«Partire in missione per Haiti nel mese missionario straordinario indetto da papa Francesco ci riempie di emozione», ci confidano i coniugi Maria Laura di Manno, e Sebastiano Pron di Vezia. Lui è insegnante alla scuola media di Gordola e lei è medico a Baden, entrambi si fermeranno ad Haiti per 2 anni. «Questa coincidenza ci fa ancora di più sentire parte di una Chiesa che si vuole rinnovare; viviamo questa missione con lo spirito di camminare con i più poveri e di condividerne le fatiche». Nel corso della lunga preparazione di questa missione nella coppia è cresciuta la consapevolezza che oltre all’aspetto pratico, anche quello spirituale è importante e dà senso a ciò che si apprestano a compiere. «Il Papa ci ricorda che la Chiesa è missione: andiamo ad Haiti non per evangelizzare, ma per essere evangelizzati dai poveri: Gesù ha rivelato il Vangelo agli ultimi, per questo dobbiamo imparare da loro», evidenziano.
Il conferimento del mandato
Venerdì prossimo, 11 ottobre, al battistero di Riva San Vitale, nel corso dell’evento organizzato nell’ambito del mese missionario straordinario, il vescovo Valerio Lazzeri affiderà ai coniugi Pron il mandato per operare nella chiesa di Anse-à-Veau-Miragoâne, ad Haiti per il progetto della diocesi di Lugano coordinato dalla Conferenza missionaria della Svizzera italiana. Consegnerà loro delle croci quali portatrici di grazia nell’annunciare il Vangelo della speranza. I coniugi raggiungeranno sul posto Francisco Fabres, che assieme a Nicola Di Feo e a Nicole Agustoni (già rientrati), ha iniziato il progetto nel 2017. Sebastiano, che è insegnante, continuerà il lavoro per migliorare la qualità dell’insegnamento nelle scuole parrocchiali, mentre Maria Laura, che è medico di formazione, collaborerà con le strutture sanitarie presenti. Terminato il corso di preparazione al Centro Unitario Missionario di Verona, i due cooperanti partiranno con un mandato per due anni. Haiti resta il Paese più povero dell’emisfero nord, dove oltre il 70% della popolazione guadagna meno di 2 dollari al giorno, si verificano ripetute catastrofi naturali e domina la corruzione. Questi elementi, assieme ai problemi governativi, generano instabilità politica.
L’eredità dello spirito scout
Maria Laura e Sebastiano sono scout e hanno svolto la loro attività nella sezione Tre Pini Massagno, che proprio oggi festeggia i suoi settant’anni. «Lo scopo dello scoutismo è di formare dei buoni cittadini e l’esortazione di Baden Powell di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato, ci motiva e ci ispira. I valori scout, come ad esempio quello di mettersi al servizio, ci accompagnano sempre e hanno certamente avuto un ruolo nella nostra decisione di partire in missione », rivelano.
La crisi haitiana
Non accenna a placarsi la situazione di tensione ad Haiti, dove da mesi si susseguono manifestazioni di piazza, in qualche caso violente, contro il presidente Moïse. La situazione drammatica del Paese è stata recentemente descritta in una lunga nota della Provincia dei Gesuiti di Haiti, in cui si mettono in evidenza «la stanchezza della gente per la palese assenza di leadership del presidente» e l’aumento del 150% o anche 200% del prezzo del carburante. In pratica, riferiscono i Gesuiti, il Paese è bloccato, diminuiscono gli indici di sicurezza sociale e sanitaria, molte scuole restano chiuse e la protesta è scesa nelle piazze. Nel frattempo prosegue l’iniziativa della Chiesa haitiana: un anno di preghiere e adorazione per il Paese, fino alla Pentecoste 2020. Riferendosi a questa situazione, anche la Conferenza episcopale del Paese settimana scorsa ha diffuso un comunicato. «Esiste una violenza più atroce che vivere costantemente nell’insicurezza?», si chiedono i vescovi haitiani. «Nessun popolo deve accettare la miseria, povertà e violenza in modo disfattista. Quindi, i più alti poteri dello Stato devono assumersi le proprie responsabilità per garantire il buon funzionamento del Paese e delle istituzioni; essi sono moralmente responsabili della sicurezza e del benessere della popolazione. Se il Paese è in fiamme, è a causa della loro irresponsabilità». Tutto questo ha anche delle ricadute sulla missione della Diocesi di Lugano ad Haiti, come ci racconta don Jean-Luc Farine, animatore della Conferenza missionaria della Svizzera italiana: «L’unico missionario ticinese attulamente presente sull’isola, Francisco, al momento è impossibilitato a muoversi. Gli spostamenti sono diventati pericolosi e difficili. A risentirne soprattutto la nuova missione avviata a Baradères, in cui si vorrebbe rilanciare la comunità ricostruendone le scuole e formando i loro maestri. Da parte nostra faremo di tutto perché i coniugi Pron arrivino nel Paese in sicurezza».
Katia Guerra