Un’indagine rappresentativa lanciata dalla Chiesa cattolica di Zurigo sulla reputazione della Chiesa rivela una forte erosione dell’immagine presso la popolazione in generale, e anche tra i cattolici stessi. Ma il sondaggio contiene anche risultati sorprendenti e positivi, in particolare riguardo all’impegno sociale della Chiesa e alla vita comunitaria.
Barbara Ludwig, kath.ch
(traduzione e adattamento: Maurice Page, cath.ch / catt.ch)
È risaputo che la reputazione della Chiesa cattolica non è molto buona. Le notizie sugli abusi sessuali in ambito ecclesiale hanno contribuito in modo significativo a questa percezione. La Chiesa cattolica del Cantone di Zurigo ha voluto approfondire la questione e ha quindi commissionato un’indagine rappresentativa all’istituto di ricerca Sotomo.
Sono stati raccolti i dati di circa 2.900 persone nella Svizzera tedesca, tra cui 705 membri della Chiesa cattolica e 517 ex-membri; sono stati inoltre intervistati anche riformati ed ex-membri della Chiesa riformata durante l’autunno 2024.
I risultati sono stati presentati il 1° aprile 2025 presso la chiesa di San Giuseppe nel Kreis 5 di Zurigo. «Qui, nel mezzo del vecchio quartiere industriale, la chiesa è viva», ha osservato Simon Spengler, responsabile della comunicazione della Chiesa cantonale zurighese.
Solo il 15% ha un’immagine positiva della Chiesa cattolica
Il direttore dello studio, Michael Hermann, ha presentato i risultati – con un «inizio piuttosto brusco». Solo il 15% degli intervistati ha un’immagine positiva della Chiesa cattolica. La Chiesa riformata ne esce decisamente meglio con il 37%.
Anche tra i cattolici stessi molti hanno una visione negativa della Chiesa: solo il 38% la considera positivamente; tra i riformati, questa percentuale sale al 64%.
Immagine migliore tra i migranti
L’immagine cambia però tra i collaboratori ecclesiali e i migranti. Il 65% dei collaboratori e l’86% dei membri provenienti dall’immigrazione hanno un’immagine positiva della loro Chiesa. L’indagine ha anche esplorato le emozioni associate alla Chiesa. Anche in questo caso, emergono differenze nette tra le confessioni. «Emozioni negative forti come delusione, frustrazione e rabbia sono molto più diffuse tra i cattolici che tra i riformati», osserva Michael Hermann.
Ma paradossalmente, nonostante queste emozioni negative, la percentuale di membri che si sentono fortemente legati alla loro Chiesa è più alta tra i cattolici: il 40%, contro il 35% dei riformati.
Circa un quarto pensa di lasciare la Chiesa
Tra i cattolici, il 27% ha già pensato di lasciare la Chiesa. Tra i riformati, la percentuale è del 21%. «Molti cattolici hanno un legame forte con la Chiesa – nonostante le emozioni negative».
Il sondaggio documenta anche le cause della cattiva reputazione della Chiesa. Il 76% degli intervistati valuta negativamente la gestione dei casi di abusi. Il 69% ha un’opinione negativa sulla posizione della Chiesa in merito all’ordinazione delle donne e alle questioni sociali come l’omosessualità e l’aborto. Le principali ragioni citate per lasciare la Chiesa sono: gli abusi, le idee superate e la discriminazione delle donne.
Impegno sociale e Chiesa come comunità
Parallelamente, emergono anche elementi positivi nell’immagine della Chiesa cattolica, come mostra l’indagine. È soprattutto l’impegno sociale della Chiesa a essere apprezzato. Il 71% dei membri e il 40% del resto della popolazione lo considerano positivamente.
I membri apprezzano in particolare le celebrazioni religiose, la vita comunitaria e le attività parrocchiali. «La Chiesa è anche una comunità, offre un senso di casa. Anche le persone arrabbiate la apprezzano», ha sottolineato Michael Hermann.
Il 95% dei membri e l’88% del resto della popolazione ritiene importante che la Chiesa si impegni socialmente. Secondo il sondaggio, i servizi sociali più conosciuti della Chiesa sono la cappellania, il lavoro giovanile nei Jubla e negli scout, la “Mano tesa” e Caritas.
La Chiesa cattolica suscita anche emozioni positive come sicurezza, gratitudine, rispetto e gioia. «Queste emozioni sono forti quanto quelle negative», osserva il direttore dello studio.
Gli elementi più spesso citati a favore della permanenza nella Chiesa cattolica sono: il mantenimento della tradizione, il funerale in chiesa, l’impegno della Chiesa per i più bisognosi e la Chiesa come luogo per vivere la propria fede. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante per i migranti. Anche le amicizie che possono svilupparsi in chiesa sono fondamentali per questo gruppo.
Comunicazione focalizzata su temi specifici
La Chiesa cattolica del Cantone di Zurigo intende prendere sul serio sia i risultati negativi che quelli positivi, sottolinea Simon Spengler. «Vogliamo dare maggiore rilevanza all’aspetto comunitario e solidale – l’essenza stessa della Chiesa – nella comunicazione».
La Chiesa è percepita come una «costante in una società che cambia rapidamente», rileva da parte sua il vicario generale Luis Varandas. Nella città ci sono più di venti chiese aperte a tutti. Spazi ecclesiali che permettono l’incontro e la pastorale. Luoghi dove le persone possono prendersi una pausa dalla quotidianità, ritirarsi.
Per Raphael Meyer, presidente del Consiglio sinodale, è sì necessario, ma non sufficiente, far conoscere meglio l’impegno sociale della Chiesa. È importante anche ricordare il fondamento biblico di questo impegno, che la distingue dalle ONG. «Come cristiani, siamo chiamati ad amare il prossimo, perché vediamo in ogni essere umano un’immagine di Dio. Dobbiamo ridare forza a questa riflessione», conclude.