È stato pubblicato in questi giorni il libro “Chiara Lubich e Chiara d’Assisi. Una scia di luce” scritto da Sabina Caligiani edito da Edizioni Messaggero Padova. Un volume che raccoglie gli insegnamenti, i carismi e le opere delle due donne, raccontate attraverso altre donne che ne condividono gli ideali.
Tra queste la badessa del monastero delle Clarisse di Roma, madre Elena Francesca Beccaria, la presidente del Movimento dei Focolari Margaret Karram e una compagna di Chiara Lubich che l’ha seguita fin dagli anni Cinquanta, Caterina Ruggiu.
“Mi sembra che l’intenzione profonda che anima le pagine che seguono sia quella di ricordare/celebrare due figure femminili che portano lo stesso nome: Chiara. Poiché nomen omen, esse sono clarae, illustri, come ci richiama alla mente l’aggettivo latino, ma sono illustri, perché sono anche trasparenti, come le acque chiare e luminose. Pur lontane, esse ‘si danno la mano’, al di là del tempo e dello spazio, così ci suggerisce Edith Stein: ciò accade alle grandi anime che tendono all’eternità. E Silvia Lubich ha intenzionalmente teso la mano a Chiara d’Assisi, assumendone il nome”. Questo un estratto della prefazione scritta da Angela Ales Bello nel libro di Sabina Caligiani.
Agensir
Il locale vescovo ha preso il provvedimento in due tappe: prima l'oscuramento notturno delle opere dell'ex gesuita accusato di abusi e ora la copertura.
A Roma più di mille partecipanti tra vescovi, delegati diocesani e invitati analizzeranno e voteranno, fino al 3 aprile, i contenuti delle sintesi del cammino avviato nel 2021. "Cambieremo le strutture", ha detto il card. Zuppi, ma serve “far scorrere la Parola di Dio nelle vene della società”.
Lo psichiatra di fama internazionale si interroga se anche per un non credente sia possibile parlare con Dio. Un libro che è un modo per dare voce alle tante persone che cercano, che non credono ma vorrebbero credere, che credevano e non credono più.