Si chiama Gruppo di sostegno ai Guaraní della Bolivia ed è un’associazione ticinese nata trent’anni anni fa quale appoggio, finanziario ma non solo, alle comunità indigene e rurali dell’Itika Guasu, a Sud della Bolivia, nelle vicinanze del Rio Pilcomayo. «La popolazione a cui ci rivolgiamo vive per lo più in case solo in parte fatte di mattoni, a volte in capanne di terra con palme come tetto, in una regione isolata con poco infrastrutture e servizi. Sopravvive con fatica grazie all’agricoltura e all’allevamento», ci racconta il presidente Renzo Dotti. «Uno dei grandi problemi è la scarsità di acqua potabile. È una zona semi secca del Chaco boliviano, dove l’acqua nel sottosuolo è molto scarsa e difficile da trovare. Il fiume Pilcomayo, che attraversa queste comunità ,è sfruttato a nord da industrie minerarie che riversano nelle sue acque metalli pesanti come il piombo e il mercurio».
I progetti che l’associazione sostiene sono a beneficio di gruppi locali e hanno come scopo di migliorare le condizioni di vita delle comunità. «Nel campo della produzione agricola, ad esempio, si cerca di trovare delle soluzioni alla mancanza di acqua, come la creazione di sistemi di irrigazione o e in un futuro si pensa alla possibilità di eseguire pozzi di perforazione.
C’è poi il progetto dell’apicoltura. Di recente pure lo Stato boliviano sostiene i produttori, mentre l’associazione coopera nella formazione del personale locale composto soprattutto da donne. Lo scopo è di fare in modo che il prodotto sia di qualità, soprattutto a livello d’igiene. In questi anni è stato raggiunto un prodotto di eccellenza, che è stato premiato a livello nazionale. Si apre ora la possibilità di trovare anche dei mercati di smercio esteri, oltre che locali.
La produzione e l’utilizzo di sementi di qualità, ad esempio di mais e patate, fanno anche parte delle iniziative che sosteniamo. Inoltre, rispondiamo alle emergenze. Nel 2022 c’è stato un alluvione importante e ci siamo impegnati a sostenere la costruzione di alloggi d’emergenza e favorire l’approvvigionamento d’acqua in attesa dell’intervento del Governo boliviano».
Renzo Dotti conosce bene la realtà del sud della Bolivia. «Con mia moglie Francesca abbiamo svolto più periodi di volontariato nella regione indigena. È stato al nostro rientro in Ticino nel 1994 che abbiamo deciso di fondare l’associazione per dare continuità al nostro impegno. Abbiamo collaborato inizialmente con un’associazione umanitaria, che ha inseguito deciso di perseguire altri obiettivi. Noi siamo rimasti e assieme ad un professore boliviano e una suora degli Stati Uniti, abbiamo creato un’équipe di appoggio per le comunità. Dopo di noi, un’altra coppia è partita per la Bolivia e inseguito altri volontari si sono recati dal Ticino sul posto.
In tutti questi anni abbiamo seguito progetti di sviluppo legati all’approvvigionamento dell’acqua, all’agricoltura, all’allevamento e alla formazione. Fino alla fine degli anni ‘90, gran parte della popolazione lavorava come peones (braccianti) dei latifondisti, un giogo dal quale si sono potuti liberare organizzandosi collettivamente».
In Ticino, il Gruppo di sostegno ai Guaraní della Bolivia, oltre che nella raccolta fondi, è impegnato in attività di sensibilizzazione alla popolazione, con anche incontri nelle scuole e serate informative.
Per sostenere l’associazione visita il sito web: gsgb.ch
Dopo la scomparsa del fondatore, Silvia Scalisi racconta i progetti della Fondazione.
Domani alle 18.30 alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano, la presentazione del progetto co-diretto dalla prof.ssa ticinese, insegnante a Monaco, Daria Pezzoli-Olgiati, e con la partecipazione del ricercatore Baldassare Scolari, «Grenzgänge. Religion und die Alpen».
La presa di posizione dell'associazione, che si è occupata di adozioni internazionali dagli anni '60 fino al 2010, sollecita il Consiglio federale a ritornare sulla sua decisione, presa lo scorso 29 gennaio.