Beat Grögli è il dodicesimo vescovo di San Gallo. Il 55enne in precedenza era Dompfarrer, ossia parroco della cattedrale. È stato eletto martedì dallo stesso Capitolo della cattedrale. Il risultato è rimasto segreto fino a oggi, giovedì, quando è giunta l’approvazione da parte di Leone XIV.
L’elezione del vescovo era stata rinviata il 23 aprile scorso a causa della morte di Papa Francesco. Il predecessore di Grögli, Markus Büchel, aveva presentato le sue dimissioni al pontefice il 9 agosto 2024 in occasione del suo 75esimo compleanno. Francesco aveva accettato le dimissioni una settimana dopo.
Le prime dichiarazioni
"Come vescovo di San Gallo, assumo ora una nuova responsabilità per l'intera diocesi, con le sue diverse regioni e l'intera gamma di immagini e aspettative della Chiesa", ha affermato Beat Grögli, secondo un comunicato della diocesi.
"Parte del mio compito come parroco della cattedrale era quello di dare spazio alle preoccupazioni della gente e dei fedeli", afferma Grögli. “Come vescovo, ora continuerò questo compito in un contesto più ampio”.
Una Diocesi “giovane”
Mons. Beat Grögli è il dodicesimo vescovo di San Gallo. La diocesi di San Gallo è infatti di recente fondazione: la sua istituzione risale al 1847. Precedentemente era esistita una Diocesi di Costanza, poi sciolta nel 1821 e, a seguire la doppia diocesi di Coira-San Gallo, che rimase tuttavia impopolare e senza successo, come spiegato sul sito web della diocesi.
L’attuale sede diocesana si trova nel distretto abbaziale, cioè negli edifici dell'ex abbazia benedettina di San Gallo. Costruita sulla tomba di San Gallo, morto intorno al 645 d.C., l’abbazia ha a lungo influenzato la vita spirituale della regione, fino al suo scioglimento nel 1805 da parte del Gran Consiglio del Cantone di San Gallo.
rsi/cath.ch/kath.ch/adattamento red