È una intervista che dà una scossa, nel senso di una salutare sveglia un po' a tutti i credenti riguardo all'attualità della persona di Gesù Cristo e del suo messaggio nella vita di ogni cristiano, quella rilasciata al Corriere della Sera dal cardinale e teologo italiano Gianfranco Ravasi presidente del Pontificio consiglio della cultura e da anni autore di riflessioni sulla religione e sulla società apprezzate anche da molte persone non credenti. L'intervista al porporato è ispirata dalla pubblicazione di un nuovo lavoro di Ravasi, una biografia su Paolo di Tarso uscita da pochi giorni per Raffaello Cortina Editore con il titolo "Ero un blasfemo, un persecutore, un violento", secondo un'espressione dello stesso San Paolo nella prima lettera al suo discepolo Timoteo.
Nell'intervista al Corriere della Sera, il cardinale oltre a soffermarsi sulla figura dell'apostolo delle genti, affronta il nocciolo dell'universalità del messaggio del cristianesimo annunciato da Gesù Cristo che è la pagina delle beatitudini. "E Gesù porta alle estreme conseguenze questo messaggio rivoluzionario, con la sua morte e la sua ascensione, che trasfigura tutta la realtà e tutto l’essere. Come scrive san Paolo ai Romani: 'La creazione stessa attende con impazienza la trasfigurazione dei figli di Dio'". Ravasi parla anche della secolarizzazioni di città come Milano e Roma arrivando a dire che "se Cristo tenesse oggi in piazza il discorso delle beatitudini, arriverebbe la Digos a chiedergli i documenti". Altri temi sono la vita eterna e la risurrezione.
Riguardo all’abitudine di alcuni politici di mostrare in pubblico simboli religiosi, Ravasi definisce «pericolosa» questa pratica, e non necessariamente segno di fede. «È strumentalizzare simboli che conservano una potenza straordinaria, e proprio per questo non vanno sfregiati impugnandoli a fini estrinseci».
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Il locale vescovo ha preso il provvedimento in due tappe: prima l'oscuramento notturno delle opere dell'ex gesuita accusato di abusi e ora la copertura.
A Roma più di mille partecipanti tra vescovi, delegati diocesani e invitati analizzeranno e voteranno, fino al 3 aprile, i contenuti delle sintesi del cammino avviato nel 2021. "Cambieremo le strutture", ha detto il card. Zuppi, ma serve “far scorrere la Parola di Dio nelle vene della società”.
Lo psichiatra di fama internazionale si interroga se anche per un non credente sia possibile parlare con Dio. Un libro che è un modo per dare voce alle tante persone che cercano, che non credono ma vorrebbero credere, che credevano e non credono più.