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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (7 luglio 2025)
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  • I tavoli di lavoro dell'assemblea sinodale (archivio)

    Sinodo. Pubblicate le tracce della fase attuativa per realizzare una "conversione sinodale"

    Offrire, da una parte, alle Chiese locali di tutto il mondo un quadro di riferimento condiviso che renda più agevole camminare insieme. Dall’altra, promuovere il dialogo che condurrà la Chiesa tutta all’Assemblea ecclesiale di ottobre 2028. Su queste direttrici si snoda il documento pubblicato oggi, 7 luglio, dalla Segreteria generale del Sinodo dal titolo Tracce per la fase attuativa del Sinodo. Una sessantina di pagine, quattro capitoli, scanditi da indicazioni e orientamenti per accompagnare l’ultima fase del processo sinodale avviato nel 2021 da Papa Francesco e ora rilanciato da Papa Leone XIV.

    Due nuovi Gruppi di Studio istituiti da Papa Leone XIV

    Il testo è stato approvato dal XVI Consiglio ordinario, riunitosi a Roma nei giorni scorsi. I membri hanno ricevuto il 26 giugno la visita di Papa Leone, il quale ha incoraggiato a proseguire sullo “stile” della sinodalità, “atteggiamento che ci aiuta ad essere Chiesa”. E lo stesso Leone XIV, informa il documento di oggi, ha confermato i Gruppi di Studio, istituiti da Francesco lo scorso anno per approfondire la riflessione su determinati temi dal punto di vista canonico, teologico e pastorale, aggiungendone due nuovi: uno su “La liturgia in prospettiva sinodale” e uno su “Lo statuto delle Conferenze episcopali, delle Assemblee ecclesiali e dei Concili particolari”. Alla Segreteria generale del Sinodo il compito di “assicurare che le decisioni del Papa, maturate anche a partire dai risultati di questi Gruppi, siano armonicamente integrate nel cammino sinodale in corso”.

    L'introduzione del cardinale Grech

    Le Tracce si aprono con un’introduzione del cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, il quale sottolinea che in questo mondo che “si avvita in una spirale di violenza e di guerra senza fine, che fa sempre più fatica a costruire occasioni di incontro e di dialogo”, c’è più che mai bisogno di una Chiesa che sappia essere “segno e strumento” della “unità di tutto il genere umano”.

    Il porporato ricorda poi che molte Chiese locali nel mondo stanno “percorrendo con entusiasmo” il cammino sinodale; altre, invece, “si stanno ancora interrogando su come intraprendere la fase attuativa o sono ai primi passi”. Il testo odierno può essere, dunque, “un orizzonte con cui confrontarsi” e un incoraggiamento ad “avanzare con coraggio”, affrontando resistenze e difficoltà. La Segreteria Generale del Sinodo resta a disposizione di tutti, assicura il cardinale, per ascoltare, accompagnare, “animare il dialogo e lo scambio di doni tra le Chiese”. Sulla base dei contributi e delle domande che riceverà, offrirà “ulteriori stimoli e strumenti”.

    Il Giubileo delle équipe sinodali

    Nelle prime pagine del documento si elencano le future tappe del cammino sinodale e si annuncia un evento speciale: il Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2025. “Un’occasione per tessere legami, scambiare esperienze e sintonizzarci meglio”.

    Nel dettaglio, poi, il primo capitolo offre “una chiave interpretativa della fase attuativa del processo sinodale” che “ha come obiettivo sperimentare pratiche e strutture rinnovate” per rendere “sempre più sinodale” la vita della Chiesa. Tale fase non è, pertanto, “una sorta di esercitazione”, “un compito aggiuntivo richiesto da Roma”, né un tempo per formulare “ipotesi astratte”. Tantomeno è un “ritorno indietro” o “una pura ripetizione di quanto già vissuto”. La fase attuativa - viene chiarito - “fa parte della vita ordinaria delle Chiese”, le quali dovranno individuare “percorsi formativi per realizzare una tangibile conversione sinodale nelle varie realtà ecclesiali”.

    Una più ampia partecipazione

    Alla fase attuativa, si legge ancora nel documento, partecipano donne e uomini, nella varietà di carismi, vocazioni e ministeri; piccole comunità cristiane o comunità ecclesiali di base; parrocchie, associazioni, movimenti; consacrati. Tutti insomma, perché “non può trattarsi di un percorso limitato a un nucleo di tifosi”, puntualizza il testo; anzi, è importante che si contribuisca ad “ampliare le possibilità di partecipazione e di esercizio della corresponsabilità differenziata di tutti i Battezzati”.

    Cruciale, in tal senso, che si coinvolgano quanti rimasti finora “ai margini” del cammino sinodale, “persone e gruppi di diverse identità culturali e condizioni sociali”, in particolare poveri ed esclusi. Allo stesso modo, è necessaria “una cura particolare” per “l’ascolto di coloro che hanno manifestato perplessità e resistenze”. In tal senso, l’invito alle Chiese è a ricercare “strumenti di ascolto” in vari contesti e non solo nelle parrocchie, ma, ad esempio, in università, centri di ascolto e accoglienza, ospedali e carceri, ambiente digitale.

    Il compito del vescovo e il ruolo delle équipe sinodali

    Nel testo si ribadisce poi che “il primo responsabile” della fase attuativa in ogni Chiesa locale è il vescovo diocesano o eparchiale, il quale dovrà avvalersi di altre figure e organismi come i vari Consigli (presbiterale, pastorale, affari economici) e, soprattutto, delle équipe sinodali diocesane/eparchiali la cui opera, in fase di consultazione, è stata “preziosa”. “Il loro contributo sarà fondamentale anche nella fase attuativa”, afferma il documento. Per tale motivo le équipe esistenti andranno valorizzate e rinnovate, riattivate se sospese, eventualmente integrate, formate laddove non esistessero. Nelle équipe rientrano “laiche e laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati di diversa età e portatori di differenti culture e modelli di formazione”. È da valutare l’opportunità di invitare come “osservatori” rappresentanti di altre comunità cristiane o religioni. Il vescovo, qualora non ne faccia parte, andrà “regolarmente informato” sul lavoro e dovrà incontrare l’équipe “quando opportuno”.

    La porta sempre "aperta"

    A lungo nel documento ci si sofferma sui compiti della Segreteria Generale del Sinodo, la quale, si legge, si impegna a restare sempre “con la porta aperta” per ascoltare esigenze, intuizioni, proposte delle Chiese locali, “facilitare” il loro lavoro, dare risposta alle richieste circa contenuti e metodologie. In questa prospettiva, saranno promossi convegni, seminari di studio, momenti di riflessione condivisa. E verrà accompagnata l’organizzazione delle Assemblee continentali di valutazione (1° quadrimestre 2028) e dell’Assemblea ecclesiale di ottobre 2028, quali occasioni “per condividere esperienze di rinnovamento di pratiche e strutture in senso sinodale” così da sottoporle al Papa per “una definitiva validazione”.

    Promuovere la conoscenza del Documento finale

    Nelle Tracce si scandagliano poi struttura e contenuti del Documento Finale dell’assise 2024, testo “ricco e organico” di cui “è essenziale promuoverne la conoscenza”. Sarà “opportuno” prevedere “momenti e/o strumenti di formazione, accompagnamento e guida alla lettura”, si raccomanda. Del Documento si individuano poi “alcune linee di forza”, come la “prospettiva ecclesiologica” radicata nel Concilio; lo slancio ecumenico; la visione di un “dialogo” con altre tradizioni religiose e la società.

    Tenendo conto dell’esigenza di “procedere insieme come Chiesa tutta”, Tracce ribadisce l’invito alle Chiese locali “a condividere i passi compiuti su alcuni ambiti specifici”. Uno su tutti, “l’effettivo accesso a funzioni di responsabilità e a ruoli di guida che non richiedono il sacramento dell’Ordine da parte di donne e uomini non ordinati, sia laici e laiche, sia consacrate e consacrati”.

    Processi "in stile sinodale"

    In generale, si raccomanda è che il metodo sinodale non si riduca “a una serie di tecniche di gestione degli incontri”, ma sia vissuto come “esperienza spirituale ed ecclesiale che implica crescere in un nuovo modo di essere Chiesa”. Le indicazioni metodologiche andranno dunque declinate in una varietà di processi (discernimento, governance, ascolto, formazione ecc), caratterizzati da obiettivi diversi ma accomunati dal fatto di “svolgersi in stile sinodale”.

    Guadare al futuro con fiducia

    Nella parte conclusiva si invita la Chiesa a “guardare con fiducia al percorso” dei prossimi anni, a partire dal Giubileo delle équipe sinodali: “L’occasione di camminare insieme fisicamente verso la Porta Santa diventi una opportunità di scambio di doni e di celebrazione di quella speranza che non delude”.

    Vatican News

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