I Giubilei sono momenti preziosi per fare il punto della nostra vita, sia come singole persone che come comunità. Sono inoltre occasioni di riflessione, di raccoglimento e di ascolto di ciò che lo Spirito Santo oggi ci dice (Ap 2,7). #Giubileo2025
L’attesa è finita e tra poco più di ventiquattr’ore Papa Francesco aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro per dare inizio all’Anno Santo, il Giubileo 2025 che ha voluto dedicare al tema della speranza. Quella che “non delude”, come recita il titolo della Bolla di indizione Spes non confundit; la speranza necessaria in un’epoca del mondo che, tra guerre, divisioni, povertà, crisi climatiche, sembra prospettare solo angoscia e afflizione. Con un post dal suo account X @Pontifex, canale ormai privilegiato per raggiungere simultaneamente milioni di persone in nove lingue, il Papa richiama l’attenzione sull’evento (taggato anche con l’hashtag #Giubileo2025) ma soprattutto la natura intima di questo grande appuntamento ecclesiale ma che coinvolge il mondo e il punto di svolta che esso può rappresentare per la vita di ciascuno. Un’occasione di “riflessione” e “raccoglimento”, sottolinea infatti il Pontefice nel post, ribadendo così in modo implicito l’auspicio – già espresso diverse volte in questi mesi – che possa quello giubilare essere tempo principalmente di spiritualità, rinascita, perdono e liberazione sociale. Lo diceva nella preghiera dell’8 dicembre all’Immacolata, mettendo in guardia dal rischio di “soffocare” la grazia dall’organizzazione, dalle tante cose da fare o dalle ‘lamentele’ per i cantieri e i tanti cambiamenti che affronta e affronterà la città di Roma.
Sono tanti infatti gli appuntamenti in programma da domani 24 dicembre, vigilia di Natale e apertura della Porta Santa, fino alla chiusura del Giubileo del 6 gennaio 2025. La previsione è di oltre 30 milioni di persone nei vari ‘giubilei’ dedicati alle diverse categorie: dal mondo della comunicazione agli artisti, dalle forze armate al volontariato, dagli ammalati e gli operatori sanitari alla vita consacrata, i diaconi, le confraternite, dai lavoratori agli imprenditori, dai governanti ai giovani e gli adolescenti. A quest’ultimo evento in particolare, previsto il 25-27 aprile, si prevede l’afflusso maggiore a motivo anche della canonizzazione di Carlo Acutis.
Intanto domani, alle 19, ci sarà l’avvio con il rito sempre suggestivo dell’apertura della Porta Santa, prima della Messa della Vigilia Natale. Si prevedono circa 30 mila fedeli riuniti in Piazza San Pietro per assistere alla cerimonia sui maxi schermi; un altro gruppo sarà all’interno della Basilica. Francesco, venticinque anni dopo San Giovanni Paolo II, nove anni dopo il Giubileo straordinario della Misericordia (aperto con una commovente cerimonia nella cattedrale di Bangui) pronuncerà la formula: Haec porta Domini (È questa la porta del Signore), alla quale i fedeli risponderanno: Iusti intrabunt in eam (Per essa entrano i giusti).
Il respiro globale di questo Anno Santo sarà rispecchiato anzitutto nell’omaggio floreale che offriranno al Papa dieci bambini di diverse nazioni (Austria, Corea del Sud, Egitto, Filippine, India, Messico, Nigeria, Samoa, Slovacchia, Venezuela). Cinquantaquattro fedeli provenienti dai cinque continenti saranno i primi a varcare la Porta Santa aperta dal Papa per chiedere l’indulgenza giubilare e professare la fede. Tra i Paesi di provenienza, anche Cina, Congo, Corea del Sud, Eritrea, Iran, Papua Nuova Guinea, Samoa, Stati Uniti, Vietnam.
In un Anno Santo che il Papa, come ha scritto nella Bolla, vuole sia dedicato non solo ai segni giubilari ma anche a gesti di cura e misericordia verso i fragili della società, si inserisce un momento senza precedenti che sarà l’apertura della Porta Santa in un carcere. Francesco lo aveva annunciato nella Spes non confundit, successivamente l’arcivescovo Rino Fisichella, incaricato dell’organizzazione del Giubileo, ha fatto sapere che il penitenziario scelto è quello di Rebibbia Nuovo Complesso che già nel 2015 il Pontefice aveva visitato per la Messa in Coena Domini del Giovedì Santo. Jorge Mario Bergoglio aprirà la Porta Santa di Rebibbia la mattina del 26 dicembre, festa di Santo Stefano, alla presenza di alcuni detenuti. A loro, come ha scritto, vuole offrire “un segno concreto di vicinanza” tramite questo gesto che possa essere “un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita”.
A quella di San Pietro e di Rebibbia, seguirà poi l’apertura delle Porte Sante delle tre basiliche papali di Roma: San Giovanni in Laterano il 29 dicembre; Santa Maria Maggiore l’1 gennaio; San Paolo fuori le Mura il 5 gennaio. Saranno gli arcipreti delle rispettive Basiliche a compiere il rito. Tutte le porte rimarranno smurate per renderle meta di pellegrinaggio durante l’anno. Saranno chiuse entro domenica 28 dicembre 2025. Invece il 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali e concattedrali i vescovi dovranno celebrare l’Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare. Come già nel 2015-16 per il Giubileo della Misericordia, Papa Francesco ha invitato ogni vescovo di ogni Paese del mondo a indicare l’ingresso principale della propria cattedrale o di un luogo di culto altrettanto significativo come Porta Santa per facilitare il pellegrinaggio a coloro che, per vari motivi, non potranno viaggiare fino a Roma.
Diversi itinerari di fede saranno, infine, presenti l’anno prossimo a Roma in aggiunta a quelli tradizionali delle catacombe e delle Sette Chiese.
Vatican News
Vaticannews ripercorre a partire dall’Anno Santo del 1900, attraverso le cronache dell’Osservatore Romano e l'archivio sonoro della Radio Vaticana, alcuni momenti delle cerimonie di apertura della Porta Santa.
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