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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (23 maggio 2025)
CATT
  • In Ucraina l’Agorà del Mar Nero. Una Chiesa giovane nei Paesi dell’Est

    Quale può essere il contributo dei giovani

    cattolici per la costruzione dell’amicizia sociale nei Paesi che affacciano sul

    Mar Nero? È la domanda che ha guidato i lavori della terza Agorà dei giovani

    del Mar Nero, promossa dal Forum Internazionale di Azione Cattolica (Fiac) a

    Odessa, in Ucraina.

    Quaranta ragazzi provenienti da 5 Paesi – Romania, Moldova, Bulgaria, Georgia e Ucraina – si sono incontrati per leggere insieme Christus Vivit, l’esortazione apostolica

    scritta da Papa Francesco al termine del Sinodo dei giovani del 2018. Al numero

    169 il pontefice lancia un invito: «Propongo ai giovani di andare oltre i

    gruppi di amici e costruire l’amicizia sociale, cercare il bene comune». Un

    appello impegnativo per queste terre in cui la Chiesa cattolica è in forte

    minoranza, dove il retaggio dei regimi comunisti è ancora forte e situazioni

    sociali complesse rendono difficile la vita quotidiana.

    I cattolici ucraini, per esempio, dicono

    apertamente di «vivere in un Paese in guerra». Gli scontri con le forze appoggiate

    dalla Russia nella zona del Donbass, nella parte sud-orientale del Paese,

    continuano pur senza ricevere grandi attenzioni dai media occidentali. «Il nuovo

    Presidente Volodymyr Zelenskyj», confida un partecipante, «non dà molta

    rilevanza e parla solo di una “questione interna” all’Ucraina. Ma i nostri

    ragazzi al fronte continuano a morire».

    In Georgia, invece, i cattolici subiscono le

    tensioni con la Chiesa ortodossa. E devono affrontare il sospetto della gente

    comune: «Quando c’era l’Urss, i preti cattolici erano visti come delle spie»,

    raccontano i ragazzi. «Alcuni fedeli si confessavano in segreto, ma poi

    venivano trovati dai sicari dei servizi segreti».

    Sono solo alcune delle situazioni di fragilità

    per queste Chiese piccole, ma tenaci. In Bulgaria i cattolici sono meno dell’1%

    della popolazione. «Però non ci rassegniamo a vivere la fede come una stanca

    tradizione ereditata dalle famiglie», racconta la 26enne Irina Borisova, che

    nel marzo 2018 ha partecipato a nome del suo Paese alla riunione pre-sinodale

    voluta da Papa Francesco. «Con l’esortazione Christus Vivit, Francesco ci chiede di portare entusiasmo e nuove idee nella Chiesa e nella società, e noi vogliamo rispondere che ci siamo!».

    Per cinque giorni, dal 23 al 27 ottobre, i

    ragazzi si sono confrontati nei locali del Centro Luterano di Odessa, vivace

    città affacciata proprio sul Mar Nero. Li hanno accompagnati alcuni sacerdoti,

    quasi tutti sposati: il rito bizantino infatti prevede che il celibato sia una

    scelta del singolo prete. Il saluto del vescovo latino locale, Mychajlo Bubnij,

    insieme al suo omologo luterano, ha dato la cifra di un dialogo ecumenico

    fruttuoso pur nelle diversità tra le Chiese.

    Al termine dell’Agorà i partecipanti hanno scritto una lettera rivolta ai loro vescovi locali e all’assistente generale del Forum Internazionale di Azione Cattolica, l’argentino monsignor Eduardo Horacio García. Si sono presi piccoli impegni concreti da attuare nelle loro comunità: soprattutto il desiderio di crescere nella formazione personale, e di accompagnare altri giovani attraverso momenti di incontro formali e informali, nelle parrocchie ma anche nei luoghi significativi delle rispettive città. Il protagonismo dei laici è essenziale nella visione di Chiesa di Francesco: tutti, donne e uomini, adulti e giovani, hanno una missione da realizzare e un contributo da portare alla Chiesa e al mondo. Anche nei Paesi del Mar Nero, i semi di Christus Vivit germogliano in silenzio.

    Ulteriori informazioni, e i materiali dell’incontro, si trovano sul sito: http://www.catholicactionforum.org/youth-of-black-sea-agora2019/#loaded

    Gioele Anni

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