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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (14 luglio 2025)
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  • L'abate generale Lepori mentre consegna i segni abbaziali alla nuova badessa della Maigrauge (FR)

    Nuova abbadessa alla Maigrauge (Friborgo)

    In questo luminoso pomeriggio estivo, i raggi del sole attraversano le vetrate e il fumo dell'incenso che sale nella chiesa dell'Abbazia della Maigrauge. Maestosi canti gregoriani riempiono lo spazio.

    Tutto è pronto, in questo 11 luglio 2025, per celebrare la solennità di un evento fondamentale nella vita di un monastero. Nell'Abbazia della Maigrauge, sulle rive della Sarine, suor Marie-Agnès Berger riceve la benedizione che la conferma nel suo ruolo di nuova abbadessa.

    Mentre i fedeli e le religiose si raccolgono nella navata, il clero e i religiosi, come vuole la tradizione, sono riuniti nel coro. Nel gruppo si possono scorgere alcuni volti di vescovi, come quelli di Mons. Charles Morerod, di Losanna, Ginevra e Friburgo (LGF), Mons. Jean-Marie Lovey, di Sion, e Mons. Bernard-Nicolas Aubertin, ex arcivescovo di Tours, che appartiene all'ordine cistercense, come le religiose della Maigrauge. Sono presenti anche alti rappresentanti della congregazione, come Marc de Pothuau, abate di Hauterive (FR), e il ticinese Mauro Lepori, abate generale dei cistercensi.

    L'abbazia della Maigrauge, dove vivono ancora una decina di suore, è uno dei rari esempi in Europa di luoghi in cui la preghiera è stata ininterrotta per oltre sette secoli. Una presenza profondamente radicata di contemplazione e servizio che rappresenta «un simbolo forte», non solo per la Chiesa, ma anche per la popolazione locale, sottolinea la consigliera di Stato friburghese Sylvie Bonvin-Sansonnens nel suo discorso.

    “Una rinuncia che non è tale”: le parole dell’Abate Lepori

    La celebrazione è costellata da numerosi canti, soprattutto gregoriani, eseguiti da un coro di una decina di suore sotto la direzione di Marie Mottet. Sebbene i discorsi siano incentrati sui temi del rinnovamento e della gioia, non nascondono le sfide e le difficoltà inerenti alla vita consacrata. Mauro Lepori, che presiede la celebrazione, si basa sull'episodio del giovane ricco, nel Vangelo di Matteo, per trarne alcune lezioni. Ricorda che il giovane, non rispondendo alla chiamata di Gesù di lasciare tutto, costituisce un esempio di vocazione mancata.

    Per l'abate dei cistercensi, l'apostolo Pietro, che ha lasciato la sua famiglia, il suo lavoro e la sua casa per seguire Cristo, è invece il modello della «rinuncia totale». Ma una rinuncia che in realtà non è tale, poiché «tutta la nostra vita è un dono ricevuto da Dio, che si compie nel dono offerto», e in una prospettiva di eternità. Un'abbadessa è quindi chiamata a «vivere il dono della sua vita al servizio della vita delle sorelle che le sono state affidate».

    Mauro Lepori mette tuttavia in guardia contro «ciò che può impedirci di dare tutto». Bisogna saper liberarsi da ciò che ci «appesantisce» sul cammino verso il Signore. Ciò può significare «abbandonare il desiderio di fare tutto al meglio».

    L'abate generale mette in evidenza alcuni principi fondamentali della Regola di San Benedetto, su cui si basa la vita cistercense.

    «Bisogna essere consapevoli che seguire Cristo è il cammino di tutta una vita, e che ciò non avviene immediatamente, ma in un percorso di comunione, fino al dono totale».

    La gioia, un criterio di discernimento

    Al termine della celebrazione, la consegna da parte di Mauro Lepori a suor Marie-Agnès della Regola di San Benedetto, dell'anello e del pastorale abbaziali è accompagnata da grande emozione. La nuova badessa interviene poi, dopo altre personalità politiche ed ecclesiastiche, sulla sua nuova missione. Nata a Parigi, la nuova abbadessa, ha ricordato il suo percorso, in particolare il lungo periodo trascorso all'Abbazia di Notre-Dame du Pré de Valmont, sulle rive della Manica.

    È arrivata alla Maigrauge dopo la chiusura del monastero, nel 2020. «La mia vocazione ha ritrovato il gusto di vivere grazie alle mie care sorelle», assicura, sottolineando la pertinenza del motto dell'abbazia friburghese Dominus Providebit (Il Signore provvede). Suor Marie-Agnès afferma la sua volontà di accompagnare la vita dell'istituzione anche attraverso il suo motto personale «Pace e gioia nello Spirito Santo». «Per San Benedetto, la gioia è un criterio di discernimento», ricorda la nuova badessa. (cath.ch/rz/traduzione e adattamento redazionecatt)

    Tre domande a suor Marie-Agnès Berger

    Come ha vissuto questa benedizione abbaziale?

    In questi casi, si ha l'impressione che la liturgia apra una porta e che il Cielo e la Terra si uniscano per la maggiore gloria di Dio. È così intenso che diventa quasi palpabile. Anche grazie al gran numero di fratelli e sorelle riuniti. È stato magnifico oggi vedere i sacerdoti, i vescovi, i religiosi, i battezzati, tutto il popolo di Dio cantare la Sua gloria. C'era una forte emozione, molta gioia e pace nel vedere così tanta gente. Ma mi rendo conto che questo è solo l'inizio del cammino.

    Quali sono le principali sfide che si aspetta di affrontare?

    Naturalmente la nostra comunità è fragile perché sta invecchiando, come molte altre. Ma suor Marianne (la precedente badessa, ndr) la lascia unita e vivace, con molto amore che circola. Quindi la mia sfida principale sarà quella di mantenere questo spirito, questo legame e, se possibile, rafforzarli ulteriormente.

    In particolare, cercando maggiori risorse all'estero, nei paesi del Sud?

    Siamo già una comunità multiculturale, con quattro nazionalità. Al momento non abbiamo progetti per rafforzare la comunità in questo modo, ma ci affideremo alle voci e alle vie del Signore, che sono molteplici e diverse. RZ/traduzione e adattamento redazionecatt

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