Nel mondo ci sono sempre stati i poveri e i ricchi ma questa ingiustizia si appiana quando chi possiede di più, sa condividere con chi è nel bisogno. “I poveri li avrete sempre con voi”, disse Gesù poco prima di morire e San Paolo nella sua seconda lettera a Corinzi al capitolo 8 scriveva: “Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza.” San Pietro nella sua prima lettera afferma che “la carità copre una moltitudine di peccati” (1Pt 4,8). A tal proposito, Madre Teresa di Calcutta raccontava un fatto: “Una sera, un signore venne nella nostra casa e mi disse: “C'è una famiglia di indù con otto figli, che da molto tempo non hanno da mangiare. Fate qualcosa per loro”. Presi un po' di riso e andai subito. Potei constatare sui volti dei bambini una fame tremenda. E tuttavia, quando la madre prese il riso lo divise in due porzioni ed uscì. Allorché fu di ritorno le chiesi: “Dove siete stata? Cosa avete fatto?”. Ella mi diede una sola risposta: “Anche loro avevano fame”. Aveva dei vicini alla porta accanto, una famiglia musulmana, e lei sapeva che avevano fame. Non portai dell'altro riso per quel giorno, perché volevo che essi sperimentassero la gioia di donare. Non ero sorpresa che lei sentisse il desiderio di donare, ma ero sorpresa che sapesse che erano affamati. Anche noi sappiamo? Abbiamo il tempo anche solo di sorridere a qualcuno?” Sant’Agostino affermava che il vero povero non è colui che lo è nella borsa, ma nel cuore, ossia chi è umile. Un fatto dei padri del deserto racconta di un monaco che viveva del suo modesto lavoro: intrecciare ceste per venderle al mercato e ricavare qualcosa per sé, per comperare un po’ di cibo. Un giorno arrivò un giovane monaco nelle vicinanze. Da allora l’anziano constatò che i pochi soldi ricavati dalla vendita al mercato, venivano rubati dal monaco quando lui era assente, ma non disse nulla. Trascorse qualche anno e il giovane monaco si ammalò gravemente. L’anziano, saputolo, decise di visitarlo. Appena lo vide, lo chiamò figliolo, gli baciò le mani e lo ringraziò perché gli aveva dato l’opportunità di vivere nella santa povertà. Il morente fu preso da profonda compunzione e pochi giorni dopo morì nella pace, riconciliato con Dio. Ricordiamoci dei poveri e avremo un tesoro nel Cielo; l’ha promesso Gesù! “Dio ama chi dona con gioia”. di Suor Sandra Künzli
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)