Va ancora all’Ucraina e alla sua gente il pensiero del Papa al termine dell’udienza generale. Con dolore Francesco richiama nuovamente l’attenzione sulla “terribile situazione" della martoriata nazione prima di congedarsi dai fedeli riuniti in piazza San Pietro. E racconta della missione del suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski, che ha inviato per la quarta volta nel Paese per far sentire la sua vicinanza alla gente duramente provata dal conflitto con la Russia. Il porporato ha anche sperimentato sulla sua pelle, sabato scorso, il pericolo, rischiando la propria vita perché il suo pulmino di viveri e rosari del Papa, nei pressi di Zaporizhia, è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco, ma non ci sono state gravi conseguenze e gli aiuti sono arrivati a destinazione. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Il Papa: il Kazakhstan, un Paese esempio di civiltà e coraggio
Francesco ha dedicato la catechesi dell'udienza generale al recente viaggio apostolico nel Paese asiatico: ho trovato un luogo in cui si dà valore alla pace e fratellanza, dove politica e religione hanno pari dignità e in cui sono state compiute scelte positive come il rifiuto fin da subito delle armi nucleari. La gratitudine verso la Chiesa kazaka, piena di entusiasmo, che vive la "beatitudine della piccolezza".
Il no del Kazakhstan alle armi nucleari
Il viaggio è stato anche occasione per incontrare le autorità del Kazakhstan e la comunità ecclesiale, prosegue Francesco, e sottolinea ancora la vocazione di quel Paese in cui convivono centocinquanta gruppi etnici e più di ottanta lingue, ad essere un "Paese di incontro, di culture, di lingue"'. Una vocazione, afferma, che va incoraggiata e sostenuta.
Come pure ho auspicato che possa proseguire la costruzione di una democrazia sempre più matura, in grado di rispondere effettivamente alle esigenze dell’intera società. È un compito arduo, che richiede tempo, ma già bisogna riconoscere che il Kazakhstan ha fatto scelte molto positive, come quella di dire “no” alle armi nucleari e quella di buone politiche energetiche e ambientali. Questo è stato coraggioso. In un momento in cui questa tragica guerra ci porta che alcuni pensano nelle armi nucleari, quella pazzia, questo Paese già dall’inizio dice “no” alle armi nucleari.
Una Chiesa piccola ma piena di gioia
Della Chiesa locale, il Papa sottolinea la gioia e l’entusiasmo. I cattolici sono una minoranza, dice, “ma questa condizione, se vissuta con fede, può portare frutti evangelici”. E prosegue indicandone alcuni:
Anzitutto la beatitudine della piccolezza, dell’essere lievito, sale e luce contando unicamente sul Signore e non su qualche forma di rilevanza umana. Inoltre la scarsità numerica invita a sviluppare le relazioni con i cristiani di altre confessioni, e anche la fraternità con tutti. Dunque piccolo gregge, sì, ma aperto, non chiuso, non difensivo, aperto e fiducioso nell’azione dello Spirito Santo, che soffia liberamente dove e come vuole.