Papa Leone XIV ha acconsentito alla creazione di due gruppi di studio sulla scia del Sinodo sulla sinodalità. Uno è dedicato alla “liturgia in prospettiva sinodale”, ha annunciato la Segreteria generale del Sinodo nel documento “Orientamenti per la fase di attuazione del Sinodo”, pubblicato il 7 luglio 2025. Il secondo gruppo lavorerà sullo “status delle conferenze episcopali, delle assemblee ecclesiali e dei consigli particolari”.
Il Sinodo sulla sinodalità - un importante processo lanciato da Papa Francesco nel 2021 per rendere la Chiesa meno clericale, più partecipativa e più inclusiva - ha affrontato un'ampia gamma di questioni riguardanti la vita della Chiesa. Data la varietà delle questioni sollevate, nel marzo 2024 il Papa argentino ha deciso di istituire dieci gruppi di studio. L'obiettivo era quello di approfondire alcune questioni delicate emerse durante il Sinodo.
La questione della condivisione del governo
Composti da una decina di persone, questi gruppi stanno riflettendo su temi come la condivisione del governo, il ruolo dei vescovi, la riforma dei seminari e l'accesso delle donne al diaconato. Inizialmente i dieci gruppi avrebbero dovuto presentare le loro relazioni nel giugno 2025, ma la data è stata posticipata da Leone XIV a dicembre. Il Papa ha anche accettato la richiesta della segreteria del Sinodo di creare due nuovi gruppi. Il primo di questi gruppi lavorerà sulla “liturgia in una prospettiva sinodale”; il secondo sullo “status delle conferenze episcopali, delle assemblee ecclesiali e dei consigli particolari”. L'elenco dei membri di questi due gruppi non è ancora stato reso pubblico.
Liturgia, un tema delicato
La creazione del primo gruppo dedicato alla liturgia era stata esplicitamente richiesta nel documento finale pubblicato al termine dell'ultima assemblea sinodale dello scorso ottobre - un testo votato dai partecipanti e ratificato da Papa Francesco. Il documento sottolineava la necessità di collegare “l'unità del mistero sacramentale con la varietà delle tradizioni liturgiche” e chiedeva di “approfondire il legame tra liturgia e sinodalità”. L'articolo 27 del documento, che affronta questo tema, è stato uno di quelli che ha ricevuto il minor numero di voti (43 contrari su 356 voti). In particolare, si riferisce alla possibilità che i laici - in particolare le donne - predichino durante la Messa. Ad oggi, il diritto canonico riserva il diritto di predicare le omelie ai membri del clero (vescovi, sacerdoti o diaconi). Il gruppo ha anche chiesto una maggiore partecipazione delle donne alla liturgia.
La creazione di questo gruppo arriva in un momento di grande tensione all'interno della Chiesa cattolica sulle questioni liturgiche, particolarmente acuta sotto il pontificato di Francesco. Nel 2021, la pubblicazione del motu proprio Traditionis custodes ha limitato fortemente la possibilità di celebrare la Messa secondo il rito preconciliare, introducendo quello che per taluni è un cambio di passo rispetto a Benedetto XVI nel 2007 (Summorum Pontificum).
Nelle ultime settimane, il dibattito è riemerso dopo che la Santa Sede ha criticato un articolo in cui si affermava che la maggioranza dei vescovi consultati prima della pubblicazione della Traditionis custodes era contraria alla riforma. Secondo una fonte vaticana, la questione “potrebbe essere sollevata”, ma non è “l'obiettivo principale” dell'agenda del gruppo, che si concentra piuttosto sulla necessità di proporre una liturgia “più sinodale”.
Quale statuto per le Conferenze episcopali?
Il Gruppo 12, dedicato allo “statuto delle conferenze episcopali, delle assemblee ecclesiali e dei consigli speciali”, è incaricato di riflettere sul posto di questi numerosi “corpi intermedi” della Chiesa, particolarmente sollecitati dall'avvio del processo sinodale nel 2021. La questione sarà affrontata soprattutto da un punto di vista canonico. “Il posto delle conferenze episcopali in relazione alle diocesi è stato un tema molto importante nella Chiesa per decenni”, afferma una fonte vaticana. Secondo questa fonte, l'autorità dottrinale di queste istituzioni è stata al centro delle discussioni durante le assemblee sinodali del 2023 e 2024. L'obiettivo, dicono, è quello di consentire “una migliore inculturazione della fede”, cioè di adattare il modo in cui la fede viene comunicata al contesto culturale.
Come per la liturgia, l'articolo 125 del documento finale sull'autorità dottrinale delle Conferenze episcopali è stato uno di quelli che ha incontrato la maggiore resistenza da parte dei 356 partecipanti (45 contrari).
(cath.ch/imedia/cd/rz/traduzione e adattamento redazionecatt)