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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (10 luglio 2025)
CATT
  • Sinodo: sull’esempio di Maria, la prima forma di autorità sia il servizio

    «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5) è la decisione che Maria assume nel contesto delle nozze di Cana allo scarseggiare del vino e questa sua fermezza «femminile - materna - pratica», mi pare essere il richiamo più convincente e consolidato del discernere e del decidere, senza indugio o titubanza, lei che da sempre è docile alla voce dello Spirito. Nel percorso sinodale voluto da papa Francesco, che se preso sul serio nelle sue molteplici consultazioni su vasta scala potrebbe davvero portare una ventata di novità nella Chiesa universale ancora troppo parrocchia-centrica, la voce del popolo di Dio esprime in molteplici modi la capacità di ciascuno di sentirsi partecipe di un esteso cammino comunitario non più gerarchico ma famigliare, là dove è chiamato a vivere, nei diversi stati di vita sia consacrata che laica. I religiosi, in particolare, sentono tutta l’urgenza di questa consultazione proprio perché particolarmente vicini al cuore di coloro che devono discernere e decidere: basti pensare agli anni necessari per professare solennemente i voti religiosi! Ma discernere per poi decidere su «cose belle» potrebbe rivelarsi piuttosto facile e privo di ostacoli, mentre questo percorso suscitato sempre dallo Spirito potrebbe invece rivelarsi molto arduo quando la posta in gioco potrebbe dare una svolta decisiva alla propria vita. Proprio Maria, tanto cara alla nostra gente, così come ai malati ed ai carcerati, si impone nella mente cristiana come colei che ha saputo guardare oltre alle giare vuote di Cana, perché animata dalla speranza e dalla fiducia in Colui che tutto può. Ma per fare questo non ci vuole solo una fede forte e incondizionata: è necessario anche coltivare quella capacità interiore per un ascolto più profondo che diventa obbedienza. Maria anche in questo arriva prima di tutti perché capace di accettare anche quando non capisce: «Come è possibile?» (Lc 1,34) risponde all’angelo dell’Annunciazione e ancora: «Meditava nel suo cuore tutte queste cose» (Lc 2,19 e Lc 2,50). Discernere e poi decidere è un’azione davvero valorosa e talvolta dolorosa! Eppure è forse proprio in questo che noi possiamo dare buona testimonianza della solidità della nostra fede perché ci fidiamo/affidiamo a Dio abbandonandoci alla sua volontà, non in modo cieco ed irrazionale ma perché convinti che è in Lui che possiamo trovare quiete per il nostro cuore anche se la vita è scossa dalle tempeste esteriori della società e del mondo. La Chiesa, in questo, ha ancora molti passi da fare, affinché ancora sull’esempio di Maria, clero e popolo imparino che la prima forma di autorità è il servizio. Attraverso un dialogo schietto e costruttivo, ognuno di noi potrà dare il suo piccolo ma necessario contributo alla comunità dei credenti che sempre è chiamata a rinnovarsi non secondo le mode del momento ma per il soffio dello Spirito che ininterrottamente soffia sulle vele della Chiesa, sospingendola al largo, proprio là dove vivono gli ultimi del mondo.

    Michele Ravetta, frate cappuccino

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