Celebrare, pregare, camminare insieme. È questa l’esperienza che migliaia di giovani vivranno a Roma dal 28 luglio al 3 agosto in occasione del Giubileo dei Giovani, cuore pulsante dell’Anno Santo. Un appuntamento in cui risuonano lingue e speranze da ogni parte del mondo, tra incontri, pellegrinaggi alle Porte Sante e il grande abbraccio con Papa Leone XIV.
Un evento che parla al cuore
Il Giubileo non è solo un evento, ma un’occasione per riaccendere la fiamma interiore. Il pellegrinaggio a Roma, l’indulgenza giubilare, la riconciliazione sacramentale e i momenti comunitari culminano nella Veglia di preghiera di sabato 2 agosto e nella Messa a Tor Vergata domenica 3 agosto.
In un tempo segnato da inquietudini globali e crisi esistenziali, il Giubileo si rivolge in modo particolare ai giovani, “chiamati a scorgere e a costruire il futuro”, come sottolinea il messaggio ufficiale. Un futuro da vivere nella fede, che – come ricordava Papa Paolo VI – “non si esaurisce in una adesione puramente esteriore e passiva; ma richiede un continuo sforzo di approfondimento e di maturazione”.
Voci dal magistero: il coraggio di credere
Nel corso della storia recente, le celebrazioni giubilari sono sempre state occasione di dialogo profondo con le nuove generazioni. Papa Pio XII, nel 1950, si rivolgeva con forza ai giovani, ricordando il loro coraggio anche nei tempi più bui. Durante un incontro con le Guide italiane disse:
“Vivete il vostro oggi nella continua, non mai interrotta presenza di Dio. Soltanto così voi contribuirete a far sorgere […] un avvenire in cui il demone dell’odio dovrà cedere il posto all’angelo della pace.”
Un’eredità raccolta da Paolo VI nel Giubileo del 1975, celebrato in un’epoca di forti trasformazioni culturali. Egli esortava i giovani a non restare ai margini, ma a essere “attori e fattori” del loro tempo, capaci di superare “la crisi di idee, di fede e di orientamento morale”:
“Siete qui non come spettatori, ma come protagonisti della vostra generazione.”
I giovani, profeti del nostro tempo
Il Giubileo della Redenzione del 1983-84, voluto da Giovanni Paolo II, consacra definitivamente l’intreccio tra giovani e cammino di fede. La celebrazione della Domenica delle Palme del 1984, con oltre 30 mila giovani da tutto il mondo, diventa la genesi della Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa polacco afferma:
“Voi potete svolgere un’azione di denuncia contro i mali di oggi parlando contro quella diffusa ‘cultura di morte’ […]. Reagire a siffatta cultura è un vostro diritto-dovere.”
Il culmine arriva nel 2000, durante il Grande Giubileo, quando due milioni di giovani si riuniscono a Tor Vergata. “È difficile credere in un mondo così?”, chiede il Papa nella veglia del 19 agosto. E risponde:
“Sì! È difficile. Ma con l’aiuto della grazia è possibile. […] Questa sera vi consegnerò il Vangelo: è il dono che il Papa vi lascia in questa veglia indimenticabile.”
Amare è donare: la lezione di Papa Francesco
Nel Giubileo della Misericordia del 2016, Papa Francesco parla direttamente ai giovani, soprattutto durante il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze e la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. Il suo invito è semplice e profondo: “Imparare ad amare”.
“Amare è bello, ma non è facile. È impegnativo, costa fatica. Amare vuol dire donare non solo qualcosa di materiale, ma qualcosa di sé stessi: il proprio tempo, la propria amicizia, le proprie capacità.”
E, nella Messa a Cracovia:
“Non abbiate paura di dirgli ‘sì’ con tutto lo slancio del cuore. […] Non lasciatevi anestetizzare l’anima.”
Un tempo di grazia e di coscienza
In ogni Giubileo, i Pontefici hanno ricordato che la fede è una forza dinamica, capace di illuminare i dubbi e orientare la vita. Il messaggio si rinnova oggi, in un contesto che interroga con forza le giovani generazioni.
Papa Leone XIV, nel suo attuale magistero, rilancia l’invito a “guardare al futuro con occhi nuovi”, richiamando l’orizzonte della pace e dell’unità. Il suo abbraccio ai giovani nella veglia del 2 agosto sarà un momento simbolico: la voce del Papa, quella dei giovani e lo sguardo del Padre si incontrano.
Camminare insieme, verso il futuro
Il Giubileo dei Giovani non è solo un evento straordinario nel calendario della Chiesa. È un richiamo permanente alla responsabilità, alla speranza, alla fede viva. È un’occasione per riscoprire che essere giovani nella Chiesa non significa solo ricevere, ma diventare protagonisti, profeti, costruttori.
Il coraggio di credere, la fatica di amare, la gioia dell’incontro con Cristo: sono queste le coordinate lungo cui si muove il cammino giubilare. E se è vero, come ha detto Giovanni Paolo II, che “il futuro inizia oggi, non domani”, allora Roma – dal 28 luglio al 3 agosto – sarà davvero il cuore giovane della Chiesa.
fonte: Vatican News/catt.ch