"Mai più la guerra, mai più la guerra! È la pace, la pace, che deve guidare il destino delle nazioni di tutta l'umanità!". Questo forte appello, pronunciato da Papa Paolo VI nel suo discorso alle Nazioni Unite il 4 ottobre 1965, è riecheggiato in numerosi raduni interreligiosi negli ultimi anni per condannare la distruzione causata dalle guerre in tutto il mondo". È quanto si legge nel messaggio inviato ai Buddisti per la celebrazione del Vesak, che commemora la nascita, l'illuminazione e la dipartita del Buddha.
Il testo parla di impegno per la pace: "Per fare la nostra parte nel porre fine all'odio e al desiderio di vendetta che portano alla guerra e nel curare le ferite che la guerra ha inflitto all'umanità e alla terra, la nostra casa comune, dobbiamo rafforzare il nostro impegno a lavorare per la riconciliazione e la resilienza". Bisogna affrontare le "cause profonde dei conflitti e della violenza, l'alba di una pace duratura è un'illusione, perché non ci possono essere pace e riconciliazione senza equità e giustizia nella vita politica, economica e culturale".
Quindi riconciliazione e resilienza che "ci permettono di perdonare e chiedere perdono, di amare e stare in pace con noi stessi e con gli altri, anche con coloro che ci hanno fatto del male". Il testo, firmato dal prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso Miguel Ángel Cardinal Ayuso Guixot, MCCJ e dal segretario Mons. Indunil J. Kodithuwakku K, si conclude con l'invito "a riscoprire e a fare tesoro di questi valori presenti nelle nostre rispettive tradizioni, a far conoscere meglio le figure spirituali che li hanno incarnati e a camminare insieme per la pace".
Aci stampa/red
Molti i temi evocati da Francesco: la denuncia della guerra, la situazione "ignobile" a Gaza, il terrorismo in Germania e Usa, l’antisemitismo, le persecuzioni religiose, il diritto all'aborto "inaccettabile", le insidie delle nuove tecnologie e la cancel culture.
All’udienza generale Francesco riflette “sulla piaga del lavoro minorile”, tuttora dilagante, e denuncia che in ogni parte della terra ci sono minori "sfruttati da un’economia che non rispetta la vita" e che così "brucia il più grande giacimento di speranza e di amore".
In un messaggio dal suo account X il Papa si dice vicino preghiera a chi “soffre a causa dei conflitti in atto”. Le celebrazioni nelle comunità cattoliche e ortodosse che seguono il calendario giuliano.