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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (9 maggio 2025)
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  • Papa Leone XIV con i cardinali in Cappella Sistina

    Un Papa per l’unità e la pace: le reazioni ticinesi all’elezione di Leone XIV

    Negli istanti successivi all’elezione di papa Leone XIV raggiungiamo al telefono Emanuele Costa, presidente del «Serra Club» in Ticino e, dal prossimo giugno, del «Serra Club» nel mondo, con sede a New York: «Sono molto contento, per il Serra Club americano e per la Chiesa statunitense è proprio una bella notizia. Trovo molto bello il fatto che sia stato scelto così velocemente; è un buon segno di unità nella Chiesa. Non essendo tra i favoriti, il fatto che sia uscito così presto ci dice in qualche modo che c’è lo zampino dello Spirito Santo. Mi è piaciuto tantissimo quello che ha pronunciato, iniziato con la “Pace sia con voi”, la pace vera, che in fondo è quello che conta veramente».

    Entusiasmo internazionale e continuità con Francesco

    «Ho sentito poco fa il direttore del Serra Club di Chicago – continua Costa – ed era molto felice. Ci siamo detti: “È un Papa che può dare continuità e nello stesso tempo costruire ponti”. Tra i cardinali americani è sicuramente il più centrista ed è quello più in linea con Papa Francesco. Un affetto e un legame, quello con Francesco, che si è intuito anche da come lo ha ricordato durante il suo primo messaggio». «Il fatto che sia americano – conclude Costa – lo trovo molto rilevante perché la Chiesa americana è importante, con i suoi problemi, un po’ conservativa, ma è una Chiesa viva».

    Un saluto che commuove

    Alla sua voce si unisce quella della ticinese, missionaria per 8 anni in Perù con le Suore delle Piccole Figlie del Sacro Cuore di Gesù, suor Nadia Gianolli:
    «Non me l’aspettavo, non avevo nessuna previsione, se non che si facesse la volontà del Signore. Ma ora sono felicissima, essendo stata in Perù a lungo. Il suo saluto è ciò che mi ha colpito di più, il riferimento al Signore Risorto in questo tempo di guerre in tutte le parti del mondo».

    Un passato in Perù, una speranza per il mondo

    «Nella stessa zona in cui abitavo io, a 70 km da Lima, in Perù, so che ultimamente ci sono state delle sommosse: c’è davvero bisogno che il Signore entri, ovunque, nel cuore di tutti noi, altrimenti sarebbe solo assenza di guerra, ma non vera pace. Il popolo peruviano è molto affettuoso, penso che anche questo possa averlo plasmato, perché da pastore prendi sempre qualcosa del popolo che frequenti; gli potrà servire anche ora, per stare davvero vicino alla gente», conclude suor Nadia, con commozione.

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