da Parigi Francesco Muratori*
«Ricostruiremo Notre-Dame in cinque anni»: questa è stata la promessa all’indomani del rogo della volta della Cattedrale parigina da parte del presidente francese Macron. Promessa mantenuta, sebbene siano stati cinque anni di restauri e polemiche. Vedendo la città, i parigini e i turisti onnipresenti in questi giorni, credo che a nessuno interessi più quel dibattito, perché il simbolo della Francia, per credenti e non credenti, conduce a una bellezza attraverso le sue volte gotiche che travalica le questioni terrene. In questi giorni a Parigi, ci sono stati due incontri che hanno dato il senso e reso l’idea di questo momento. Il primo è quello con mons. Francesco Follo, già osservatore permanente della Santa Sede all’Unesco, che vedrete nella puntata di «Strada Regina» di questa sera (ore 18.35 RSI La1); il secondo è l’incontro con Damian Pinardi, carpentiere italo/argentino, che conoscerete al TG delle 20 sempre su La1. Non vi spoilero troppo, come si dice oggi, ma in modo differente e complementare questi due incontri riescono ad innalzare, come le guglie della cattedrale, i pensieri, la passione e il senso di appartenenza ad una comunità umana che ritrova un simbolo.
La cattedrale Notre Dame di Parigi dopo i lavori di restauro.Mons. Follo è da poco in pensione, ha la voce flebile e gli occhi azzurri e vivissimi. È gentile e ironico, racconta uno sguardo inedito e personale su una struttura che non è solo bella e preziosa ma viva e collettiva. E poi c’è Damian Pinardi, alto, barbuto con le mani callose. Si presenta col mate argentino e un sorriso di un amico che non ti vede da molto tempo. È un carpentiere che quando ha visto l’incendio ha pensato «devo esser lì a dare il mio contributo». Sono due anni che vive a Parigi: per il primo anno ha squadrato a mano e con attrezzi medioevali ogni albero diventato poi trave portante del tetto, nel secondo anno ha ricostruito il tetto. Costruendo anche una fraternità umana di giovani da tutto il mondo a cui sa di aver restituito un po’ di bellezza. Sul termine «bellezza» entrambi avranno qualcosa da dire qualcosa.
Ho visto da vicino la cattedrale e sbirciato nel cantiere: l’interno della chiesa non è stato ricreato identico a com’era prima del rogo. Le navate ora sono illuminate da una luce che prima non c’era. Un contrasto con l’atmosfera cupa che vi si respirava precedentemente. Un vecchio detto diceva «solo chi fa sbaglia». Ma la cattedrale che ho visto è il risultato di otto secoli di modifiche e vènti di modernità che hanno soffiato in ogni direzione. La cattedrale che ho visto è il risultato di otto secoli di persone che l’hanno abitata e resa viva come me, te, mons. Follo e Damian Pinardi.
* conduttore di «Strada Regina»
Forti le parole del leader della Chiesa greco ortodossa di Antiochia, vero e proprio «manifesto» delle attese di tanti cristiani siriani
Il messaggio lancia un appello per la liberazione “degli ostaggi, dei prigionieri, il ritorno dei senzatetto e degli sfollati, la cura dei malati e dei feriti, il ripristino delle proprietà sequestrate o minacciate e la ricostruzione di tutte le strutture civili che sono state danneggiate o distrutte”.
Oggi, 12 dicembre, è la sua festa. La testimonianza di quanto la purezza del cuore possa far fiorire nel mondo la bellezza.