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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (4 luglio 2025)
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  • Simone Weil: giustizia e amore del prossimo sono strettamente legati

    di Manuela Masone

    In seguito al mio ultimo articolo “Sopravvivere”, vorrei condividere questa riflessione su alcuni testi di Simone Weil che hanno a che fare con il lavoro e trovo siano molto attuali. Per chi non conosce questa figura, vi invito a cercare la sua biografia in rete. Riguardo all’argomento che tratterò, è importante sapere che ad un certo punto della sua breve vita, la filosofa decide di lasciare l’insegnamento, per sperimentare la condizione operaia. Questo periodo molto duro, perché le condizioni di lavoro in fabbrica erano poco umane, le ha rovinato la salute.

    I testi che riporterò di seguito, sono segnati da questa particolare esperienza nel mondo del lavoro, nel quale la persona umana veniva alienata. Possono essere applicati in altri ambiti ma a me parlano parecchio quando penso alla situazione odierna.

    “Quando due esseri umani hanno a che fare tra loro e nessuno dei due ha il potere di imporre nulla all’altro, occorre che giungano ad intendersi. Allora entra in gioco la giustizia, perché solo la giustizia ha il potere di far coincidere due volontà. […] Ma quando vi sono un forte e un debole, non vi è alcun bisogno di unire due volontà. Non vi è che una sola volontà, quella del forte. Il debole obbedisce. Accade come quando un uomo maneggia del materiale. Non vi sono due volontà da far coincidere. L’uomo vuole e la materia subisce. Il debole è come un oggetto […] Per l’inferiore esiste, a partire da un certo grado d’ineguaglianza nei rapporti di forze ineguali tra gli uomini, il passaggio allo stato di materia e la perdita di personalità

    Per Simone Weil giustizia e amore del prossimo sono strettamente legati quindi il termine giustizia è legato sia alla verità (la cosa giusta da fare) che alla bontà (la cosa buona da fare). Quando manca l’equilibrio (solitamente la giustizia viene rappresentata con la bilancia) nelle relazioni, il rapporto non è di uguaglianza ma ci sono il forte e il debole.

    “La virtù soprannaturale della giustizia consiste, quando ci si trovi nella condizione di vantaggio in un rapporto diseguale di forze, nel comportarsi esattamente come se vi fosse uguaglianza. Esattamente e da ogni punto di vista; compresi i minimi dettagli di accento e di atteggiamento; perché un dettaglio può essere sufficiente a gettare nuovamente l’inferiore in uno stato di materia, che in questa condizione è suo per natura […] Colui che tratta da uguali coloro che il rapporto di forza pone molto al di sotto di lui, fa loro dono di quella qualità di esseri umani, della quale la sorte li aveva privati”

    Lo “stato di materia” è quando la personalità risulta annientata perché gli viene negata la possibilità di sperare e la fiducia nelle proprie capacità svanisce. Sempre più frequentemente, oggi, quando si arriva a questo punto, si entra in depressione fino a compiere gesti estremi (non sono fan delle statistiche ma in Svizzera un caso di suicidio su sette è dovuto a problemi legati al lavoro o alla mancanza dello stesso). Ridare dignità significa ridare speranza, e dare speranza significa dare vita.

    “Trattare il prossimo sventurato con amore è qualcosa che somiglia al battezzare […] Questa attenzione è creatrice”

    Il paragone con il battesimo è molto forte perché indica la possibilità che abbiamo, per opera della grazia, di contribuire alla rinascita di qualcuno. Questa rinascita non va intesa qui in primo luogo come una riscoperta della fede, ma della propria dignità, che solo a volte passa anche dall’incontro personale con Dio.

    Non so se anche a voi questi testi parlano, ma desideravo condividerli perché sono per me una presa di coscienza e un incoraggiamento a viverli nel quotidiano.

     

    Testi tratti da: Simone Weil, L’amore di Dio. Prima che venga Dio, San Paolo, 2013

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