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  • Emanuele Costa:  «Siamo laici amici dei preti per sostenere loro e le vocazioni»

    Emanuele Costa: «Siamo laici amici dei preti per sostenere loro e le vocazioni»

    di Cristina Vonzun

    Emanuele Costa, sposato con Bice, originario di Genova, vive da 30 anni a Lugano. È stato eletto alla presidenza del «Serra Club International» per un mandato di un anno che inizia nel giugno 2025. Una realtà mondiale di laici cattolici che seguono il carisma di un frate francescano spagnolo che evangelizzò l'Alta California, san Junipero Serra (1713-1784), la cui missione è quella di promuovere e sostenere le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa in particolare.

    I Serrani sono presenti in 30 Paesi del mondo, con 500 club (uno anche a Lugano) e ben 12 mila aderenti. Ed è proprio in Ticino, a Lugano, che è avvenuto, 25 anni fa, l’incontro tra Emanuele Costa e il «Serra Club». «Fu al mio rientro in Europa dopo vent’anni di lavoro negli Stati Uniti. È curioso il fatto che non avessi ancora sentito parlare del Serra Club - spiega Emanuele Costa - nonostante che negli USA il Serra sia molto presente, e nonostante il fatto che nei miei anni giovanili a Genova il Serra Club era attivo in quella città grazie al cardinale Giuseppe Siri. Il card. Siri (caro amico di mio padre) aveva conosciuto questa realtà negli USA e, stupito dalla scoperta di una associazione di laici al servizio delle vocazioni, aveva voluto che il primo Serra Club italiano nascesse proprio a Genova. Invitato ad un incontro del Serra Club di Lugano alla fine degli anni ’90 ho capito che la missione serrana era perfettamente in linea con la mia convinzione che ogni cattolico debba mettersi al servizio della Chiesa e della società».

    Emanuele Costa, in cosa consiste la missione di un Serrano?

    La missione di un Serrano è quella di favorire e sostenere le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, ma vorrei anche aggiungere che il Serrano è nello stesso tempo chiamato ad impegnarsi a essere un buon cristiano e come tale a perseguire un cammino verso la santità. Ciò significa credere che la vita è una vocazione, una chiamata a mettesi a servizio, per restituire quanto gratuitamente abbiamo ricevuto. L’attenzione del Serra è volta quindi a favorire una cultura della vocazione, in senso ampio. Ogni persona ha una sua propria specifica chiamata. In particolare, il Serra Club si focalizza specificamente, come già detto, sulla chiamata al sacerdozio e alla vita consacrata, impegnandosi a favorirla e a poi sostenerla. Questo porta i Serrani ad essere molto vicini ai seminaristi e ai sacerdoti, in ogni fase della loro formazione e della loro vita.

    Come collaborate con le diverse diocesi nel mondo dove i vostri gruppi sono presenti?

    Lei ha usato la parola giusta, «collaborare», infatti siamo una associazione di laici (cattolici) e, in quanto tale, indipendenti, tuttavia a disposizione per collaborare con la diocesi e con le parrocchie per promuovere una cultura vocazionale in linea con le nuove sensibilità della società e con i nuovi linguaggi dei giovani d’oggi.

    Chi può diventare Serrano, pensando anche al Ticino?

    Chiunque crede nell’importanza del sacerdozio e della vita consacrata e quindi la sostiene e ne promuove il rispetto. Papa Francesco, in un recente Congresso del Serra International a Roma, ci ha detto: «Con gioia saluto tutti voi che, da molte parti del mondo, siete venuti a celebrare il vostro Convegno Internazionale col motto “Siempre adelante. Il coraggio della vocazione” (...). Vi siete radunati per riscoprire il senso di ogni vocazione cristiana: offrire la propria vita in dono (…). Il Serra Club è un luogo in cui cresce questa bella vocazione: essere laici amici dei preti. Amici che sanno accompagnarli e sostenerli con senso di fede, con la fedeltà della preghiera e con l’impegno apostolico; amici che condividono lo stupore della chiamata, il coraggio della scelta definitiva, le gioie e le stanchezze del ministero; amici che sanno stare vicini ai preti, che sanno guardare con comprensione e tenerezza i loro slanci generosi, insieme alle loro debolezze umane. Questo è il grande dono con il quale voi arricchite la Chiesa!».

    Il Papa quindi invita il serrano non solo a pregare ma anche a dare un contributo fattivo ed operoso, sia umano che direi quasi professionale. È da ricordare che il primo Serra Club nacque a Seattle (USA) per iniziativa di quattro professionisti - un avvocato, un assicuratore, un professore e un pubblicitario - decisi a creare una associazione cattolica di laici a servizio per questa missione.

    Qual è il compito di presidente?

    Tenere uniti i diversi Club sparsi per il mondo, tutti impegnati nella stessa missione ma con diverse sensibilità e situazioni. Le realtà sociali e la Chiesa stessa, in territori come la Nigeria, il Sud America, le Filippine, l’India, la Tailandia, Hong Kong e l’Australia, sono molto diverse da quelle dei Paesi occidentali. Queste diversità sono nello stesso tempo delle inestimabili risorse di idee e di stimoli che vanno valorizzati.

    Quali le sfide principali che l'aspettano, in un periodo dove le vocazioni sono in crisi, almeno in Occidente?

    Metterei al primo posto la comunicazione, fondamentale ma mai facile, considerate le diverse realtà locali e le diverse lingue. Sarà anche un anno di frequenti viaggi perché l’incontro in presenza è sempre il modo più efficace per comunicare e per comprendere le realtà locali.

    Un’altra sfida è di carattere più generale: la crisi o meglio la difficoltà di nuove vocazioni. Anche se il Signore continua a chiamare, i giovani oggi sono soggetti a sollecitazioni di ogni tipo che rendono le loro scelte estremamente difficili e impegnative. A maggior ragione è importante la missione del Serra, il nostro contributo umano, la vicinanza ai seminaristi, ai sacerdoti e ai consacrati. Come già detto, questo impegno ci vede riconosciuti dal Santo Padre, come pure dal Dicastero del Clero e dei Seminari al quale il Serra International è aggregato sin dal 1951.

    Tante quindi le sfide ma bella e unica la missione del Serra! Ed è per questo che abbiamo sempre bisogno di nuovi Soci pronti a pregare per nuove vocazioni e a rimboccarsi le maniche.

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