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  • Vivere la malattia: proposte di lettura da Luciano Manicardi ad Anselm Grün

    Vivere la malattia: proposte di lettura da Luciano Manicardi ad Anselm Grün

    di Cristina Uguccioni

    In occasione della Giornata Mondiale del Malato, che si celebra il 2 marzo, ecco tre libri che possono sostenere, essere di conforto e offrire qualche pensiero buono ai malati e ai loro familiari.

    Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, e il biblista Luciano Manicardi, sono gli autori del volume “Accanto al malato” (Edizioni Qiqajon), un testo di valore nel quale, con umiltà e delicatezza, sono proposte profonde, acute riflessioni – alla luce delle pagine bibliche – sul senso della malattia e della sofferenza, sulla fede nel tempo della malattia e sull’accompagnamento di quanti soffrono. In appendice, vi sono anche alcune preghiere. Tra le riflessioni, una riguarda un’espressione spesso ripetuta e ritenuta altamente spirituale: “offrire a Dio la propria sofferenza”. Scrive Bianchi al riguardo: «Dio può forse gradire l’offerta del dolore che sovente sfigura e disumanizza? Che immagine di Dio suppone una tale “offerta”? In verità, questo consiglio spirituale deve essere chiarificato. Certamente nell’offerta di se stesso al Signore, che ogni cristiano deve fare come autentico culto spirituale, sono comprese anche le sofferenze e le gioie e, dunque, si può dire al Signore: “Eccomi tutto davanti a te, ecco la mia malattia, la mia sofferenza, ecco la mia morte che si avvicina!”. Anche in questo dobbiamo guardare a Gesù, che non ha offerto al Padre la sua sofferenza, ma ha innalzato a lui preghiere e suppliche nell’esperienza della sua passione, vivendola nell’amore fino alla fine, nell’amore dilatato fino a raggiungere persino i propri persecutori e assassini. Ciò che Dio attende da noi quando attraversiamo la sofferenza è che noi continuiamo a esercitarci nell’amore, accettando di essere amati e cercando di amare». Perciò non dobbiamo offrire a Dio le nostre sofferenze, come se Lui gradisse che noi peniamo, ma – prosegue Bianchi – dobbiamo offrire «ciò che siamo arrivati a farne o, meglio ancora, ciò che noi siamo diventati passando attraverso la sofferenza, dando un senso alla sofferenza con il nostro amare ed essere amati. Noi raggiungiamo il desiderio di Dio non nell’offerta della nostra sofferenza, ma quando la nostra vita, anche nella sofferenza, diventa dono di sé nell’amore».

    “Abbi fiducia. Parole di speranza nel tempo della malattia” (Queriniana Editrice) è un volume scritto con molto garbo e sensibilità dal monaco benedettino Anselm Grün con l’intento di riflettere a fondo sul senso della malattia, aiutare i malati a comprendere ciò che stanno vivendo e a rapportarsi alla malattia sul piano spirituale. Un capitolo è dedicato anche all’accompagnamento cristiano di coloro che soffrono. In molte pagine Grün si rivolge direttamente ai malati: riflettendo sul modo di rapportarsi alla malattia e considerandola – tra l’altro – come una chiave, scrive: «Cerca di vedere la tua malattia come una chiave: forse può aprirti importanti camere della tua casa interiore che finora erano rimaste per te chiuse o in cui non eri mai stato. Anche questi spazi ti appartengono: all’interno puoi scoprire tesori che finora ti sono rimasti nascosti. In una stanza c’è forse il tesoro della pazienza, in un’altra trovi sapienza, in una terza amore. La malattia vuole aprirti gli spazi che solitamente ignori nella frenesia della vita quotidiana: essi sono importanti tanto quanto gli spazi in cui normalmente vivi. In questi giorni di malattia avventurati in viaggi di esplorazione: esplora la tua casa interiore e trattieniti consapevolmente negli spazi che fino ad ora ti erano sconosciuti. Riconoscerai allora che cosa si nasconde dentro di te e tutto ciò che appartiene alla ricchezza e alla pluralità della tua vita».

    Nel settembre 2018, Salvatore Mazza, vaticanista di Avvenire, cui è stata diagnosticata la Sla (sclerosi laterale amiotrofica), comincia una nuova rubrica – “Slalom” – un diario della malattia, un appuntamento quindicinale che egli porta avanti sino al sopraggiungere della morte, nel dicembre del 2022. Quel diario è diventato un libro, “Slalom” (Vita e Pensiero Editore), un testo toccante e coinvolgente, che racconta la vita nella malattia con il suo carico di affetti, legami, aspettative, pensieri, ricordi, difficoltà, consolazioni. Sono pagine intense, scritte con commovente asciuttezza evangelica, che restituiscono la verità dell’umano: siamo fatti per la vita, che è eterna.

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