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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
Catt
  • Lo psicoterapeuta Nicola Gianinazzi sui fatti di cronaca:

    Lo psicoterapeuta Nicola Gianinazzi sui fatti di cronaca: "Per affrontare lo sconforto è importante parlarne"

    È una Chiesa sofferente, l’immagine restituita in queste ore dal messaggio dell’amministratore apostolico Alain de Raemy ai fedeli della Diocesi, letto pubblicamente nelle chiese ticinesi durante le Sante Messe per l’Assunta, e poi reso noto dai media. Una sofferenza che ci accomuna, che tocca tutti, dal più giovane all’anziano, dal confratello sacerdote agli operatori dei media, fino alle vittime presunte della vicenda, resa nota lo scorso giovedì 8 agosto, del sacerdote ticinese attualmente indagato per abusi su minori. Nicola Gianinazzi, psicoterapeuta, ci aiuta a comprendere questo momento di dolore, offrendoci qualche chiave di lettura.

    Nicola Gianinazzi, qual è il suo pensiero sui fatti appena accaduti, come psicoterapeuta ma anche come semplice credente?
    «La mia prima reazione è stata pensare ai tempi lunghi di attesa, necessari per comprendere e con i quali dobbiamo inevitabilmente fare i conti. Poi il pensiero è andato alle procedure e alle comunicazioni ufficiali, questa volta rigorose e trasparenti».

    In questi giorni domina l'incertezza. Come affrontare questo tempo «sospeso» tra ciò che si sa già e ciò che si attende di capire meglio sulla vicenda?
    «Ho letto di tutto e di più in questi giorni: è comprensibile che si vogliano risposte complete e subito, ma i tempi – visto che si tratta di un maggiorenne al momento attuale – della segnalazione, delle indagini e di un processo sono lunghi. Occorre sempre – lo vivo anche in terapia – mantenere il punto di vista delle vittime (presunte o meno): se loro necessitano di tempo, penso che anche noi possiamo imparare da loro la pazienza e la fiducia nelle autorità inquirenti e giudiziarie e negli specialisti. I tempi sono questi e vanno rispettati, nella speranza che si avvii anche la lenta elaborazione delle esperienze vissute».

    Quando succedono eventi traumatici di solito si attiva un Care team. Quali strumenti potrebbe offrire la psicologia per le persone che al momento faticano a rielaborare la notizia?
    «In questi casi si tratta di problematiche complesse e se qualcuno ritiene che non basta, come spesso si fa inizialmente, parlarne con un conoscente competente, allora una consulenza psicologica specifica o una psicoterapia di sostegno potrebbero certamene essere d’aiuto».

    Di fronte al disagio provato quali potrebbero essere i primi passi per ritrovare un «equilibrio»?
    «Da parte mia in questi anni – dove vittime di abusi e adulti (e anche anziani) che ricordano gli abusi subiti in seduta si susseguono troppo numerose – mi dico che le istituzioni sono vittime anche loro (esclusi ovviamente i casi di collusione o omertà): le chiese, le scuole, lo sport, le famiglie… E mi dico che di fronte a questo moltiplicarsi di casi che emergono e di fenomeni in espansione anche sul web, online, dobbiamo aprire gli occhi: diventare molto meno ingenui, prudenti, senza allarmismi, ma sapendo che il fenomeno è ben radicato ovunque e in crescita per molti complessi motivi».

    Quale pensiero vorrebbe esprimere alle giovani generazioni, inevitabilmente toccate da questi fatti di cronaca?
    «Non allarmarsi troppo, ma accogliere e comprendere profondamente quanto può dar loro disagio nella relazione con persone più grandi di loro: ascoltarsi e parlarne. Non disperare, ma rendersi conto che certi disturbi ci sono sempre stati e vengono ancor oggi non sufficientemente presi sul serio da tutte le istanze, per cui vale la pena impegnarsi a rispettare e farsi rispettare e a riconoscere ciò che può essere manipolatorio, intrusivo e sbagliato».

    LQ

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