"Gaza: un luogo di devastazione, ma anche di grande umanità". Così il patriarca di Gerusalemme dei latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, e il patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, nella conferenza stampa tenuta stamattina nell’auditorium Notre Dame, a Gerusalemme.
La conferenza stampa dei due patriarchi
I due patriarchi, al ritorno dalla visita pastorale alla comunità cristiana di Gaza, colpita giovedì scorso da un attacco israeliano che ha prodotto 3 morti e 10 feriti, hanno incontrato la stampa per riferire degli esiti del loro breve viaggio. All’incontro hanno partecipato oltre cento giornalisti e televisioni, provenienti da tutto il mondo, particolarmente ansiosi di conoscere lo stato attuale della situazione nella Striscia, essendo, come noto, impedito ai media l’accesso all’enclave palestinese da parte del governo israeliano.
Teofilo ai bambini: "La Chiesa rimane accanto a voi"
L’incontro si è aperto con un breve filmato che ha mostrato la situazione di distruzione e devastazione che colpisce ormai tutto il territorio, a cui sono poi seguite le introduzioni dei due patriarchi. "Gaza è una terra ferita da una prolungata afflizione e trafitta dal pianto della sua gente", ha esordito Teofilo. "Siamo entrati come servi del corpo sofferente di Cristo, camminando tra i feriti, gli sfollati, la gente in lutto, e fedeli che mantengono la loro dignità pur essendo in agonia". Così, ha continuato, "abbiamo apprezzato la loro testimonianza, che è insieme di profondo dolore ma anche di incommensurabile speranza". Il patriarca ortodosso ha infine rivolto un monito alla comunità internazionale, perché alzi la voce: "Il silenzio di fronte ai sofferenti è un tradimento alla propria coscienza. E ai potenti ricordiamo le parole del Signore 'Benedetti gli operatori di pace, saranno chiamati figli di Dio' ". Direttamente ai bambini di Gaza poi ha detto: "Sappiatelo: la Chiesa rimane accanto a voi".
Pizzaballa: "Incontrato la dignità dello spirito umano"
Il cardinale Pizzaballa, a sua volta, ha raccontato alcuni momenti della visita: "Abbiamo camminato tra la polvere delle macerie, ovunque, nei cortili, nelle strade come pure nei vicoli. E nelle spiagge abbiamo visto migliaia di tende che sono diventate le case di chi ha perso tutto. Famiglie che hanno perso il conto dei giorni di esilio dalle loro residenze, e che non vedono un orizzonte di ritorno. Bambini che parlano e giocano senza battere ciglio, perché ormai abituati al rumore delle bombe". Tuttavia, ha sottolineato, "abbiamo incontrato qualcosa di più profondo: la dignità dello spirito umano che rifiuta di estinguersi. Mamme che preparano da mangiare, infermieri che curano i feriti con amorevolezza, e gente di ogni fede che ancora prega Dio, che vede e non dimentica". "Cristo non è assente da Gaza", ha detto ancora Pizzaballa. "È lì crocifisso, tra i feriti, sepolto sotto le macerie, e presente in ogni atto di misericordia, una candela nel buio, ogni mano protesa verso il sofferente".
"La nostra missione per tutti"
Il cardinale ha voluto precisare che "la nostra missione a Gaza non è stata per uno specifico gruppo, ma per tutti. I nostri ospedali, scuole, rifugi e chiese sono per tutti: cristiani, musulmani, credenti e non credenti, rifugiati e bambini". E sugli aiuti ha dichiarato: "Non sono solo necessari, sono una questione di vita e di morte. La fame è un’umiliazione moralmente inaccettabile e ingiustificabile". Infine, ha concluso rinnovando "il nostro impegno per una giusta pace, che non cancella le ferite, ma le trasforma in saggezza, e nella ricerca di una dignità incondizionata e di un amore che trascende ogni confine".
Le domande dei giornalisti
Successivamente i due patriarchi hanno risposto ad alcune domande dei tanti giornalisti presenti. "Oggi Gaza è una terra senza legge", ha denunciato Pizzaballa rivolgendosi a chi gli chiedeva più specificatamente sulla situazione che ha potuto vedere nei tre giorni presso parrocchia della Sacra Famiglia. E, a proposito delle annunciate 500 tonnellate di aiuti da far entrare nella Striscia, ha chiarito che "c’è già un accordo, siamo stati autorizzati. Ma ora stiamo predisponendo l’apparato logistico che, come potete immaginare, non è semplice. Speriamo presto di essere in grado di avviare la spedizione". "Una cosa che mi ha particolarmente colpito — ha poi aggiunto ai giornalisti di lingua italiana — è che le persone con cui ho parlato usavano sempre il verbo al presente: 'Io ho un negozio' o 'io ho una casa', come a voler andare oltre le distruzioni che li hanno colpiti".
Il patriarca ortodosso: intensificare preghiera e speranza
Il patriarca Teofilo, parlando con «L’Osservatore Romano», ha raccontato: "Era la prima volta che entravo a Gaza dall’inizio della guerra. Ho visto immagini di una profonda tristezza. Occorre che si intensifichino preghiera e speranza perché questo disastro abbia fine".
Vatican News