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  • Ecumenismo. Compie 25 anni la Dichiarazione congiunta sulla giustificazione

    Ecumenismo. Compie 25 anni la Dichiarazione congiunta sulla giustificazione

    di Gino Driussi

    Il principio della giustificazione per sola fede («sola fide») costituisce uno dei capisaldi della Riforma di Lutero, in contrapposizione – allora e con non poche controversie – con la dottrina cattolica che dava principalmente risalto alle opere buone per ottenere la via eterna.

    Ebbene, una tappa fondamentale nel dialogo ecumenico è stata sicuramente raggiunta con la Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla dottrina della giustificazione, firmata – dopo una lunga gestazione – il 31 ottobre 1999 ad Augusta (Augsburg), in Germania, dal cardinale Edward Idris Cassidy, presidente dell’allora pontificio Consiglio per l’unione dei cristiani, e dal vescovo Christian Krause, che era alla testa della Federazione luterana mondiale. La data e il luogo dell’evento – cui avemmo il piacere di assistere – non furono casuali: secondo la tradizione, fu il 31 ottobre 1517 che vennero affisse a Wittenberg le famose 95 tesi di Lutero (dando convenzionalmente inizio alla Riforma protestante) e proprio ad Augusta, durante la Dieta del 1530, venne promulgata la Confessione Augustana, che stabiliva i principi dottrinali della Riforma.

    Una comprensione comune

    La Dichiarazione del 1999, cui aderirono successivamente anche le Chiese metodiste, riformate e anglicane e che venne leggermente ritoccata nel 2021, «vuole mostrare – come si legge nella premessa – che, sulla base di questo dialogo, le Chiese luterane e la Chiesa cattolica che lo sottoscrivono sono ormai in grado di enunciare una comprensione comune della nostra giustificazione operata dalla grazia di Dio per mezzo della fede in Cristo (…). «Essa esprime un consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione, mostrando come elaborazioni che permangono diverse non sono più suscettibili di provocare condanne dottrinali». E più avanti: «Insieme confessiamo che le buone opere – una vita cristiana nella fede nella speranza e nell’amore – sono la conseguenza della giustificazione e ne rappresentano i frutti». E ancora: «L’insegnamento delle Chiese luterane presentato in questa Dichiarazione non cade sotto le condanne del Concilio di Trento. Le condanne delle Confessioni luterane non colpiscono l’insegnamento della Chiesa cattolica romana così come esso è presentato in questa Dichiarazione ».

    Conseguenze positive ma anche delusione

    Accanto alle conseguenze positive che ha avuto questo importante documento per le relazioni tra cattolici e luterani (basti pensare alla partecipazione di papa Francesco nel 2016 a Lund, in Svezia, all’avvio delle celebrazioni per il 500.o anniversario della Riforma), c’è stata anche una certa delusione per i pochi progressi pratici che si sono registrati da allora. Ad esempio, in un’intervista rilasciataci alcuni anni fa, il teologo valdese Paolo Ricca (deceduto lo scorso 14 agosto) ci manifestò tutto il suo rammarico per il permanere – nonostante la Dichiarazione firmata ad Augusta – dell’impossibilità di praticare l’ospitalità eucaristica tra le due Chiese.

    In occasione del 25.o anniversario di questo importante documento la Federazione luterana mondiale ha pubblicato una liturgia speciale in inglese, incoraggiando le Chiese membro a utilizzarla nel giorno della Riforma. Per maggiori dettagli, puoi trovare il documento e ulteriori informazioni sul sito della Federazione Luterana Mondiale: lutheranworld.org.

    La targa commemorativa nella chiesa di S. Anna ad Augusta.

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