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  • Celeste e i bambini nascosti: una memoria da non dimenticare

    Celeste e i bambini nascosti: una memoria da non dimenticare

    Nel panorama della memoria collettiva dell'immigrazione italiana in Svizzera, il fumetto “Celeste. Bambina nascosta” di Pierdomenico Bortune e Cecilia Bozzoli (Seismo Press, 2024) apre una finestra su una pagina poco conosciuta e dolorosa: quella dei bambini nascosti, figli di lavoratori stagionali costretti a vivere nella clandestinità tra gli anni '50 e '70.

    Il racconto di Celeste, edito per la settimana cantonale contro il razzismo (dal 24 al 28 marzo, info su www.discriminazione.ch), rievoca le vicende di migliaia di bambini italiani costretti a restare invisibili per sfuggire alle rigide leggi migratorie svizzere, che vietavano il ricongiungimento familiare per i lavoratori stagionali. Questi piccoli vivevano segregati in appartamenti angusti, spesso senza poter andare a scuola o giocare all'aperto, nella paura costante di essere scoperti ed espulsi.

    Il fumetto, che parla ai giovani di oggi, si sviluppa attraverso il dialogo tra Léane, una giovane studentessa di Neuchâtel, e Celeste, un'anziana vicina di casa con un passato di bambina nascosta. La narrazione si intreccia con ricordi dolorosi, ma anche con gesti di solidarietà e resistenza, come quelli delle reti clandestine di insegnanti e volontari che offrirono istruzione e conforto ai bambini nascosti.

    La storia è arricchita dalle illustrazioni di Cecilia Bozzoli, figlia di un fumettista che ha vissuto l'esperienza della migrazione in Svizzera. Le tavole delicate e potenti restituiscono con sensibilità l'atmosfera di paura e speranza che accompagnava quei bambini. Pierdomenico Bortune, autore del testo, trae ispirazione dalla propria storia familiare di emigrazione, donando autenticità e profondità al racconto.

    Il fenomeno dei bambini nascosti rappresenta una delle pagine più buie della politica migratoria svizzera, che solo negli anni '90 ha riconosciuto il diritto all'istruzione per tutti i minori, indipendentemente dal loro status legale. Si stima che tra il 1949 e il 1975 circa 50.000 bambini italiani abbiano vissuto in clandestinità in Svizzera. L'opera Celeste non è solo una testimonianza storica, ma un invito a riflettere sulle migrazioni di ieri e di oggi. Attraverso la memoria di Celeste, il fumetto sollecita una riflessione sul diritto all'infanzia e sulla necessità di politiche di accoglienza inclusive.

    La collaborazione tra Bortune e Bozzoli restituisce dignità a una generazione dimenticata, trasformando il dolore in narrazione e la memoria in consapevolezza. Una storia che ci ricorda come la libertà e i diritti non siano mai scontati, ma vadano conquistati e difesi ogni giorno.

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