di Katia Guerra
Una regione isolata dal profilo geografico, sociale, infrastrutturale, nell’estremo nord del Camerun, con enormi bisogni sanitari: è qui, a Mada, che il dottor Giuseppe Maggi (1910 -1988), medico ticinese originario di Caneggio, ispirato da ideali cristiani e umanitari, decise di costruire, nel 1975, il suo sesto ospedale nel Paese africano grazie anche al sostegno della popolazione ticinese. Un’opera umanitaria tutt’ora viva, che l’associazione Hôpital Helvétique de Mada (HHM), con il sostegno della Fondazione «Opera Umanitaria Dr. Maggi», porta avanti dal Ticino, insieme al team direttivo, presente in loco. L’ospedale, riconosciuto dal governo camerunense come nosocomio di distretto, dispone di circa 120 posti letto.
Un ospedale in zona di guerra
Di recente una delegazione dell’associazione e i vertici dell’ospedale si sono incontrati a Yaoundé, capitale del Camerun, per fare il punto della situazione e guardare al futuro. «La struttura sanitaria, situata al cuore della regione del lago Tchad e al confine con Nigeria e Ciad, si ritrova oggi in una zona di guerra. La regione è infatti preda della violenza di gruppi terroristici e non solo, con la popolazione costretta a fuggire da un paese all’altro», ci dice il presidente dell’associazione, il dottor Pietro Antonini. «Inoltre, trovandosi in pieno Sahel, il paese subisce fortemente le conseguenze del cambiamento climatico con periodi di estrema siccità ed altri con inondazioni devastanti. Tutto ciò colpisce una regione già di per sé fragile. La popolazione, che vive principalmente di pastorizia e di agricoltura, è sempre più povera, mancano i servizi e le infrastrutture, le autorità governative sono lontane». Una situazione che rende ancora più indispensabile la presenza dell’ospedale creato dal dott. Maggi, che oltre ad avere a cuore la cura delle persone, ha anche un importante ruolo a livello sociale e nella promozione della salute pubblica, coinvolgendo e responsabilizzando la comunità locale.
Il ruolo della scuola «Dr. Maggi»
Importante, anche in questo senso e per lo sviluppo della giovane popolazione, è pure il contributo della Scuola materna ed elementare «Dr. Maggi» di Mada, creata dall’associazione una ventina d’anni fa e fatta crescere grazie al sostegno finanziario della Fondazione «Aiuto Cooperazione e Sviluppo». Oggi accoglie 18 bambini nella classe di scuola materna e 255 allievi dalla prima alla sesta elementare. Chi frequenta la scuola Dr. Maggi ottiene ottimi risultati e con facilità riesce ad essere ammesso ai cicli di scuola superiore. Le famiglie di Mada, e dei villaggi limitrofi, ambiscono a che i loro figli possano frequentare questo istituto privato e pagano volentieri la piccola parcella annuale anche per le bambine, che costituiscono il 40 percento della popolazione scolastica, fatto eccezionale in un contesto così difficile e complesso come quello del dipartimento Logone et Chari del quale fa parte il distretto sanitario di Mada.
Le sfide dopo l’attacco del 2022
«La nostra lontananza dall’ospedale, la mancanza di sicurezza, la difficoltà nel trovare personale qualificato, soprattutto per i posti chiave, sono per noi oggi le sfide più grandi nel dare continuità all’ospedale e alla scuola», evidenzia il dott. Antonini. La situazione si è fatta più complessa dall’attacco del gruppo terroristico Boko Haram avvenuto nel luglio del 2022, che ha portato alla chiusura per sei mesi del nosocomio. «L’attività dell’ospedale ha potuto riprendere ma non è più riuscita a raggiungere i livelli di prima della chiusura. Quindi per noi ora si tratta soprattutto di reinventarci per tornare ad essere un punto di riferimento per la popolazione. Sarà sempre più importante anche intensificare le collaborazioni con gli attori coinvolti sul territorio». Questo era anche uno degli obiettivi del viaggio a Yaoundé della delegazione dell’HHM, che ha avuto l’opportunità di intrattenersi con la nuova ambasciatrice svizzera Natalie Kohli, la quale ha assicurato il suo sostegno attivo soprattutto nel favorire la creazione di reti di collaborazione. L’opera dell’associazione, ha sottolineato, contribuisce a veicolare un’immagine positiva della Svizzera. Importante è pure stato l’incontro con la Delegazione Regionale per l’Africa Centrale del CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa), diretta da Stéphan Bonamy, che fa affidamento, in particolare per la cura delle vittime di guerra, sull’ospedale di Mada e lo sostiene. La delegazione dell’HHM si è recata anche al Ministero della Salute Pubblica del Camerun, dove il capo della Divisione della cooperazione Robert Mathurin Bidjang ha presentato in grandi linee la strategia e i programmi delle autorità governative nell’ambito della salute pubblica che saranno messe in atto dai centri di salute sparsi sul territorio. L’alto funzionario ha espresso apprezzamento per l’operato dell’ospedale di Mada ed ha assicurato il sostegno delle autorità, in particolare nel prendersi a carico i costi delle cure per la popolazione indigente.
Per informazioni e per sostenere l’associazione: fondazionemaggi.ch
Adolphe Madesi prende il testimone da Bakerura Sinda M’Pozé
Alla testa dell’ospedale di Mada da qualche mese c’è il dottor Adolphe Madesi. Congolese d’origine, è specializzato in chirurgia pediatrica. Per lui non si tratta della prima esperienza a Mada. Nel 2017 era infatti arrivato nell’estremo nord del Camerun come medico praticante ed era stata preso sotto l’ala dell’allora direttore dell’ospedale dott. Bakerura Sinda M’Pozé, ora in pensione. «Non mi aspettavo di arrivare in una zona così diversa da Goma, da dove provengo. I primi giorni avevo molti dubbi: non sapevo se sarei rimasto. Mi immaginavo un paese dell’Africa centrale, non uno con il clima del Sahel con mesi con caldo torrido e con una stagione delle piogge così devastante da rendere impraticabili le strade», ci racconta il dott. Madesi. «Ma poi ho conosciuto l’ospedale e le persone: mi sono reso conto che qui è una scuola per chi come me ha la passione per la chirurgia. Così sono rimasto. Mada è un crocevia di culture e l’ospedale si prende carico di persone provenienti da tutto il Camerun settentrionale, dal Ciad e dalla Nigeria. Ho imparato molto dal dott. M’Pozé. Per essere più indipendente era importante che intraprendessi degli studi. Così, con l’aiuto dell’associazione Hôpital Helvétique de Mada, sono partito per il Benin e poi Francia per ottenere il titolo di medico chirurgo specializzato in pediatria». L’associazione ha potuto prendersi a carico i cinque anni di formazione del dott. Madesi grazie al sostegno dalla clinica Moncucco di Lugano. Gli abbiamo chiesto se quando qualche mese fa è tornato all’ospedale di Mada dopo la fine degli studi l’ha trovato diverso. «Ho notato soprattutto una diminuzione della frequentazione dell’ospedale, forse dovuta anche alle recenti inondazioni che hanno reso molte vie di comunicazione impraticabili. Da quando sono operativo sembrerebbe che la tendenza si sia invertita».
Il dott. Madesi ha preso esempio dal dott. M’Pozé, da poco in pensione dopo 27 anni quale direttore dell’ospedale, e ha deciso di restare a Mada. Per il dott. M’Pozé, la spinta è venuta dal dottor Giuseppe Maggi. «Sono rimasto impressionato da questo medico svizzero, del quale mi hanno raccontato, e mi sono detto che così come lui ha lasciato il suo Paese per venire in Camerun, anch’io potevo farlo». Il dott. M’Pozé ha conosciuto l’ospedale dapprima come consulente nella riorganizzazione del blocco operatorio, poi dal 2000 si è installato definitivamente a Mada «in primo luogo per le persone – ci racconta -. Qui la popolazione è povera, ma fiera. Non hanno molte conoscenze per quanto riguarda la salute. Si incontrano anche molte malattie che in altri posti non esistono. Ho sempre potuto contare sul sostegno dell’équipe svizzera e questo è stato molto importante, perché a volte a Mada ci si può sentire un po’ soli. Quando io sono arrivato qui non c’era il telefono, si comunicava con un sistema radio. L’ospedale ha contribuito allo sviluppo di tuttoa la regione. All’inizio non è stato facile convincere le persone a raggiungere l’ospedale, è stato necessario una grande lavoro di sensibilizzazione, anche attraverso le persone influenti dei villaggi. A Mada, grazie alla presenza di questa struttura, è fiorito anche un mercato. In seguito, è stata creata la scuola. Ammetto che all’inizio ero un po’ scettico per la presenza a Mada di diverse etnie. È stato però un successo ed è molto apprezzata. Quello che mi auguro per Mada è che i servizi medici pubblici prendano esempio dall’ospedale creato dal dott. Maggi».
L’instancabile impegno del dott. Maggi per le «periferie» del Camerun
«Si cerca un medico per l’Africa»: è stato questo annuncio apparso sul Bollettino dei medici svizzeri a spingere il dottor Giuseppe Maggi, di Caneggio, a partire nel 1948 per Kagondo, nel Tanganika (ora Tanzania). Da allora non lasciò più l’Africa. Nato nel 1910, studiò medicina a Losanna e, dopo la laurea, esercitò in Romandia e in Ticino, per poi trasferirsi in Africa. Dalla Tanzania si spostò di 2000 chilometri verso ovest approdando a Omwan, a nord di Yaoundé, capitale del Camerun. Iniziò la sua attività nell’ospedale «Ad Lucem». Il primo nosocomio lo costruì nel distretto di Douala, in una radura della giungla abitata dai pigmei Baka presso la missione di St. André. Nel contempo il Dr. Maggi ampliò anche l’ospedale di Omwan portandolo da 60 a 120 posti letto. Quando il personale di St. Andé, formato dal Dr. Maggi, dimostrò un buon livello di autonomia, il medico ticinese prese una decisione che avrebbe caratterizzato tutto il suo lavoro in Africa: cedette l’ospedale ad un ente capace di assicurarne il funzionamento per poter proseguire la sua opera dove ci fossero grandi bisogni sanitari e nessun sostegno. L’opera del dottor Maggi si spinse sempre più a nord del Camerun: sorsero gli ospedali di Tokombéré, Petté, Zinah e infine Mada. A parte Zinah, tutte le altre strutture sono attive ancora oggi, gestite a livello diocesano, o da associazioni o fondazioni. Animato da profondi ideali cristiani e umanitari, ai quali si è ispirato lungo tutto l’arco della sua esistenza, Baba Maggi - come veniva chiamato dai camerunensi - concentrava la sua attenzione sui luoghi più inospitali e dimenticati, e nei quali i bisogni della popolazione apparivano enormi. Con il suo dinamismo e suo impegno senza sosta portava una luce di speranza. Oltre alle cure sanitarie, gli ospedali del dott. Maggi offrono ancora oggi opportunità di sviluppo in territori fragili e con un alto tasso di povertà. Il dottor Maggi è scomparso il 25 luglio del 1988, a 78 anni, durante il breve riposo pomeridiano dopo aver trascorso l’intera mattinata in sala operatoria. È sepolto a Mada, nel «suo» ospedale, all’ombra degli alberi, di fronte a una piccola cappella a lui dedicata.