Calendario Romano Anno C / Lc 16. 1-13 / XXV Domenica del Tempo ordinario
I soldi, buoni servitori, pessimi padroni
di Dante Balbo*
Siamo tutti contenti quando il Vangelo o le altre letture della domenica ci parlano di relazioni, di cuore, di sentimenti, fustigando il nostro egoismo, insegnandoci la convenienza di un buon rapporto con noi stessi e con il prossimo. Spesso la santa Scrittura è divenuta una sorta di trattato di psicologia, che coincide con le teorie degli specialisti che troviamo su YouTube. Nulla da eccepire, soprattutto perché questo modo di rileggere la parola di Dio lo avvicina alla nostra realtà concreta, ci aiuta a comprendere noi stessi e suggerisce che lasciarci accompagnare da Lui significa divenire più umani. Quando però ci troviamo, come questa domenica 25esima del Tempo ordinario, di fronte ad una parola che ci parla di denaro, abbiamo qualche difficoltà. Possiamo cavarcela dicendo che tanto non ci riguarda, perché nelle letture si parla di gente ricca che sfrutta i poveri, ma noi siamo vittime, non certo oppressori! Il Vangelo però è decisamente sorprendente e merita una puntualizzazione. Nella parabola narrata da Gesù, infatti, a venire lodato è un amministratore che pur di procurarsi la gratitudine di qualcuno, per non finire a mendicare, imbroglia il suo padrone. Gesù è perentorio: la ricchezza è in qualche modo sempre disonesta, perché genera disuguaglianza, a meno che non sia usata per procurarsi amici in cielo, cioè orientata al bene, generatrice di gratitudine. L'unico modo però per conseguire questo risultato è impedire al denaro di diventare un padrone, perché sarà un signore assoluto, inconciliabile con Dio. Per questo don Willy Volonté, commentando le letture di questa domenica, cita san Carlo Borromeo, patrono della Diocesi di Lugano, che riconosce che i soldi sono nella migliore delle ipotesi dei buoni servitori, ma sempre dei pessimi padroni. In tempi di attenzione ecologica, un po' di pulizia nel rapporto con il denaro non guasta.
*Dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube
Calendario ambrosiano Anno C / Gv 5, 25-36 / III Domenica dopo il Martirio di Giovanni
La promessa di Gesù: «tutto sarà custodito»
di don Giuseppe Grampa
Nella pagina evangelica Gesù dice: «Non meravigliatevi di questo…». Afferma infatti una comunicazione, appunto una sua parola rivolta ai morti e un ascolto da parte dei morti. La morte che spezza le relazioni della vita quotidiana con coloro che ci lasciano per sempre, non spezza la relazione tra Gesù e i nostri morti. E infatti con una delle sue parole umanamente più intense e più consolanti, Gesù ha promesso: «Vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14, 2s.). Davvero straordinaria questa promessa: non andiamo verso il nulla. Questa promessa formulata con parole di singolare semplicità è davvero quanto di più distante dalla nostra esperienza della morte. Gesù stesso ne è consapevole e infatti ci invita a non meravigliarci per le sue parole. Queste sue parole alludono ad una delle verità più consolanti della fede cristiana: la comunione dei Santi. Forse, sbagliando, pensiamo che solo i Santi, quelli proclamati tali dalla Chiesa perché uomini e donne di singolare virtù, entrino nella comunione con Cristo. Nel linguaggio cristiano delle origini, Santi sono tutti i discepoli del Signore. Vuol dire, allora, che un misterioso ma vero legame ci unisce tutti perché quanto abbiamo giorno dopo giorno costruito, legami di amore e amicizia, fatiche e gioie, case e famiglie che abbiamo edificato, gesti di bellezza e di condivisione, tutto sarà custodito proprio da Colui che è venuto perché niente vada perduto (Gv 6,39). Ma se i morti ascoltano la voce del Figlio di Dio allora essi non sono una povera cosa destinata a finire nella polvere della terra o nel fuoco del crematorio che tutto consuma. Se i morti, i nostri morti, ascoltano vuol dire che essi vivono una misteriosa ma vera relazione con Colui che è il Dio della vita. E anche noi possiamo entrare in dialogo con loro. Gesù chiede che ci fidiamo di Lui, ci affidiamo a Lui, alla sua Parola.