di Silvia Guggiari
La sorpresa dell’elezione di papa Leone XIV arriva anche da mons. Alain de Raemy, amministratore apostolico della diocesi di Lugano, che ha avuto occasione di conoscere di persona il nuovo Pontefice in qualità di capo del Dicastero dei vescovi e ricorda di aver avuto l’impressione di «una persona molto discreta, profonda e precisa»: «Mi è piaciuta la libertà – ci confida mons. Alain – che hanno avuto i cardinali nella scelta di Prevost, ma anche la consapevolezza di quello che stavano facendo: conoscono molto bene la persona dato che da due anni era incaricato del rapporto con i vescovi, lui conosce bene tutti i cardinali e loro conoscono lui».
E se la prima sorpresa è stata la scelta di un Papa statunitense, la seconda è stata quella del nome da lui scelto: «Leone XIV mi ricorda subito Leone XIII – ha affermato de Raemy – ovvero il Papa della Dottrina Sociale della Chiesa che, alla fine del XIX secolo, è stato il primo Pontefice a scrivere un’enciclica sulla questione sociale, sui rapporti con la giustizia, sul rispetto dei poveri. Ma il nome Leone potrebbe essere riferito a San Leone Magno, Papa e dottore della Chiesa. Il Pontificato di Leone I, infatti, fu molto significativo e importante per l’antichità cristiana, in quanto si inserì in un periodo dove la Chiesa stava sperimentando numerosi ostacoli al suo progresso, a motivo della disintegrazione dell’Impero romano d’Occidente e delle profonde crisi dogmatiche dell’Oriente. La scelta di questo nome ci dice molto».
E molto significative sono state anche le parole da lui scelte e ripetute più volte nel primo messaggio pronunciato ai fedeli: pace, ponti, dialogo. «Ascoltando il suo discorso e soprattutto il saluto iniziale mi è subito venuto in mente Cristo: noi vescovi salutiamo l’assemblea dicendo “la pace sia con voi”, mentre i preti dicono “il Signore sia con voi”. È un piccolo dettaglio che sottolinea che il vescovo ha il privilegio di usare le parole scelte da Cristo nel salutare gli apostoli dopo che l’avevano tradito. Mentre gli apostoli si aspettavano un rimprovero, Lui li accoglie con “La pace sia con voi”. È un incoraggiamento ad ognuno di noi: come dire, qualunque siano le nostre debolezze, le fragilità, le nostre infedeltà, “la pace sia con noi”, andiamo avanti».
Il pontificato di Bergoglio è stato segnato dai tanti appelli per la pace e quello di Leone XIV si apre con lo stesso messaggio: «Quella della pace è la direzione di tutti i Papi. Negli anni ’90, Giovanni Paolo II è stato l’unico a ribellarsi contro la guerra in Iraq. All’epoca tutti andavano d’accordo con gli USA e quella di Wojtyla era stata l’unica voce a dire no alla guerra. Ora si prosegue con questa linea che è quella del Vangelo».
E per la Chiesa ticinese cosa significherà l’elezione di Prevost? «Avendo un rapporto personale con i vescovi, Leone XIV aveva già una conoscenza approfondita di tutte le diocesi del mondo. Conosce dunque anche la situazione della diocesi di Lugano che era sulla sua scrivania da tempo. Questo mi fa pensare che quando il nuovo Prefetto del Dicastero dei vescovi si occuperà del dossier della diocesi di Lugano, il Papa sarà già a conoscenza della situazione e questo fascicolo potrà forse essere più agile».
Infine chiediamo al vescovo Alain cosa augura al nuovo Pontefice: «Gli auguro tanta pace nel cuore – conclude – e di affidarsi alla scelta dei cardinali e al ruolo che lo Spirito Santo avrà ora nella sua vita. Gli auguro quello che lui ha augurato a noi: la pace».