Che cosa potrà fare il nuovo vescovo di Roma sarà la storia futura a dirlo. Se consideriamo il suo profilo formativo e la sua esperienza pastorale, certamente si notano una notevole varietà e ricchezza culturale e molte occasioni avute di misurarsi non con le astrazioni intellettuali, ma con la vita concreta dei suoi contemporanei.
Il significato del nome: l’eredità di Leone XIII
Per ora la scelta del nome appare un dato rilevante: prima di lui, Leone XIII fu un pontefice dal ministero particolarmente lungo (1878-1903), tenendo conto dell’epoca, che ebbe almeno due meriti: la pubblicazione delle encicliche Rerum novarum (1891) e Providentissimus Deus (1893). La prima, sia pure con i limiti culturali e sociali della fine dell’Ottocento, fu il testo d’avvio della dottrina sociale della Chiesa cattolica, dunque di un’attenzione alla giustizia per gli esseri umani che lo sviluppo industriale, dal XVII al XIX secolo, certamente non aveva conosciuto. La seconda è una tappa essenziale nel rapporto tra la Chiesa cattolica e gli studi scientifici della Bibbia, la prima occasione del magistero ufficiale cattolico in cui fu proposto un rapporto culturalmente serio con le Scritture bibliche.
Bibbia e giustizia sociale: le sfide del nuovo Papa
Leone XIV vorrà dare particolare attenzione al rapporto seriamente esistenziale di tutti con la Bibbia, i suoi testi e i suoi valori, tra ricerca storica e teologica e vita quotidiana? Papa Prevost riterrà indispensabile dare una grande rilevanza alla giustizia sociale nel senso più necessario oggi, da un capo all’altro del Pianeta? Staremo a vedere.
L’eco di Agostino: “Ama e fa’ quello che vuoi”
Agostino, il padre della Chiesa di Gesù senz’altro molto significativo nell’identità complessiva di Leone XIV, è l’autore della famosissima affermazione «Ama e fa’ quello che vuoi». L’amore in questione è quello del Dio di Gesù Cristo, a partire dal quale ogni persona può agire come questo movente concreto le detta di fare.
Parole chiave: pace, dialogo, accoglienza
In questa prospettiva parlare, come il nuovo vescovo di Roma ha fatto subito, di pace, dialogo, incontro, apertura e accoglienza verso tutti si capisce perfettamente, certo anche tenendo conto della tragica situazione attuale in tante parti del mondo. E comunque queste parole, per quanto considerate spesso da molti vescovi di Roma del passato, sono risuonate particolarmente vicine, anche nel tono, a quanto ha detto e fatto, sino all’ultimo respiro, il suo immediato predecessore.
Una figura potenzialmente scomoda per la politica mondiale
La biografia di papa Prevost e quello che ha detto nei primi minuti affacciandosi in piazza San Pietro fanno pensare che almeno una persona scontenta di questa elezione ci sia: probabilmente il presidente degli Stati Uniti, il quale ha ripetutamente dimostrato di non avere alcuna considerazione effettiva del Vangelo di Gesù Cristo e dei diritti di coloro che sono non strumentalizzabili a livello economico o politico.
Spiritualità e attenzione ai più deboli
Prevost sarà un Papa abbastanza «spirituale», come molti critici del predecessore hanno detto non fosse papa Francesco? Egli verosimilmente sa bene che essere spirituali significa vivere l’attenzione a Dio essenzialmente come amore verso ogni essere umano, a cominciare da chi è più in difficoltà. Confidiamo che abbia il cuore libero che il card. Ravasi, citando padre Turoldo in un post pubblicato pochi minuti dopo la fumata bianca, si è augurato quale caratteristica del nuovo vescovo di Roma.
Un auspicio per il futuro
Speriamo che papa Leone XIV possa davvero rianimare tantissime coscienze, in piena libertà, nella ricerca della giustizia dell’amore, per il bene di tutte le persone che vivono il nostro tempo.
Ernesto Borghi, Coordinatore della Formazione biblica della Diocesi di Lugano