Skip to content
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (8 gennaio 2025)
Catt
  • I magi, «pellegrini di speranza», pellegrini del «di più»
    COMMENTO

    I magi, «pellegrini di speranza», pellegrini del «di più»

    di Don Emanuele Di Marco*

    Puntuale come tanti altri appuntamenti dell’anno liturgico, anche nel 2025 incontriamo la solennità dell’Epifania. Quest’anno però lo sguardo verso i (tre, secondo la tradizione) magi è guidato dallo spirito del Giubileo appena iniziato. Il motto «pellegrini di speranza» si riflette in loro. Nei volti e nei cuori dei tre simpatici pellegrini c’è un’attrazione verso un «di più» che li ha messi in moto. La ricerca di un «di più», una ricerca che accompagna da sempre ogni uomo ed ogni donna. Ciò che però è la gioia dei cristiani, è che quel «di più» sia venuto incontro. Si è rivelato. Si è manifestato. Così il Natale diventa un incontro: Dio non è stato fermo. Ma anche l’uomo che lo cerca si muove. La sfida è… andare nella direzione giusta. La luce che può attrarre è esterna all’uomo, sovente ripiegato su di sé. I magi insegnano, con la loro storia, che la luce che può guidare la vita non è solo all’interno dell’uomo. È all’esterno. Chi salva è un salvatore che converte il cuore. Se si prova a descrivere i tratti dei tre magi, senz’altro si può dapprima riconoscere la capacità di lasciarsi affascinare: sapienti, tuttavia erano ben coscienti di non sapere tutto. L’attrazione di una Verità che non riuscivano a trovare non li ha bloccati: è diventata il motore della loro speranza.

    Pellegrini di speranza, insieme, i magi. Vagabondo disperato, solitario, Erode. Questa riflessione porta a riconoscere profonde similitudini tra l’epoca che stiamo vivendo e la situazione dei magi: incertezza, inquietudini, paure.

    In questo momento storico i cristiani incontrano tre compagni di viaggio che hanno riconosciuto di non poter possedere la verità. Da essa, però, erano attratti. Un secondo tratto è la disponibilità a camminare insieme verso una mèta comune. La tradizione mostra i magi con tratti somatici differenti, per sottolineare la diversa provenienza. Eppure, arrivano insieme a Betlemme. In un tempo storico nel quale si tende a vivere delle proprie opinioni e a diffidare del prossimo, i magi ci insegnano la via condivisa. «Pellegrini»: al plurale. Si cammina insieme. Un terzo tratto fondamentale è il coraggio della fiducia: va alimentata, giorno per giorno, contro tutto ciò che riesce a demolire lo spirito che permette di guardare avanti.

    I tratti comuni tra noi, pellegrini di speranza del XXI secolo, e i magi, pellegrini di speranza di duemila anni fa, sono molti. Per questo, anche quest’anno, l’Epifania è una grande opportunità. Anche se nel cielo si vedono più missili che stelle, anche se più che angeli si trovano diffidenti, anche se tra le mani più che doni per Gesù si hanno fatture e problemi da risolvere, anche se più che sogni che ci guidano si hanno incubi di solitudine. Pellegrini di speranza: in cammino, attraverso i secoli, attratti da quella Verità che si è fatto carne umana, affinché tutti potessero arrivare a lui. Quel «di più» ci attende. Basta mettersi in cammino verso di Lui. Come? Cercando la Verità fuori di sé, camminando insieme, con fiducia.

    * Direttore dell’Oratorio di Lugano

    News correlate