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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (7 aprile 2025)
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  • Il Papa in piazza San Pietro per il Giubileo dei malati

    Il Papa in piazza San Pietro per il Giubileo dei malati

    Francesco saluta i fedeli al termine della Messa per il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità: "Grazie tante!". Prima aveva pregato e si era confessato in Basilica, e aveva attraversato la Porta Santa. L’arcivescovo Fisichella legge l'omelia del Pontefice: “Non releghiamo chi è fragile” e il suo dolore, lontano dalla nostra vita. Il Vescovo di Roma confida di condividere con i malati, in questo momento “l’esperienza dell’infermità, di sentirci deboli, di dipendere dagli altri".

    La bellissima sorpresa al termine della Messa del Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità è l'arrivo di Papa Francesco sul sagrato. In sedia a rotelle, accompagnato dal suo infermiere personale. Massimiliano Strappetti. Che lo porta fino all'altare, dove, dopo la benedizione finale del celebrante, l'arcivescovo Fisichella, pronuncia un breve saluto: "Buona domenica a tutti, grazie tante!". Nella commozione di tutti i presenti in Piazza, i lettori trasmettono poi il suo messaggio di ringraziamento. Francesco saluta "con affetto quanti hanno partecipato a questa celebrazione e li ringrazia di cuore per le preghiere elevate a Dio per la sua salute, auspicando che il pellegrinaggio giubilare sia ricco di frutti". Quindi imparte la benedizione apostolica, che estende "alle persone care, ai malati e ai sofferenti, come pure a tutti i fedeli oggi convenuti".  Prima di uscire sul sagrato, comunica la Sala Stampa vaticana, il Pontefice ha ricevuto il sacramento della riconciliazione nella Basilica di San Pietro, si è raccolto in preghiera e ha attraversato la Porta Santa.

    Il Papa convalescente a Casa Santa Marta condivide molto con i ventimila pellegrini, tanti dei quali malati, raccolti in Piazza San Pietro per la celebrazione. E lo confida nell’omelia, letta per lui dal suo delegato, l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto della Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per L’evangelizzazione. Fisichella, prima della lettura, sottolinea come a pochi metri da noi, Papa Francesco “ci è particolarmente vicino, e sta partecipando, come tanti malati, a questa Eucaristia attraverso la televisione”. Tutti i fedeli applaudono commossi. Il Pontefice, nel testo, condivide “l’esperienza dell’infermità, di sentirci deboli, di dipendere dagli altri in tante cose, di aver bisogno di sostegno”. “La camera dell’ospedale e il letto dell’infermità - dice il Papa nel messaggio - possono essere luoghi in cui sentire la voce del Signore che dice anche a noi: «Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?». E così rinnovare e rafforzare la fede”. E ancora “Dio non l’abbandona”. La malattia quindi “anche in questi momenti, Dio non ci lascia soli e, se ci abbandoniamo a Lui, proprio là dove le nostre forze vengono meno, possiamo sperimentare la consolazione della sua presenza”.

    Non è sempre facile, però è una scuola in cui impariamo ogni giorno ad amare e a lasciarci amare, senza pretendere e senza respingere, senza rimpiangere e senza disperare. Grati a Dio e ai fratelli per il bene che riceviamo, abbandonati e fiduciosi per quello che ancora deve venire.

    Il Signore stesso, fatto uomo, “ha voluto condividere in tutto la nostra debolezza”, e così a Lui “possiamo dire e affidare il nostro dolore, sicuri di trovare compassione, vicinanza e tenerezza”. E inoltre, sottolinea il Pontefice nel suo testo, nel suo amore fiducioso, “Egli ci coinvolge perché possiamo diventare a nostra volta, gli uni per gli altri, ‘angeli’, messaggeri della sua presenza”. Cosicchè spesso, “sia per chi soffre sia per chi assiste, il letto di un malato si può trasformare in un ‘luogo santo’ di salvezza e di redenzione”.

    fonte: vaticannews/red

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