Nell’incontro annuale delle cellule parrocchiali di evangelizzazione in Ticino, svoltosi a Rovio lo scorso 16 marzo, fra Roberto Fusco – docente di teologia spirituale a Bari e a Lugano e padre spirituale dei seminaristi per la diocesi di Lugano – ha tenuto la relazione, quale tema di riflessione per la cinquantina di persone presenti, “Compagni di viaggio sulla strada della fede”: una meditazione a partire dalla lettura di At 8, 26-40 - passo in cui è raccontata la conversione dell’Eunuco ad opera di Filippo sulla via tra Gerusalemme e Gaza - sul senso dell’accompagnamento spirituale.
Tre i veri protagonisti dell’episodio: l’Eunuco, Filippo e lo Spirito Santo. Ed è da quest’ultimo che il relatore è partito per proporre alcuni primi spunti.
“Lo Spirito Santo fornisce a Filippo l’occasione per far incontrare Filippo e l’eunuco, proprio nel momento in cui l’eunuco era pronto per accoglierlo”. Così Fra Roberto ha puntualizzato che “l’accompagnamento sul sentiero della fede ha bisogno che lo Spirito Santo venga riconosciuto come protagonista essenziale”. Questo anche per centrare meglio il ruolo di ognuno nell’evangelizzazione: ogni cristiano “è infatti chiamato a condividere solo un pezzo del cammino di conversione del fratello, nel tempo che gli è necessario stargli accanto”. In caso contrario, “il rischio è quello di appropriarsi delle persone e non di favorirne l’avvicinamento a Dio”.
L'eunuco è la seconda figura importante. “Sta rientrando dal viaggio a Gerusalemme ed è intento a leggere il libro di Isaia. Cerca di capirne il significato e interroga subito Filippo. Una volta ascoltato il racconto di Filippo, l’eunuco vuole farsi subito battezzare”.
Infine, “il terzo protagonista è Filippo. Ha ascoltato la voce dello Spirito e si è messo in cammino non sapendo cosa doveva fare; alla stessa stregua di San Giuseppe. Sulla via gli viene indicato con chi deve parlare e gli corre incontro. Si avvicina all’eunuco, gli pone una domanda, lo ascolta e poi gli racconta la storia di Gesù di Nazareth. Fa “solo” quanto richiesto, rispondendo a una sola domanda da parte dell’eunuco: “Che cosa stai leggendo?”. Per tutto il resto, è lo Spirito che agisce e che indica il cammino”.
Dall’episodio, “traiamo una lezione importante sulla maturità che è richiesta nell’aiutare spiritualmente il nostro prossimo. Farsi compagno significa anche accettare che il nostro ruolo di accompagnatore spirituale debba essere limitato nel tempo, come Filippo che accompagna solo quanto serve”.
Interpretando il testo degli Atti, fra Roberto ha presentato “la cassetta degli attrezzi” per farsi compagni di viaggio di chi ci sta intorno, precisando che, per accompagnare, “è necessario saper donare anzitutto il tempo per ascoltare, tanto la voce di Dio quanto quello che sta cercando di dirci la persona che si sta confidando; infine dobbiamo lasciare che le sue parole risuonino in noi, chiedendoci in quali aspetti della nostra vita il racconto che ascoltiamo ci concerne”. Serve inoltre consapevolezza degli aspetti legati alla nostra fede, per poterli trasmettere e infine, nuovamente l’ascolto attento dello Spirito Santo, che potrebbe chiederci di interrompere il rapporto quando l’obiettivo è compiuto e l’accompagnamento ha sortito il suo effetto o, per contro, quando il rapporto diviene infruttuoso.
La costituzione del progetto delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione, come nuova scuola di evangelizzazione, risale in Ticino al 2013, quando don Gabriele Diener, dopo aver partecipato, l’anno precedente, al congresso internazionale che si tiene ogni anno a Milano, ha deciso di sperimentare il sistema anche nella sua parrocchia. Attualmente vi sono in tutto il Ticino 13 cellule, sia nel Sottoceneri che nel Sopraceneri. Per maggiori informazioni: Cellule
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