denominate Volontarie Vincenziane, è caratterizzata principalmente dal vedere nel povero la presenza di Gesù e nell’agire in sintonia con il Vangelo. Nel corso del tempo San Vincenzo de’ Paoli ha ispirato anche altri, come il giovane universitario Federico Ozanam, che attorno al 1833 contribuì a fondare a Parigi le Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, presenti anche in Ticino (vedi spalla). «Pur ispirandoci allo stesso carisma e collaborando attivamente, sia nel servizio a chi è in difficoltà, sia in ambito formativo, rimaniamo due entità distinte, che operano ognuno secondo le proprie risorse umane e finanziarie», ci spiega la presidente.

    La missione: «stare accanto»

    Oggi l’associazione è formata da 8 gruppi regionali: 7 nella Svizzera italiana (Bellinzona, Biasca, Blenio, Locarno, Lugano, Muralto e Mesolcina/Calanca) e il gruppo di Ginevra. Il resto della Svizzera non conosce le Volontarie Vincenziane, ma sono presenti le Conferenze di San Vincenzo. In tutto, sono una settantina le volontarie attive: donne animate dallo spirito cristiano pronte a dedicare parte del proprio tempo ad aiutare, a titolo volontario e in modo discreto, attraverso un contatto personale, chi soffre e si trova in una situazione di bisogno o di emergenza, e questo senza nessuna distinzione di provenienza, etnia, genere, religione, orientamento sessuale. «Ascoltiamo chiunque e facciamo ciò che ci è possibile per aiutare: il nostro è un sostegno prima di tutto morale, ma anche finanziario in collaborazione con gli altri enti attivi sul territorio», sottolinea Frida Rossetti, che specifica che le decisioni in merito agli aiuti, soprattutto se importanti, sono prese all’interno del gruppo regionale e non dalla singola volontaria. Il sostegno concreto può essere immediato, attraverso ad esempio buoni per l’acquisto di generi alimentari, indirizzando le persone verso altri enti o anche accompagnando la persona nel rendersi indipendente. A livello indicativo, lo scorso anno l’associazione ha aiutato per una somma attorno ai 300 mila franchi. Le situazioni di fragilità riguardano soprattutto le famiglie monoparentali, persone con lavori precari, disoccupati, anziani soli, donne e uomini colpiti da infortuni, malattie o confrontati con una situazione di vita difficile.

    «Peggiora la situazione sociale»

    «Siamo preoccupate dal peggioramento della precarietà a cui assistiamo: ciò ci spinge a mantenere alta l’attenzione e migliorare sempre di più la collaborazione con tutti gli enti attivi in ambito sociale», spiega la presidente, anche perché le situazioni si fanno sempre più complesse e la disponibilità dell’associazione non è illimitata. «A nostra volta siamo sostenuti a livello finanziario da donazioni di privati, fondazioni e anche comuni, che riconoscono il nostro contributo nell’aiuto sociale e che speriamo possano continuare a farlo». L’auspicio della presidente delle Volontarie Vincenziane è che l’associazione possa affiancarsi agli enti professionali di sostegno sociale nello stare vicino alle persone in difficoltà ed aiutarle nelle situazioni di emergenza.

    «Un’emergenza»

    «Di recente si è rivolta a noi una mamma sola. Era in attesa di aiuti da parte dello Stato che però non potevano essere erogati subito. L’abbiamo aiutata immediatamente per le necessità di sostentamento suo e dei bambini e, ora che le è stato affidato un curatore, può continuare a contare sulla nostra possibilità di prenderci del tempo per starle vicino», racconta Frida Rossetti. Il panorama delle condizioni sociali è sempre più complesso e questa è una sfida che le volontarie affrontano anche grazie alla formazione. In questo ambito un appoggio lo ricevono dall’associazione mantello alla quale appartengono, l’AIC (Associazione Internazionale delle Carità), che regolarmente propone delle schede formative, e anche dalle Conferenze di San Vincenzo e dai loro incontri formativi. L’assemblea è pure un’opportunità in questo senso. Infatti, nel corso degli anni sono sempre state proposte delle relazioni di esperti che hanno spaziato dall’ambito spirituale a quello più pratico, ad esempio sulle prestazioni dell’ente pubblico.

    Il vescovo Alain all’assemblea

    L’assemblea di martedì 30 maggio prevede, dopo la Santa Messa delle ore 9 nella chiesa del Sacro Cuore a Bellinzona, un intervento di mons. Alain de Raemy nell’adiacente Centro Spazio Aperto. I lavori assembleari si svolgeranno nel pomeriggio a partire dalle 13.45. Chi fosse interessato a prendere contatto con l’associazione Volontarie Vincenziane per un sostegno o per dare il proprio contributo può scrivere una mail a presidenzavincenziane@gmail.com e sarà indirizzato a un gruppo regionale.

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