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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (5 febbraio 2025)
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  • La lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica in Svizzera continua

    La lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica in Svizzera continua

    La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e la Conferenza delle Unioni degli Ordini religiosi e delle altre Comunità di Vita Consacrata in Svizzera (KOVOS) stanno mettendo a punto una serie di misure a livello nazionale per proseguire nella lotta agli abusi in contesto ecclesiale e gestire eventuali lacune istituzionali, come indicato da un comunicato stampa fatto pervenire ai media ieri.

    “Le vittime di abusi nel contesto ecclesiale e l’intera società devono poter essere certi che la Chiesa cattolica in Svizzera lotti contro l’abuso di potere in Svizzera e abbia attuato misure di prevenzione efficaci. Alle parole e alle promesse sono seguiti fatti. Tuttavia, il processo per impedire in modo efficace qualunque tipo di abuso non finirà mai. La Chiesa, come pure l’intera società, devono continuare a interessarsi a questo tema a tutti i livelli e per qualunque forma di abuso, per elaborare e attuare insieme le misure preventive necessarie”: così mons. Joseph Maria Bonnemain, vescovo di Coira e responsabile di settore presso la CVS.

    Consulenza alle vittime indipendente

    Dall’inizio di gennaio 2025 la consulenza alle vittime è gestita in tutta la Svizzera in modo indipendente dalla Chiesa, segnando così una prima tappa fondamentale: le vittime possono rivolgersi in tutta la Svizzera a consulenti professionali indipendenti degli uffici appositi riconosciuti a livello cantonale. L’elenco degli uffici è pubblicato sul sito www.aiuto-alle-vittime.ch. Finora questo compito era svolto anche dagli enti ecclesiastici, con diversi modus operandi a seconda della diocesi. La collaborazione è stata decisa dalla Chiesa cattolica e dalla Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS). Per compensare l’onere supplementare che gli enti di consulenza alle vittime dovranno sostenere a causa della complessità delle strutture ecclesiastiche e dei chiarimenti necessari con i diversi uffici ecclesiastici sarà elargito un importo forfettario di 1’500 franchi.

    In Ticino questa possibilità era già stata attuata al momento della presentazione dello studio a fine 2023. Inoltre, a ottobre 2024, è nato GAVA, un Gruppo di Ascolto indipendente per le Vittime di Abusi in Ambito Religioso.

    Professionalizzazione della selezione e nella gestione del personale

    Negli ultimi mesi, insieme all’azienda specializzata in questioni HR, è stata sviluppata una guida contenente gli standard per gestire e archiviare i fascicoli del personale, nonché per trasmettere le informazioni sul personale. Per garantirne l’attuabilità a tutti i livelli, verranno ora raccolti feedback presso i responsabili del personale. Le offerte formative per l'attuazione delle linee guida saranno presumibilmente disponibili da metà 2025. 

    In collaborazione con il Prof. Jérôme Endrass, direttore “Ricerca e sviluppo” presso l’Ufficio per l’esecuzione delle pene e la reintegrazione presso il Cantone di Zurigo e il suo team, è stata anche elaborata una valutazione psicologica (procedura di verifica), al fine di costituire le basi per una procedura di selezione del personale uniforme in tutta la Svizzera.

    Per i candidati al sacerdozio e operatori pastorali in formazione

    I candidati al sacerdozio e le persone che seguono una formazione come operatori pastorali verranno sottoposti a queste valutazioni standardizzate. A questo scopo la Chiesa cattolica ha stabilito standard vincolanti. I principi costituiscono le competenze di base necessarie per acquisire abilità pastorali ed esercitare in modo corretto e con successo la professione. La valutazione si prefigge lo scopo di esaminare queste competenze e identificare possibili rischi per terzi. La Conferenza dei vescovi svizzeri ha approvato l’introduzione e l’attuazione uniforme della valutazione dal secondo semestre 2025. Rimangono da chiarire questioni relative all’organizzazione e alla comunicazione. 

    In vista dell’attuazione della misura in tutta la Svizzera, un gruppo di lavoro interno alla Chiesa è stato incaricato di chiarire le seguenti questioni: da quali gruppi di persone e secondo quali criteri sarà richiesto la valutazione come presupposto, per l’ammissione a una formazione, un’assunzione o un rinnovo di contratto, quali istituzioni e quali specialisti saranno incaricati di svolgere la valutazione, come sarà garantita la trasmissione ai responsabili delle risorse umane e ai superiori delle informazioni rilevanti scaturite dalla valutazione, tutelando al contempo i diritti della personalità di coloro che hanno partecipato alla valutazione, cosa succede con le persone che seguono una formazione o attive nel servizio ecclesiastico per cui nel corso della valutazione emergono necessità di approfondimento o rischi, chi coordinerà e valuterà l’attuazione della misura e la relativa efficacia, in che modo la misura, dapprima vincolante solo per i futuri operatori pastorali, sarà estesa ad altri collaboratori ecclesiastici.

    Tribunale penale e disciplinare ecclesiastico nazionale

    Nell’autunno 2024 gli uffici vaticani competenti di Roma hanno approvato la creazione del tribunale penale e disciplinare ecclesiastico nazionale. Un gruppo di lavoro diretto da Mons. Joseph Maria Bonnemain sta ora elaborando le basi legali. Oltre a specialisti interni alla Chiesa, fanno parte di questo gruppo di lavoro la Prof.ssa Dr.ssa Brigitte Tag (docente di diritto penale, diritto di procedura penale e diritto medico presso l’Università di Zurigo) e Pierre Cornu (giudice presso la Corte suprema del cantone di Neuchâtel). La ricerca del futuro personale del tribunale è già in corso. L’obiettivo del tribunale è ridurre il rischio di parzialità e garantire l’applicazione corretta e uniforme in tutta la Svizzera delle direttive e norme penali proprie alla Chiesa per gestire dei casi di abuso. Analogamente alla procedura penale statale, nella procedura penale canonica saranno da definire e garantire i diritti di protezione, informazione e processuali delle vittime. A tal proposito, le leggi penali del diritto svizzero e la segnalazione alle forze d’ordine continueranno ad avere la priorità in qualunque caso.

    Continuazione dello studio sugli abusi

    Lo studio storico triennale commissionato dalla Chiesa all’Università di Zurigo e finanziato con 1,5 milioni di franchi, presenterà i suoi risultati finali nel 2027.  Intanto già nel 2023 le diocesi, le Chiese locali e numerosi ordini religiosi si sono impegnati a non distruggere più in futuro atti relativi ai casi di abuso.

    Servizio nazionale «Abuso nel contesto ecclesiale»

    A luglio 2024 ha visto la luce il servizio nazionale «Abuso nel contesto ecclesiale», diretto da Stefan Loppacher, cui da inizio gennaio si sono aggiunte come rinforzo Annegret Schär e Mari Carmen Avila, che copre le per le tre regioni linguistiche, con un grado di occupazione totale del 140 percento. Su incarico delle tre istituzioni ecclesiastiche il servizio elaborerà e coordinerà misure decise congiuntamente per impedire gli abusi e il relativo occultamento.

    La presa di posizione dei gruppi SAPEC, IG-M!kU e GAVA

    “Accogliamo con soddisfazione il frutto di un lavoro rigoroso e accurato. Nonostante il lungo tempo impiegato, il risultato è esemplare, innovativo e di alto livello”, scrivono le organizzazioni di ascolto delle vittime. “È importante il lavoro svolto in relazione alla selezione e alla formazione dei candidati al sacerdozio e alle attività pastorali, un compito che le organizzazioni delle vittime, in particolare SAPEC nella Svizzera romanda, sollecitano da tempo. Sarebbe inoltre auspicabile introdurre una formazione obbligatoria sulla prevenzione per tutti coloro che già operano in ambito pastorale, come avviene da diversi anni in Ticino, dove tale formazione è regolarmente offerta a sacerdoti e seminaristi”. Si tratta di un buon fondamento teorico, solido e ben strutturato, che ora necessita di una celere attuazione pratica, sottolineano. Suggeriscono pure alcuni temi che meritano un approfondimento come gli abusi nelle nuove comunità religiose, la possibilità per le vittime   di abusi spirituali di ritrovare, a lungo termine una nuova, appartenenza religiosa, una più chiara definizione di chi controlla l’attuazione delle misure.

    red

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