Per quanto riguarda l’orientamento dei cardinali, negli interventi è stato rilevato che “si attende un Papa presente, vicino, come porta d’accesso alla comunità in un ordine mondiale in crisi. Un pastore vicino agli uomini, che affronti la sfida della fede, del creato e della guerra in un mondo frammentato”, lo riferisce il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Oggi è prevista solo una congregazione la mattina alle 9.
I preparativi per il Conclave
Nel pomeriggio di ieri, circa cento officiali e addetti al Conclave hanno prestato giuramento di segretezza nella Cappella Paolina. A partire da oggi, 6 maggio, i cardinali elettori possono entrare a Casa Santa Marta per prendere possesso delle loro stanze, in vista della Messa “Pro eligendo Pontifice” di domani mattina. Inoltre, domani 7 maggio, a partire dalle 15, saranno disattivati tutti i segnali di telecomunicazione mobile all'interno del Vaticano, esclusa l’area di Castel Gandolfo, per garantire l’isolamento dei cardinali durante il Conclave; il segnale sarà riattivato dopo l’annuncio del nuovo Papa.
La paternità di Pietro
Andrea Tornielli su vaticannews riflette, alla vigilia del Conclave per eleggere il nuovo Papa, sul tratto più profondamente umano e spirituale del Vescovo di Roma: la paternità. Un sentimento avvertito intensamente dal popolo di Dio, che si è sentito orfano alla notizia della morte di Papa Francesco.
Tornielli rievoca le parole di Paolo VI, che in un dialogo con il filosofo Jean Guitton ricordava con emozione il viaggio in India del 1964, dove fu accolto da una folla immensa. In quell’abbraccio popolare, il Papa comprese che la più grande dignità del pontefice non è tanto il potere, ma la paternità: un sentimento che invade lo spirito, cresce con i figli, consola più di quanto affatichi.
Paolo VI riconosceva la sua missione non come autorità distante, ma come fraternità vissuta nel portare il peso di tutti, sentendosi “inferiore a tutti”. Episodi come il suo passaggio tra le folle a Gerusalemme nel 1964, o l’incontro con i fedeli a Bombay, testimoniano un pontificato vissuto nell’abbraccio del popolo, a volte anche fisicamente travolgente, ma mai stancante spiritualmente.
Infine, la testimonianza di Padre Giulio Bevilacqua svela il sogno di Montini: un Papa libero dalle pomposità, immerso nella vita del suo popolo, semplice e accessibile, “solo in mezzo ai suoi diaconi”. Un ideale di paternità che ancora oggi commuove e ispira.
Conclave, ecco come si elegge il Papa
La distribuzione delle schede
Ogni cardinale riceve almeno due o tre schede preparate dai cerimonieri. Si sorteggiano tre scrutatori, tre infirmarii (per raccogliere i voti degli infermi) e tre revisori. Se i sorteggiati non possono svolgere il compito, si sostituiscono. Prima della votazione, il personale non elettore esce dalla Cappella Sistina, che viene poi chiusa.
Il voto
I cardinali scrivono il nome dell’eletto sulla scheda, la piegano e, uno alla volta in ordine di precedenza, la portano all’altare, pronunciando la formula di giuramento. Gli infermi presenti in Cappella sono aiutati da uno scrutatore che deposita la loro scheda.
Come votano i cardinali infermi
Gli infirmarii si recano dai cardinali nelle loro stanze con schede e una cassetta sigillata. Dopo la votazione, riportano la cassetta che viene aperta dagli scrutatori. Le schede vengono poi inserite nel recipiente con le altre.
Lo scrutinio
Le schede vengono mescolate e contate. Se il numero non corrisponde agli elettori, si bruciano e si vota di nuovo. Se il conteggio è corretto, inizia lo spoglio: ogni scheda è letta, registrata e infilata su un filo. I voti sono annotati e conteggiati.
Il quorum necessario
Servono almeno i due terzi dei voti per eleggere il Papa: con 133 elettori, servono 89 voti. I revisori controllano che le operazioni siano state corrette. Tutte le schede, dopo la revisione, vengono bruciate. Il fumo bianco o nero segnala l’esito della votazione.
Le votazioni
Si tengono due votazioni al mattino e due al pomeriggio. Se dopo tre giorni non c’è elezione, si fa una pausa. Dopo ogni serie di sette scrutini senza esito, si tiene un momento di preghiera e riflessione. Dopo l’ultima serie senza risultato, si vota solo tra i due candidati più votati, che non possono votare. Serve comunque la maggioranza qualificata di due terzi.
fonte: agenzie/red