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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (31 marzo 2025)
Catt
  • COMMENTO

    "Pensieri sparsi dopo un ritiro spirituale a Poschiavo"

    Sono stata a Poschiavo, nel Grigioni italiano, per seguire un corso di esercizi spirituali con le suore agostiniane del convento di S. Maria Presentata.

    In questo bel paese, incastonato nella valle, si trova una comunità di 10 suore: 5 più giovani (fra cui alcune colombiane) e 5 più in là con gli anni. Le suore erano originariamente di clausura, poi, sollecitate dalla popolazione poschiavina, si sono aperte alla vita attiva, ma hanno conservato uno stile di vita contemplativo; infatti, dedicano due ore la settimana all’adorazione eucaristica. Una bella iniziativa è pure il santo rosario per la pace nel mondo al quale possono partecipare tutti, che si recita dal lunedì al venerdì alle ore 20.00. Gli esercizi si sono svolti in un clima di silenzio. Durante i pasti ascoltavamo l’audio del libro delle “Confessioni” di Sant’Agostino, oppure musica religiosa colombiana.

    “Ritornare al cuore”

    Il predicatore era il vescovo argentino agostiniano Padre Alberto Bochathey, già segretario della Conferenza episcopale argentina, legato alle suore da un’amicizia di lunga data. Il tema era incentrato sul cuore in Sant’Agostino, riallacciato all’ultima enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos”. Siccome il documento papale è stato già ampiamente commentato sul portale catt.ch, mi limiterò a riportare alcuni spunti agostiniani che mi hanno particolarmente colpita. Il mezzo privilegiato è la meditazione della Parola di Dio che ci cambia e ci plasma piano piano, senza che noi a volte neppure ci accorgiamo. L’accento era posto sulla purificazione del cuore. Il presule ha parlato così: come, ad esempio, si fanno le pulizie pasquali (alla fine si è stanchi ma si è felici perché tutto è lindo), così gli esercizi sono un’esperienza forte che aiutano a purificare l’anima. Ritornare al cuore non è fare romanticismo ma riflettere secondo la spiritualità di Sant’Agostino che fa di questo “organo spirituale” il centro dei sentimenti più nobili, allo scopo di vedere meglio Dio e avvicinarsi a lui. La lettera agli Ebrei nel capitolo 10, afferma che dobbiamo avere i cuori purificati da ogni cattiva coscienza. Quando ci accorgiamo del nostro peccato siamo chiamati ad aprirci alla tenerezza di Dio con il pentimento. Verso il nostro prossimo dovremmo essere semplici e non doppi, cioè, farci conoscere per quello che siamo, senza maschere.

    Le persone più gioiose sono anche quelle più umili, che vivono la pace interiore perché sanno di essere amate da Dio; non si esaltano e non si deprimono perché riconoscono di essere “nella tasca della divina provvidenza”.

    La conseguenza: un cuore grato e accogliente

    Tutti noi dovremmo riconoscere che siamo dei privilegiati, che abbiamo ricevuto molto e gratuitamente da Dio, più di quanto sappiamo dare… Nelle famiglie, nelle comunità dovremmo preoccuparci di creare armonia fra noi, anche con un dialogo franco e aperto, mettendo in comune i frutti della nostra interiorità. L’armonia si può paragonare a una bella melodia che rallegra l’udito e l’animo. La purificazione del cuore porta anche ad accettare serenamente la volontà del Signore, così come si presenta ogni giorno. La nostra vita è un cammino verso l’eternità, dove ci accoglierà l’abbraccio di Dio, e saremo rivestiti dell’uomo celeste. La vita comunitaria ci aiuta ad avere un cuore solo e un’anima sola protesi verso Dio, come descrive il santo vescovo di Ippona nella sua Regola.

    L’esempio di Gesù

    Gesù è il medico che ha bevuto per primo il calice amaro della sofferenza e ci ha dato l’esempio di come affrontare le difficoltà che incontriamo. Se Dio ci ama così come siamo, non sapremo noi sopportare i difetti del nostro prossimo? Per riparare i nostri peccati, facciamo opere di bene e amiamo molto il Signore. I nostri peccati sono come il ferro e i nostri atti di amore come l’oro. Questi che vi ho proposto, sono solo alcuni pensieri sparsi…

    Al termine degli esercizi, una suora della comunità ha scritto dei biglietti per ogni consorella, con un pensiero diverso tratto dal documento “Dilexit nos”. A me è toccato questo: “L’amore di Cristo è capace di dare cuore a questa terra e reinventare l’amore laddove pensiamo che la capacità di amare sia definitivamente morta”. (Papa Francesco)

    Suor Sandra Künzli, agostiniana ticinese

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